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Numero 7 del 2011

Andamento lento


Foto: Andamento lento
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Testi pagina 45

litiche, economiche, religiose che ci dividono e ci fanno
soffrire ma i registi e le registe hanno la possibilità di rac-
contare storie di esseri umani che riescono a superare le
barriere fisiche e mentali per creare un ponte tra realtà
apparentemente inconciliabili. Fra le opere di quest’an-
no ricordiamo: “So far from India” (1983), un docu—film
di Mira Nair, sul difficile trasferimento di una famiglia in-
diana a New York; “Budrus” (2010), della regista brasi-
liana Julia Bacha, sulla pacifica opposizione di un grup—
po di donne di Fatah, Hamas e Israele, allo sradicamen-
to degli ulivi in un piccolo villaggio palestinese; “Waste
Land” (2010), di Lucy Walker, Karen Harley e Joao Jar—
dim, un viaggio straordinario nella discarica più grande
del mondo, Jardim Gramacho, alle porte di Rio di Janeiro,
dove l’artista Vik Muniz lavora per trasformare la spaz—
zatura in opere d’arte, dando la possibilità a molti ragazzi
delle favelas di trasformare la sofferenza in creatività e spe-
ranza per il futuro; “\White material” (2009), di Claire De—
nis con Isabelle Huppert, storia di una famiglia francese
che vive in Africa, in una eX-COlonia e, durante la guer-
ra civile, cerca di salvare la propria casa, le piantagioni di
caffè e, al tempo stesso, la propria identità. Molto attesa
anche l’anteprima mondiale del cortometraggio di ani-
mazione “Hometown” (2011, 5’) scritto da Yoko Ono, la
compagna di John Lennon, un cartone con bambini di tut-
to il mondo che parlano di casa, amore, speranza.Sarà inol-
tre presentato “Vision” (2009), ultimo film della grande
Margarethe Von Trotta, con Barbara Sukowa, sulla figura
di Hildegard von Bingen, una suora benedettina del XII
secolo, prigioniera del mondo patriarcale della chiesa me—
dioevale. La Von Trotta e molte altre registe saranno pre-
senti durante il Festival.

ANCHE IN QUESTA EDIZIONE CI SONO DIVERSI EVENTI
SPECIALI E RICORRE L'OMAGGIO ALL'INTELLIGENZA,
CREATIVITÀ, SPIRITO DI ADATTAMENTO E LIBERTÀ
INTELLETTUALE DELLE DONNE...

Nella serata di apertura del Festival è previsto un tribu-
to a Vandana Shiva e verrà distribuito il volume “Earth
Democracy - Il bene comune della terra”: alla grande fi-
losofa indiana è dedicato il concerto del trio Angelica Pon-

ti, Luca Biada c Alessandro de Berti. Altro omaggio è quel—
lo che abbiamo voluto rivolgere al Giappone, colpito da
calamità naturali e dal rischio nucleare, inserendo in pro-
gramma il film “Kamome Diner” (2006), della regista Nao—
ko Ogigami, storia simbolica di una giovane giapponese
che apre un ristorante ad Helsinki, in Finlandia, che, dopo
l’iniziale diffidenza, diviene luogo di accoglienza per mol—
te persone grazie all’atmosfera ed al cibo delizioso. An-
che l’Iran verrà ricordato nel Festival, con la proiezione
del corto di animazione “Poeticide” (2010), di Payam Mo—
fidi, metafora del comune viaggio umano privo di certezze,
alla ricerca dell’identità e della casa; sarà inoltre presen-
tela regista iraniana Shirin Neshat, una generosa amica,
membro del Comitato scientifico del nostro Festival, che
sta ora girando un film sulla cantante e musicista egizia-
na Oum Kalthoum. In omaggio al cinema del passato, ab—
biamo inserito il film Niemansland del tedesco Victor Tri-
vas (1931), ambientato durante la Prima guerra mondiale
e censurato durante il Nazismo, un film che ripudia la guer—
ra. Interessanti anche i quattro corti provenienti dal Fe-
stival “Plural +” che stimola giovani di tutto il mondo ad
affrontare video—temi come l’inclusione sociale, l’identi—
tà, la diversità, i diritti umani. Completano il programma
due film su temi attualissimi, il primo “Donor Un-
known” di Jerr Rothwell, è la storia di una ragazza nata
con l’inseminazione artificiale che va in cerca del padre
biologico e scopre di avere 52 fratelli, e racconta un “al-
tro” tipo di famiglia, mostrando che non ne esiste una mi—
gliore di un’altra; l’altro, Kawasaki’s Rose (2009), di Jan
Hrebejk, evidenzia un dramma familiare e politico nella
Repubblica Ceca, con risvolti psicoanalitici.

SECONDO LEI QUANTO C'È DI SPECIFICAMENTE FEMMINILE
NEL FESTIVAL CHE DIRIGE E NELLE SUE PROPOSTE? COME
VEDE IL FUTURO DI UN FESTIVAL “SENZA FRONTIERE"?

Le proposte del Festival sono molto al femminile, forse
perché anche il Comitato di direzione (Ianina Quint, te—
desca, Mariam C.5aid, libanese, Danae Elone, israeliana)
e quello di selezione hanno una forte impronta in questo
senso. Inoltre sono convinta che la compassione (molto
vicina al tema di quest’anno) sia un seme connaturato al
DNA della maggior parte delle donne, che hanno un modo
di entrare nelle pieghe più riposte delle situazioni e dei
sentimenti, di condividere, esserci, comprendere. Ciò sen-
za nulla togliere agli uomini, con i quali esiste una com-
plementarietà, ma noi siamo più dedite all’ascolto. Sono
comunque convinta che da tutti si possa dare e ricevere
qualcosa. Lavoro al Festival con tantissime donne che mi
regalano ogni giorno la loro passione e professionalità: in
futuro vorrei lasciare questo prodotto in mano alle ragazze
ed ai ragazzi, ai giovani delle nuove generazioni.

noidonne | Luglio—agosto | 2011







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