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Numero 11 del 2012

Futura: Il domani che è tra noi / 3


Foto: Futura: Il domani che è tra noi / 3
PAGINA 43

Testi pagina 43

nale: nasce dal critico d’arte Bernard Berenson e gira mol—
to nella “cerchia” delle amicizie di Elsa (oltre Moravia, At-
tilio Bertolucci, Giorgio Bassani, Pasolini) che se le hanno
dato molto nutrimento intel—
lettuale, le hanno anche pro-
curato grande sofferenza, non
avendo capito che la finalità
della scrittura letteraria di Elsa
era “interrogare sinceramen-
tela vita reale, affinché essa ci
renda, in risposta, la sua veri-
tà”, come scrive in Sul r0-
manzo.

Il desiderio di allargare la co-
scienza, toccare la verità e
l’assoluto di cui era assetata,
l’ha portata a fare uso di al-
lucinogeni, che hanno sia
contribuito a fare di lei una
grande poeta sia, probabil-
mente, ad ammalarsi. Anche
ad essere amata, ma non
compresa, dal marito noto
scrittore con cui è vissuta
per più di venti anni e che è
stato “materialmente” pre-
sente anche dopo la separa-
zione, pur convivendo con
Dacia Marini. In Vita di M0-
ravia, Elkann scrive che Elsa
era una donna assoluta per la
quale ogni piccola cosa as-
sumeva significati superiori
all’entità dell’episodio e che
Moravia era “affascinato da
qualcosa di estremo, di stra-
ziante e di passionale che
c’era nel suo carattere. Pare-
va che ogni giorno della sua
vita fosse l’ultimo prima del—
la morte”. .7
Elsa era così assoluta come il . "
ragazzo adolescente che si
sentiva di essere? Chissà se,
ora che non ha più un corpo
di donna matura, finalmente ' '
il suo agatos (la componente
spirituale che lei accostava al
kalòs: “Kalòs kai agatòs è stato sempre, fin dall’infanzia,
l’ideale a cui miravo, nella ricerca della duplice perfezione”)
si trova ora in un nuovo corpo. Chissà se finalmente si è



ELSA MORIHTE



L’ ISOLA DI ARTURO







Graziella Bcrnabò

Elsa Morante
tra vita e scrittura

i s

Carucci cdimru

Elsa Morante
LA STORIA

Iwuoduzlonrdenzzchurbuh





realizzato il deside—
rio, confessato a
Giacomo De Be-

nedetti a proposi—

to de “L’Isola di

Arturo”: “La sola

ragione che ho
avuta (di cui fossi
consapevole), nel met-
termi a raccontare la vita
di Arturo, è stata (non rida) il
mio antico e inguaribile desiderio di essere un ragazzo”.
Pochi mesi prima di morire Elsa Morante nega alla gior—
nalista Adele Cambria un’intervista, affermando di non
essere una gazzettiera come lei, ma un autore postumo
la cui opera sia destinata a restare, senza bisogno di di—
ventare nota ai più. Tali modi bruschi e suppo-
nenti, in parte dettati dalla sofferenza fisica dovuta
all’idrocefalia per cui rifiuta di farsi operare, te—
mendo che trapanare il cranio per liberarla dal-
l’acqua in eccesso possa danneggiarle il cervello,
rivelano anche qualcosa di vero. Pur se pubblicata
da Einaudi e recensita da importanti critici lette-
rari a lei contemporanei, Morante non è stata au-
trice della sua attualità.

Non la sua e forse neanche la nostra. Sia noi che
lei viviamo in un tempo di crisi, di cui i perso-
naggi dei suoi romanzi sono profondi interpreti.
Ma lei, scrivendo, ambisce a costruire grandi e so-
lide cattedrali, ombrose e piene di luce al tempo
stesso: destinate ad ospitare lettori per molto
tempo ancora.

Intorno al 1971 Elsa definendo “romanzo e auto—
biografia” I] mondo salvato dai ragazzini (una rac—
colta di opere poetiche più Commedia chimica del
1968) dedicato al giovane poeta Bill Morrow morto sui-
cida proprio durante l’importante e intensa relazione
d’amore con lei, afferma di aver voluto raccontare “non
un seguito di fatti particolari o personali, ma l’avventu-
ra disperata di una coscienza che tende, nel suo proces—
so, a identificarsi con tutti gli altri esseri viventi della ter-
ra” (Bernabò, p. 167).

L’opera di Elsa Morante è stata per lei e vuole essere per
chi la legge una “esperienza totale”, rivolta a chi, non più
spaventato dalle crisi, sia disposto a percorrere interamente,
con tutto se stesso, i luoghi misteriosi dell’Ade più pro—
fonda, in compagnia dei suoi tormentati (dalla realtà sto-
rica o dalle proprie angosce) personaggi. Sia disposto a
sortirne fuori ripulito e più cosciente della necessità di in—
tegrazione tra opposti e della profonda interconnessione
che lega tutti gli esseri viventi.







noidonne | novembre—dicembre | 2012 4]


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