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Numero 7 del 2011

Andamento lento


Foto: Andamento lento
PAGINA 24

Testi pagina 24

ANDAMENTO LENTO/4

DE RERUM
NATURA

Owem: sulla natura delle cose

di Paola Urtensi

l titolo dell’opera di Lucrezio, grande scrittore Lati—

no del primo secolo avanti Cristo che sulla natura e

sull’uomo ha detto tanto, ci offre prezioso spunto e uti-
le riferimento. La preposizione de che in Latino signifi—
ca “tutto quello che... attorno a ..” in questo caso alla na-
tura e alle sue infinite caratteristiche, di queste ci intriga
a sceglierne una di enorme interesse e complessità: la len—
tezza. La lentezza è un processo inesorabile della natura,
che a molti obiettivi arriva percorrendo tappe precise e
insostituibili. Tappe che ritmano e organizzano un per-
corso dai preziosi crocevia del tempo. Un tempo dalle mol-
te unità di misura, ognuna con la sua funzione, in cui la
fretta non è prevista se non come una potenziale minac—
cia. Dall’unità di misura del giorno e della notte, luce e
buio, ai mesi, alle stagioni, agli anni, fino alle ere geolo-
giche che intrecciandosi fra di loro scandiscono crescita,
modifiche, trasformazioni, mutazioni profonde della
terra e degli umani, dove il tempo lento ed inesorabile di-
viene garanzia di qualità e concreti traguardi di succes—
so. Pensiamo ad una angolatura che ci è particolarmen-
te vicina in natura come l’agricoltura. Proviamo a curio-
sare. L’estate incalza e il tripudio della frutta, dei suoi co—
lori e dei mille sapori, gratifica il nostro sguardo, il no-
stro gusto e ci racconta una storia di lenta maturazione
per offrirci cibo e nutrimento in una ricchezza di varie—
tà che si moltiplicano nei diversi territori e continenti in
cui il globo si espande.
Pesche, prugne, albicocche, nespole, e ancora fichi o
more, cocomeri o meloni sono stati boccioli e poi fiori e poi
frutti come i pomodori, fagioli, zucche e zucchine, melan-
zane e larghe foglie d’insalate; iniziarono il loro viaggio nel
tardo inverno o nella prima primavera. Furono semi forse
tondi, o magari ovali, ma pur sempre semi in un lento viag-
gio pieno di stazioni in cui la fretta non è permessa e dove
la liberazione, spuntando dalla terra con le prime foglie va
seguita con attenzione e rispetto .

G noidonne | Luglio—agosto | 2011

FOCUS %%/%W





Dalla frutta, agli ortaggi ai grandi cereali; come il grano che
ora a luglio, giallo come oro al vento punteggiato dal ros-
so dei papaveri è stato all’inizio filo d’erba che ha racchiu-
so la spiga in sé invisibile sin dall’inizio. Spiga che lentamente

crescendo ha mutato misura e colore
fino a divenire grano da raccogliere per
fare farina e per ridarci il nuovo seme.
E come il grano, il riso o il granturco che
sotto il più moderno nome di mais non
solo è per noi pannocchie e farina per
la polenta, ma rappresenta insieme "
alla soia il più importante fattore di ali-
mentazione animale. In natura la len-
tezza è legge positiva ineludibile e ogni
tempo previsto darà forza al nuovo che verrà. La
natura non ha fretta. Ha un compito da svolgere
e quando viene forzata produce guai. '

E ancora il tempo ci dona quella biodiversità di cui " ' 9’
tanto si parla oggi. Concretamente biodiversità si- 333V F
gnifica infinite tipologie di grani o di pomodori o j i
di vitigni, magari di patate, insalate, mele o pere , ' ‘

solo per citare come esempi tra i frutti più noti del— 'r

la nostra terra. Semi che a seconda del terreno, del clima han-

no subito modifiche, aggiustamenti nelle forme, consistenza,

sapori, resistenza alle malattie e comunque sempre modi—

fiche per adattarsi e trovare la via dello sviluppo in un dato
territorio. In natura dunque lentezza è un valore, un inse-
gnamento che sulle spalle si porta la tartaruga, o che ci in—

segna la lumaca o i tanti quarti che offre la luna prima di
mostrarsi piena. Tempi, lentezza, fasi obbligate nella natu-


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