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Numero 12 del 2006

Letterina di Natale dai 4 milioni delle primarie


Foto: Letterina di Natale dai 4 milioni delle primarie
PAGINA 7

Testi pagina 7

noidonne dicembre 2006 7
Dopo aver letto quel titolo,"Togliti ilvelo!", sul numero di ottobre sono
corsa a leggere la firma dell'autrice e mi
ha molto confortata il fatto che l'artico-
lo fosse stato scritto da una musulmana
yemenita. In primo luogo perché la sim-
bologia del velo, nel vasto e multiforme
mondo islamico, è tanto complessa e
problematica che solo chi la conosce a
fondo, e dunque dall'interno, solo chi
non l'ha solo studiata ma la vive perso-
nalmente, disposta a condividere sulla
propria pelle le conseguenze di scelte
difficili, può permettersi di indicare i
percorsi per realizzare nel
mondo islamico la liberazione
della donna. In secondo luogo
perché se quell'appello viene
dall'esterno porta dentro sé,
anche se del tutto involonta-
riamente, la convinzione di of-
frire un modello superiore, ov-
vero il pre-giudizio, non avver-
tito perché profondo e incon-
scio, della superiorità della ci-
viltà occidentale. In terzo luo-
go perché lo sguardo dell' "Al-
tro" genera sempre imbarazzo
e disagio, se non fastidio e ri-
fiuto, poiché ci costringe a
prendere coscienza e a ricono-
scerci in un'immagine inedita
che, forse, non ci piace.
Voglio dire che l'Occidente,
di cui le culture orientali vivo-
no con sofferenza il volto colo-
nialista, (vero Santanchè? ) si
deve ben guardare dal propor-
re soluzioni e modelli elabora-
ti lungo secoli si storia, in un
contesto, unico e irripetibile,
molto lontano dall'Oriente. Al
contrario, come una levatrice,
deve limitarsi ad assecondare
il processo di liberazione fem-
minile secondo i tempi e le modalità che
le donne islamiche individueranno au-
tonomamente, lavorando all'interno
della loro cultura, facendo i conti con
realtà socio-politiche varie e diverse fra
loro. Chiediamoci piuttosto come mai si
rimettono il velo in testa le figlie di quel-
le donne che a suo tempo se l'erano le-
vato; non è forse perché - nella ricerca
di valori solidi su cui fondare la propria
identità e in presenza di una profonda
crisi del mondo islamico - il velo è vis-
suto come il simbolo distintivo dell'or-
goglio etnico, un segno attraverso cui
rivendicare la dignità della propria cul-
tura?
La questione del velo dunque, se in-
quadrata nell'orizzonte della complessa
realtà contemporanea, rivela tutto il
malessere che percorre le società mul-
tietniche globalizzate. Siamo di fronte
insomma ad una questione solo appa-
rentemente di genere, di fatto essa porta
con sé un alto valore simbolico che at-
traversa tutta la società: si tratta del-
l'incontro-scontro fra due mondi che
viene combattuto, come spesso accade,
sul corpo delle donne. Dalle quali però
viene la proposta dell'unica via possibi-
le per un'integrazione autentica, la via
del dialogo: solo incontrandosi fisica-
mente, solo scambiando parole vive, i
diversi impareranno a conoscersi e a ri-
spettarsi.
Facciamo comprendere come il no-
stro mondo sia più complesso di quanto
appaia. Ad esempio perché non ripren-
diamo la vecchia dimenticata battaglia
contro la mercificazione del corpo fem-
minile? (a cominciare dalla tv che con-
tinua a proporre un modello femminile
volgare ed amorale, oltre che intellet-
tualmente meschino e culturalmente de-
privato). E però: questa battaglia non
significa che noi apprezziamo il tipo di
abbigliamento, adottato da molte mu-
sulmane, che nasconde le for-
me femminili per allontanare
ogni idea di seduzione: abiti
ampi, colori scuri e mortifican-
ti come quelli delle suore cat-
toliche. Perché del vestire con
grande pudicizia - costumi si-
mili erano diffusi fino a ieri an-
che in Italia - noi temiamo il
valore simbolico: non sei un
essere umano di sesso femmini-
le, cioè una donna, sei una
femmina, cioè colei che suscita
il desiderio maschile, colei alla
quale la natura ha consegnato
il compito di soddisfare il ma-
schio affinché la vita si rinno-
vi e la morte sia sconfitta. Co-
me dire: se non vesti casta-
mente sei tentatrice e dunque
colpevole degli atti di libidine
eventualmente subiti (e infatti
nei quartieri squallidi e violen-
ti delle periferie urbane il velo
può rappresentare l'unica dife-
sa dall'aggressione di maschi
cui fa comodo scambiare la
donna 'svelata' per una donna
'di facili costumi'). L'incontro
con le donne musulmane, non
facile, può essere fruttuoso se
ci ricordiamo che anche noi ai loro oc-
chi siamo l' "Altro"; che nessuno sguar-
do è ingenuo perchè si porta dentro tut-
ti i pre-giudizi assorbiti dall'ambiente e
dall'educazione; che potremo raggiun-
gere uno scambio rispettoso solo lavo-
rando in un clima di empatia. Empatia:
è la premessa necessaria per giungere,
abbandonata ogni forma di missione
pedagogica, al riconoscimento dell'Al-
tro e dunque, nel tempo, alla trasforma-
zione reciproca.
Il velo e l’empatia
Pensieri Svelati
Stefania Friggeri
l'Occidente, come una levatrice, "deve limitarsi ad assecondare il
processo di liberazione femminile secondo i tempi e le modalità
che le donne islamiche individueranno autonomamente"
Daphne Maugham, Ritratto di Carol Rama (1949)


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