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Numero 7 del 2011

Andamento lento


Foto: Andamento lento
PAGINA 38

Testi pagina 38

ANTROPOLOGIA

VIVERE
OUE VITE

di Mirella Mascellino

L'ESPERIENZA DIRETTA

E LA RELAZIONE
INTERPERSONALE SONO
ALLA BASE DEL LAVORO
DI RICERCA

DI CHRISTINE ZUPPINGER

hristine Zuppinger è un’etnologa tedesca, nata in

un paese della Baviera e residente da oltre tren-

t’anni a Berlino dove collabora con l’Università.

Ha avuto il privilegio di Vivere due Vite. Prima di

laurearsi in antropologia, faceva la farmacista. Ma

poiché le sue passioni erano l’antropologia e l’et—
nologia ha lasciato la professione di farmacista e ha seguito
il cuore e l’umana ricerca. In Sicilia viene da anni e at-
tualmente segue uno studio sulla pastorizia.

MI RACCONTI DI TE E DI COME NASCE LA TUA PASSIONE

PER L'ETNOLOGIA E IL MONDO DELLA PASTORIZIA?

Sono stata per diverso tempo in Sicilia e, dopo un’intensa
ricerca sul campo, ho scritto la mia tesi di laurea sulla Vuc-
ciria, l’antico mercato palermitano ricco di tradizioni. In
quell’occasione ho scoperto la passione per la fotografia,
che inizialmente era stata per me soltanto uno strumen-
to documentale. Ciò mi spinse successivamente a riela—
borare i miei risultati di ricerca anche in chiave lettera-
ria. Già allora mi interessava raccogliere la memoria del-
la Pastorizia in Sicilia. Ma non pensavo di riuscire a rea-
lizzare questo lavoro. Nel corso della mia ricerca sul cam-
po sulla Vucciria, ero spesso venuta a contatto con il mon-
do contadino della Sicilia, che produceva quanto offer—
to al mercato e l’idea di scrivere sui pastori era già nata

noidonne I Luglio—agosto I 2011




in quel periodo. Fu però
soltanto dopo l’inaspettato
grande riscontro di pubbli-
co di un mio libro su due
contadine della foresta ba—
varese, “Schwalbennester”,
che mi decisi a lavorare sul-
la cultura pastorale siciliana.
Punto d’avvio furono le Ma-
donie, dove ebbi la fortuna
di incontrare un pastore che,
proprio come le due conta-
dine bavaresi, mostrava grande comprensione e interes-
se per il mio lavoro.

MI PARLI DI UN TUO LIBRO PRECEDENTE.

DI COSA TRATTA?

Il mio primo libro il cui titolo in italiano significa “Nidi
di rondine”, è stato pubblicato nel 2008: racconta di due
sorelle non sposate, le quali vivevano poco distante dal
mio luogo di origine, in una piccola fattoria. Fu la loro
quotidianità che decisi di indagare. Mi si presentò innanzi
— in parte noto, in parte estraneo — un mondo in cui la mor—
te è ancora popolata da fantasmi e spiriti. Per tre anni, ebbi
con le due donne dei dialoghi, fino alla loro morte. E da
questi dialoghi nacquero brevi testi di prosa che, nel loro
insieme, restituiscono un’idea di queste due personalità
autarchiche e del loro microcosmo. Sicuramente, insoli-
to era il fatto che nella loro storia familiare fossero state
sempre presenti donne non sposate che gestivano da sole
la masseria. Hanno sempre lavorato per almeno cinque
generazioni con un uomo in mezzo e ciò mi ha interes-
sato molto. Altrettanto interessante era, però, anche il
modo in cui entrambe, pur se ancorate al passato, si fos-
sero cimentate con pragmatismo e scaltrezza con le esi—
genze della vita moderna. Nella loro comunità erano del-


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