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Numero 11 del 2012

Futura: Il domani che è tra noi / 3


Foto: Futura: Il domani che è tra noi / 3
PAGINA 48

Testi pagina 48

PARTENZÀZ..VIA

ÉÎUISP

sponpenufli

L'USO DEL LINGUAGGIO SESSUATO NELLO SPORT PER NON RINUNCIARE
ALLA FUNZIONE PEDAGOGICA

di Paola Lanzon

ino ai 12/14 anni |a maggioranza dei

bambini e delle bambine pratica uno o
più sport. Questi sono i dati. L'abbandono
avviene successivamente, nella fase ado-
lescenziale: ma questo è un altro problema.
II mondo sportivo ha quindi nelle sue di-
verse articolazioni, nelle sue mani, una
grande opportunità, che fa rima ovvia-
mente con responsabilità. Ha l'opportuni-
tà di svolgere in maniera forte e decisa la
propria funzione pedagogica; ha l’oppor-
tunità di costruire attraverso la relazione e
il linguaggio quella corretta cultura di ge-
nere e quella visione della realtà in cui uo-
mini e donne abbiano pari dignità, pari vi-
sibilità, pari cittadinanza. Ciò che non si no-
mina non esiste? Bene, allora: buongiorno
bambini e bambine; istruttori e istruttrici,
educatori educatrici....proviam0 tutti e tut-
te a fare questo esercizio ...... e via via im-
pegniamoci a costruire un mondo fatto di
immagini e parole ricco della ricchezza del

mondo e della società tutta intera, senza
escludere nessuno ed in particolare le
donne. Sono consapevole che da molti e
molte questa battaglia viene considerata
non fondamentale, come sei temi impor-
tanti fossero altri. Ed è per questo che ho
salutato con grande gioia il lavoro realizzato
da Cecilia Robustelli, docente di linguisti-
ca italiana e collaboratrice dell'Accademia
della Crusca, che ha realizzato per il co-
mune di Firenze un progetto dal titolo Ge-
nere e Iinquaqqio, che ripartendo dallo sto-
rico testo di Alma Sabatini del i987 (“Per
un uso non sessista della lingua italiana")
ribadisce lo strettissimo legame tra il Iin-
guaggio e la rappresentazione della realtà
e decide di declinare al femminile l'ostico
linguaggio politico e amministrativo. Chi si
occupa di sport, chi “insegna" sport deve
quindi avere chiara questa sfida: deve cioè
scegliere se occuparsi di tecnica, di gesti
tecnici o di persone; deve scegliere se far-



si carico della funzione pedagogica insita
in ogni relazione umana, centrale anche nel
percorso sportivo, per seminare con l’esem-
pio e con la cultura le fondamenta di un
mondo migliore, non nemico delle donne.
L'invito da rivolgere anche ai genitori può
anche essere quello di valutare le proposte
sportive tenendo presente il parametro del-
la cultura di genere. C’è sempre tempo per
imparare o perfezionare un gesto tecnico:
è più importante invece ricercare ambien-
ti in cui imparare a vivere in armonia e a nu-
trire la mente dei nostri ragazzi e delle no-
stre ragazze di cultura e civismo.

SEPARAZIONE E RISARCIMENTO

di Simona Napolitani

La moglie cita iI marito chiedendo iI risarcimento del danno causatogli dalla viola—
zione dei doveri nascenti dal matrimonio e, in particolare, dell'obbligo di fedeltà; com—
I portamento assunto con modalità particolarmente lesive della sua immagine e del

SENTIAMO L'AVVOCATA

suo decoro, in considerazione della notorietà della relazione da lui intrattenuta con altra donna, anch’essa spo—
sata. Si costituisce i| marito sostenendo che iI suo comportamento può essere unicamente regolamentato dal

procedimento di separazione e, in particolare, dalla pronuncia di addebito
La causa è arrivata all’esame della Suprema Corte, che, in linea con l’orientamento che riconosce natura giu-

ridica agli obblighi che derivano dal matrimonio, ha accolto il ricorso della donna, enunciando importanti principi che è opportuno segnalare ed
esaminare. Innanzitutto, è stato affermato che la violazione dei doveri che nascono dal matrimonio (fedeltà, coabitazione, assistenza morale e
materiale, collaborazione nell’interesse della famiglia) non trovano la loro sanzione solo nelle misure tipiche previste dal diritto di famiglia, come
la pronuncia di addebito, con i suoi riflessi di perdita del diritto all’assegno e dei diritti successori, ma può anche, ove ne sussistono tutti di pre-
supposti, integrare gli estremi di un illecito civile.

Anche nell’ambito della famiglia, i diritti inviolabili della persona rimangono infatti tali, cosicché la loro lesione da parte di altro componente del—
la famiglia può costituire presupposto di responsabilità civile.

Quindi, qualora ci sia un comportamento illecito ai danni di un familiare, che lede i diritti propri della persona, tutelati dalla nostra Costituzione,
la vittima avrà diritto al risarcimento del danno.

In conclusione, possiamo affermare che la violazione dei doveri che nascono dal matrimonio, hanno oggi un doppio binario per la loro regola—
mentazione: da una parte la pronuncia di addebito, dall’altro la richiesta di risarcimento del danno.

È un traguardo molto importante, perché anche le sentenze rese in materia di famiglia aiutano a creare una cultura diversa, per cui un orienta-
mento più rigoroso in merito a condotte illecite, può aiutare a contenere tante situazioni pregiudizievoli per le donne.

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noidonne | novembre-dicembre | 2012


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