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Numero 10 del 2014

Occhio alle (De)Generazioni


Foto: Occhio alle (De)Generazioni
PAGINA 31

Testi pagina 31

29Ottobre 2014
SU
D
ES
T
AS
IA
TI
CO
SONO MILIONI
LE VITTIME
DEL TRAFFICO
DI ESSERI UMANI
E
IL 56%
DEI BAMBINI
FINISCE
NEL GIRO
DELLA
PROSTITUZIONE
e Chiang Mai: sono facili da trasportare e sono più facili da
ricattare o impaurire.
Chi acquista una prestazione sessuale in questi luoghi deve
sapere che, nonostante il rossetto e gli abiti di lustrini, sta ac-
quistando un’ora di vita di un bambino schiavo. Si parla di
schiavitù nel 70% dei casi in cui la fi ga mandorlata è adul-
ta, ma la percentuale sale al 97% quando è sotto i 18 anni.
La prostituzione minorile nella regione tra il Myanmar e le Filip-
pine è facilmente accessibile e a buon mercato, con la doman-
da cresce l’offerta e con la globalizzazione si amplia la rosa
dei servizi. La pornografi a è la nuova frontiera: nell’era di in-
ternet è relativamente facile nascondere la propria identità e il
luogo da cui si vende, compra e scambia e un video con bam-
bini può essere personalizzato in base al cliente e raggiungere
un pubblico vasto, aumentando il profi tto ma salvaguardando
l’investimento (c’è una discreta differenza tra girare un video e
mettere la propria merce a disposizione di 5-7 clienti al giorno,
con tutti i rischi che questo comporta).
La prostituzione minorile e la pedopornografi a nei paesi non
industrializzati sono in larga parte frutto di disagio dovuto alla
povertà: spesso a seguito di inganno sono le famiglie stesse
a mettere i propri fi gli nelle mani degli aguzzini. Si sente spes-
so parlare di campagne di sensibilizzazione e scolarizzazione
per diminuire la vulnerabilità delle comunità più indigenti, la
verità, purtroppo, è che il cam-
biamento culturale richiede ge-
nerazioni, e le famiglie che in
tempo di carestia vendono un
fi glio o lo “mandano a lavorare”,
nel breve termine continueran-
no a farlo. Aumentare la sco-
larizzazione non signifi ca solo
garantire l’accesso gratuito a
scuola ma anche che la qualità
dell’insegnamento sia competi-
tiva, che l’ambiente scolastico sia sicuro e che i costi di avere
un fi glio a scuola e non al lavoro non siano percepiti come un
ostacolo insormontabile.
Agire a monte signifi ca ignorare le vittime di oggi per proteg-
gere quelle di domani, mentre un’azione integrata con un mag-
giore focus sugli effetti dello sfruttamento sessuale di minori
(leggi più rigide sull’uso e scambio di materiale pedoporno-
grafi co e prostituzione minorile, maggiore collaborazione tra
polizie nazionali e lotta alla corruzione) potrebbe davvero fare
la differenza per le vittime di oggi. L’eterno quesito della causa
e dell’effetto si ripropone. Che fare? ?


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