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Numero 7 del 2011

Andamento lento


Foto: Andamento lento
PAGINA 36

Testi pagina 36

MAFIE EANTIMAFIE

CRIMINALITA E
CORRUZIONE,
NEMICHE
DELLE DONNE

di Tiziana Bartolini

G UN CONVEGNO DEL SINDACATO
DEI GIORNALISTI [ASR]

HA VALORIZZATO IL RUOLO
FEMMINILE NELL’ANTIMAFIA






















è un protagonismo femminile nella lotta alle or—
ganizzazioni mafiose che il convegno organiz—
zato a Roma dall’Associazione Stampa Roma-
na (ASR) lo scorso 9 giugno ha inteso valoriz—
zare dando la parola a molte donne impegna-
te a vario titolo contro le mafie, a partire dal Lazio ma esten-
dendo lo sguardo ben oltre la dimensione regionale. ‘Don-
ne dell’Antimafia’ — è il titolo della giornata in cui si è par—
lato anche delle donne che nelle organizzazioni crimina-
li rivestono ruoli di primo piano - ha avuto anche il pre—
gio di affrontare un tema così impegnativo non sull‘onda
emotiva di un qualche fatto dell’ultima ora ma per riba-
dire la necessità civile di affrontare argomenti scomodi per
la politica e per il sistema mediatico. “Noi giornalisti sap—
piamo che è difficile parlare di mafia perchè non fa au-
dience. Ricordiamo però che la lotta alla mafia è passata
anche attraverso l’informazione e non a caso sono stati uc-
cisi giornalisti così come magistrati e rappresentanti del-
le forze dell’ordine“. Ha sottolineato Rita Mattei, Presi—
dente di ASR, che ha coordinato i lavori.
Il compito, importantissimo, dell’informazione è stato sot-

noidonne | Luglio—agosto | 2011



tolineato anche dall’On. Angela Napoli, una carriera po—
litica all’insegna della lotta alla ‘ndrangheta e iniziata a Tau—
rianova, primo comune sciolto per infiltrazioni mafiose per-
chè “la mancanza di audience nei media diventa audien—
ce per le mafie”. Ed è proprio dalle donne che Angela N a-
poli è partita citando l’esperienza tutta al femminile di Pla-
tì, dove è emerso con nettezza che il loro ruolo nell’orga-
nizzazione degli affari criminali è ormai “di gestione effettiva
e non più solo familiare”. Questa evoluzione apre nuovi
scenari perchè “ di fronte alla determinazione che con—
traddistingue le donne insieme alla loro capacità orga-
nizzativa non c’è repressione che tenga“. Paradossalmente,
dunque, il fatto che alcune caratteristiche femminili sia-
no investite nel crimine diventa un ulteriore fattore di dif—
ficoltà nella lotta alle mafie, che “non hanno più confini
poiché è stata sottovalutata la loro capacità di espansio—
ne”. La crescita dell’autorevolezza delle donne di mafia non
trova riscontro nel supporto dato alle donne che, invece,
contrastano il fenomeno. “Le donne dell’antimafia non
sono state adeguatamente incoraggiate — ha sottolineato an—
che ricordando il caso della collaboratrice di giustizia Lea

5, FEDERAZIUHE
‘NAZIDNALE
STAMPA

ITALIANA

Garofalo, uccisa e sciolta nell’acido — e questo è un segnale
molto concreto della reale volontà di fare la lotta al cri—
mine organizzato. Occorre comprendere che la presen-
za delle mafie spesso è un alibi per quella politica che non
vuole legalità e trasparenza e occorre ricordare che la cor-
ruzione rafforza la criminalità organizzata. Non è un caso
che nessun parlamentare abbia firmato una mia propo-
sta di legge che chiede la confisca dei patrimoni illeciti dei
politici”. Anna Maria Giorgione Imposimato, cognata
di Franco Imposimato assassinato nel 1983, per anni ha
avuto una vita blindata e da quaranta anni è al servizio del-
la Magistratura. Dal suo punto di vista è proprio nella cor-
ruzione che va ricercata l’origine di tanti guasti perché “è
diffusa a tutti i livelli e in tutti gli ambiti, è causa di uno
sperpero inaudito di risorse pubbliche che ha come ef-


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