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Numero 11 del 2012

Futura: Il domani che è tra noi / 3


Foto: Futura: Il domani che è tra noi / 3
PAGINA 35

Testi pagina 35

UN ANNO DI GiULiA

GIORNALISTE
CHE FANNO
LA DIFFERENZA

di Silvia Garambois

UNA RETE DI SETTECENTO
GIORNALISTE UNITE DALL'IDEA
CHE "L'INFORMAZIONE COSÌ

\

COM'E NON CI PIACE"

n anno. GiULiA ha compiuto un anno, ed è ar—
rabbiata come il primo giorno. GiULiA è l’asso-
ciazione delle Giornaliste Unite Libere e Auto-
nome, una rete vera che corre dalle grandi testate
(le tv, i quotidiani nazionali) ai siti web, dai set-
timanali alla radio, dalle realtà del Sud - dove sono
minacciate, fisicamente, dalle mafie - a quelle del Nord
- dove chi fa il proprio mestiere senza guardare in fac-
cia nessuno deve sopportare il ricatto delle denunce e del-
le querele. Giornaliste famose e sconosciute. Direttrici e
precarie, inviate o free lance.
Settecento giornaliste, che si sono unite nel tam-tam del
web e delle telefonate, con una sola idea: “l’informazio-
ne così com’è non ci piace”. In tv e sui giornali la realtà,
così complessa, difficile, è sparita. Non si parla dei gio-
vani, quelli veri, quelli che studiano e s’arrabattano per
un posto di lavoro, quelli che non hanno più sogni. Non
si parla - soprattutto - delle donne: le donne della realtà,
quelle che sudano, che hanno il lavoro di cura nelle case,
quelle che hanno l’ingegno, che sono sempre “più bra-
ve”, “più affidabili”, “più preparate” ma che non fanno
mai carriera.
GiULiA, un anno dopo, ha fatto i primi bilanci, in una
assemblea nella sede della Federazione della Stampa. Con
rabbia. Rabbia perché a fine ottobre sono già 110 le don—
ne uccise in questo Paese, vittime di femminicidio. Ma
GiULiA su questo ha vinto una battaglia, insieme a tan-



te altre donne: nei giornali questi delitti vengono finalmente
chiamati - dopo tanta resistenza - con il loro nome, “fem-
minicidi”, non più “troppo amore”, “passione”, “raptus”,
ma un fenomeno sociale gravissimo su cui finalmente si
è alzato un velo.
Rabbia perché le eccellenze delle donne non hanno visi-
bilità in un Paese in cui persino nei talk show vengono in—
vitati solo maschi, e le donne sono relegate al ruolo di “bel-
la presenza” o di esperte di cucina: dove sono le ricer-
catrici, le scienziate, le giuriste, le artiste? Dove sono le
ricercatrici, le scienziate, le giuriste, le artiste quando bi-
sogna nominare responsabili della cosa pubblica?
L’informazione può molto: fa opinione, crea cultura. Per
questo le giornaliste di GiULiA nei loro giornali - oggi che
sono in rete - hanno più forza per contrastare queste de-
rive. Lo hanno fatto all’Ansa, dove il direttore ha accon—
sentito di togliere dal sito la foto del “ più bel sedere del
Brasile” (che ser-

. . viva solo a richia—
mare “clic”). Lo
1 1 hanno fatto a Tele-

. . video, dove l’espo—

glornal te sto di GiULiA
contro il direttore
del “Giornale”,
Alessandro Sallu-
sti, per aver pub-
blicato un articolo
pieno di menzo-
gne, è andata in
prima pagina. Lo
. fanno nelle tra-
‘l smissioni televisi-
ve di cui sono autrici. Nei giornali che dirigono. Negli ar—
ticoli che scrivono. La goccia che scava la pietra... Set-
tecento piccole gocce nell’informazione italiana...
L’anno che verrà per GiULiA è pieno di progetti: corsi
di formazione “di genere” per i giornalisti e per chi stu-
dia la comunicazione; un osservatorio sul linguaggio dei
giornali e dei tg, per denunciare gli “orrori di stampa” con—
tro le donne; persino piéce teatrali sul femminicidio, a Mi-
lano. Soprattutto GiULiA non vuol lasciare sole le gior-
naliste che si battono per l’informazione giusta, come fa
Marilù Mastrogiovanni nel Salento, con il suo “Il tacco
d’Italia”, che subisce le minacce della Sacra Corona Uni—
ta; come Ester Castano, minacciata per mesi da un sin—
daco dell’Alto Milanese, che ora è finito in galera per i rap-
porti con la ‘ndrangheta.
Per alzare la voce GiULiA usa gli strumenti del web: ha un
sito, wwwgiuliagiornalisteit, una pagina Facebook. E tan-
te donne e tanti uomini che la vogliono stare a sentire.







noidonne | novembre—dicembre | 2012 33


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