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Numero 10 del 2014

Occhio alle (De)Generazioni


Foto: Occhio alle (De)Generazioni
PAGINA 36

Testi pagina 36

34 Ottobre 2014
KU
RD
IS
TA
N
Chi sono le combattenti peshmerga di cui tanto
si sente parlare negli ultimi tempi? Cosa fanno?
Qual è la loro storia? Sono solo alcune delle domande che ci
siamo fatte alla luce delle recenti e disumane uccisioni perpe-
trate dall’Isis, l’auto proclamatosi califfato che ben poco ha di
islamico, ai danni delle minoranze curde e yazide che abitano
l’area settentrionale dell’Iraq.
Letteralmente il termine peshmerga significa “coloro che sono
pronti a fronteggiare la morte”.
Nato come un titolo di riconoscimento per gli uomini e le don-
ne che hanno combattuto per uno Stato curdo libero tra Iran,
Iraq, Siria, Turchia dopo la Prima Guerra Mondiale, in tempi
più recenti il termine viene associato ai gruppi militari curdi, di
cui le donne fanno da sempre parte integrante.
Per la popolazione curda, i peshmerga non rappresentano
solo i militari che combattono, sono anche gli angeli che pro-
teggono i loro confini e le loro libertà.
Due ruoli che sono andati delineandosi in due momenti sto-
rici. Prima con la fondazione del Movimento d’Indipendenza
curdo nel 1920. Poi con la nascita della Repubblica curda di
Mahabad nel 1946 ed il suo disfacimento un anno più tardi.
Si parla della storia di un popolo, delle sue e dei suoi com-
battenti che va di pari passo con la richiesta secolare di uno
Stato indipendente, il Kurdistan, e del suo riconoscimento in-
ternazionale.
Si tratta di una storia nella quale è un dato di fatto che fin
dal secolo scorso l’attivismo delle donne sia stato un cardi-
ne fondamentale per la causa curda, anche
se si tratta di una presenza riconosciuta
ufficialmente solo nel 1996, quando i
gruppi volontari femminili sono sta-
ti formalmente integrati all’interno
dell’esercito curdo con il nome di
Unità 106, II battaglione.
Ad oggi parliamo di centinaia di
donne addestrate presso il quartie-
re generale di Sulimaniyah nel
nord iracheno. A guidarle è il
colonnello donna Nahida Ahmad
Rashid, per la quale combattere
per il proprio Paese è una questio-
ne imprescindibile dell’essere curdi.
“Siamo peshmerga ed è nostro dovere
nazionale proteggere la nostra terra ed ottenere la sovranità
nazionale. Siamo qui per una causa ed una missione. Siamo
qui per continuare a lottare e proteggere quello che abbiamo
raggiunto: il Parlamento, la stabilità e la sicurezza. Siamo qui
per realizzare la libertà e la liberazione”.
Sono donne che non hanno smesso di prendersi cura delle
loro famiglie se non quando, per necessità militari, devono
muoversi in ricognizione nelle zone settentrionali irachene
dove è serrato il combattimento contro l’Isis, tra le città di
Kirkuk, Daquq, Jalawla e Khanaqin.
Sono mogli, madri e figlie che combattono accanto ai loro ma-
riti, padri e figli senza favoritismi o facilitazioni e che godono
dello stesso trattamento degli uomini così come prevede la
legge militare curda.
PESHMERGA
ANGELI ARMATI PER LA LIBERTà
di Zenab Ataalla
Guerriere valorose in prima linea nella Guerra
contro l’isis per difendere le loro conquiste.
prima di tutto come donne
Il RUolo
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STATo INDIpeNDeNTe Del
KURDISTAN
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