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Numero 12 del 2006

Letterina di Natale dai 4 milioni delle primarie


Foto: Letterina di Natale dai 4 milioni delle primarie
PAGINA 29

Testi pagina 29

noidonne dicembre 2006 29
mente un governo che Israele reputa il-
legittimo e non vuole riconoscere. Mal-
grado le parole della comunità interna-
zionale che chiede ci siano due popoli e
due stati, nulla è stato fatto per far si
che Israele applicasse le Risoluzioni del-
l'Onu o che rispettasse un minimo di le-
galità internazionale.
L'immigrazione dei coloni continua?
L'insediamento all'interno dei territo-
ri occupati da Israele nel '67 continua-
no. I coloni arrivano in quella terra pen-
sando sia loro, per diritto divino, e vor-
rebbero che i palestinesi se ne andassero
nei 22 paesi arabi lasciando tutto. L'o-
biettivo è evidente: vogliono azzerare la
storia e l'identità di un popolo.
Che impressione ti ha fatto il Muro?
La propaganda dice che quel muro è
stato costruito per la sicurezza di Israe-
le, in realtà è ancora una volta un mez-
zo per sottrarre terra ai palestinesi e
prendere pozzi e falde acquifere che
guarda caso sono ora, nel territorio an-
nesso da Israele, dove ci sono case con
piscina e campi irrigati. Mentre dall'al-
tra parte, ai palestinesi, l'acqua se va
bene, arriva una volta la settimana.
Qual è la posizione di Hamas?
Hamas ha applicato e continua ad
applicare il cessate il fuoco malgrado
ogni giorno gli israeliani ammazzino ci-
vili e capi palestinesi. Le incursioni nel-
le città palestinesi non hanno modifica-
to la politica di Hamas che ha ricono-
sciuto lo stato di Israele entro i confini
del 1967 mentre Israele non ha mai ri-
conosciuto lo Stato di Palestina. Biso-
gna ci sia reciprocità e da qui ripartire
per un'operazione di pace utile a Israele
che diventerebbe finalmente un paese
normale all'interno del medioriente. Fer-
mare la politica del governo Olmert si-
gnifica anche salvare Israele dall'auto-
distruzione.
Perché l'Unione europea non prende
posizione?
I Governi europei vivono nel ricatto
permanente. Chiunque critica la politi-
ca di Israele viene considerato antisemi-
ta. Basterebbe ascoltare le voci degli
israeliani pacifisti che rivendicano con
forza la pace e il negoziato. Basterebbe
ascoltare le voci delle donne e di tutte
quelle forze e gruppi interni a Israele che
riconoscono il diritto di vivere insieme,
ciascuno nel proprio stato.
“basterebbe ascoltare le voci delle donne e di tutte quelle
forze e gruppi interni a Israele che riconoscono il diritto di
vivere insieme, ciascuno nel proprio stato”
Ricerca di verità
Pacifiste per esperienza
“la nonviolenza è intessuta di capaci-
tà, attitudini, metodi e parole che le
donne, il femminismo, il valore della
differenza hanno storicamente incar-
nato”
Il volume inizia all'insegna di due parole che
direzionano l'attenzione in mezzo alle molte
voci che si mescolano e si aggiungono via via
come in un esercizio collettivo di scrittura,
unico antidoto per "andare oltre l'illusione di
una verità neutra e unica, e fare tesoro di
elaborazioni teoriche e di pratiche che si rap-
portino con la realtà in maniera problemati-
ca e complessa". Le chiavi di accesso sono la
parola dialogo e la parola due. L'intervista-
colloquio con cui Lidia Menapace e Giovanna Providenti inaugurano 'La nonvio-
lenza delle donne' (a cura di Giovanna Providenti, Libreria Editrice Fiorentina,
pp.285, euro 16,00 - Quaderni Satyagraha, n.10, a cura del Centro Gandhi di
Pisa) testimonia che il mondo della nonviolenza e delle donne - un mondo reali-
stico in quanto le comprende entrambe - non può che essere frutto di reciproche e
lungimiranti inclusioni.
Questo è quanto appare nel corso della lettura, nell'aggiungersi dei contributi che
declinano il femminile e la sua differenza secondo la nonviolenza - Providenti,
Caporossi, Abbate e Tonelli - e di quelli che prendono a cuore il percorso inverso
nel partire dalla nonviolenza e nel portarla fino in fondo scoprendone una radice
nella differenza di genere - Muraro, Andò -.
Partendo dalla ricerca di un significato universale di nonviolenza, di differenza di
genere e della loro coniugazione, si passa attraverso una rivisitazione delle paro-
le della cultura e della sua divulgazione tanto da giungere a trasfigurare quello
che in ogni cultura, filosofia o visione del mondo costituisce il cuore: la verità.
Non siamo infatti di fronte ad un pensiero che cerca un verità-oggetto da mettere
in tasca o da "esportare", bensì emerge l'anelito ad una verità come nuova ricer-
ca. Prova di questo sono le testimonianze - le pratiche e le esperienze che costitui-
scono la seconda e terza parte del libro - in cui si annodano la narrazione di real-
tà concrete in parti di mondo o società senza voce con l'idea e il metodo di una
conversione dello sguardo all'insegna del sentire e dell'agire nonviolento. Se dun-
que alla base del volume stanzia l'idea di disambiguare la superficialità del dire
secondo cui la donna è per natura nonviolenta, l'esito comune che sottende tutti
gli interventi è un nuovo dire secondo cui, invece, la nonviolenza è intessuta di
capacità, attitudini, metodi e parole che le donne, il femminismo, il valore della
differenza hanno storicamente incarnato. Il libro sarà presentato a Roma (Casa
Internazionale delle Donne, 14 dicembre h 17.30), il 18 gennaio a Torino e a
Senigallia (Scuola di Pace, 1° marzo).
Federica Curzi


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