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Numero 11 del 2012

Futura: Il domani che è tra noi / 3


Foto: Futura: Il domani che è tra noi / 3
PAGINA 29

Testi pagina 29

PARl DIGNITÀ, PARI DIRITI'I:
5 COSI SCONFIGGEREMO
LAVIOLENZA

di Roberta Mori, presidente Commissione regionale per la parità

denunciare l’emergenza dei femminicidi, della vio-
. lenza domestica, delle aggressioni fisiche e psi-
cologiche subite dalle donne. Ogni anno l’evidenza dei
' numeri rischia di annichilire la nostra stessa capacità di
reagire razionalmente e con efיִcacia al fenomeno, al di
z là dell’indignazione. Eppure le esperienze positive ci
sono, passi in avanti li abbiamo compiuti ed è da que-
sti che dobbiamo trarre l’impulso e l’ambizione di
i sconfiggere la piaga della violenza di genere.

i Prima di descrivere quanto si sta facendo concretamente
, in Emilia-Romagna, sottolineo un’esigenza ormai in-
sopprimibile: quella di evidenziare la strisciante ambi-
guità culturale di una emancipazione femminile solo di-
3 chiarata per dovere di stile e imperatività costituzionale,
che si scontra -drammaticamente- con le statistiche di
i genere e quindi con la concreta posizione della donna
l nella nostra società. Usciamo una volta per tutte dal-
l’ipocrisia e diciamoci che ancora oggi le donne sono,
in quanto tali, associate a un ruolo sociale specifico e
più debole per definizione. Tale stereotipo è radicato in
. larghe fasce sociali e tuttora genera discriminazioni,
emarginazioni e violenze inaudite. Perciò va combattuto
i ad armi pari, quelle culturali appunto, che devono at-
traversare ogni ambito comunicativo, ogni azione edu-
ì cativa, ogni prowedimento e intervento istituzionale. La
condanna e la repressione non bastano, perché la vio-
lenza altro non è che l’effetto di una cultura ancora do-
_ minante che considera e rappresenta la donna subal-
terna. L’assunto da cui parte l’iniziativa della Commis-
i sione per la parità va anche oltre: scardiniamo gli ste-
reotipi di cui sono vittime le donne e raggiungeremo la
i convivenza pacifica e davvero civile tra tutte le diversi-
tà. Rafforzare il processo di adesione da parte della so-
ì cietà a una visione almeno “duale” del mondo, dove la
diversità sia un valore compatibile con l’uguaglianza, è
il primo passo verso una condizione generale di pari di-
; gnità e pari diritti fra le persone, qualunque sia la loro
etnia, lingua, religione, orientamento sessuale, opinione
politica e status sociale.

. Una mission così ambiziosa non perde di vista, anzi è
del tutto compatibile, con il pragmatismo necessario e

Ogni anno, attorno al 25 novembre, ci troviamo a



gli strumenti qui ed ora a disposizione per contrastare
la violenza di genere. Tra questi, nell’ottica di una pie-
na assunzione di responsabilità delle istituzioni pub-
bliche, vi sono i Protocolli di intesa territoriali tra Comuni,
Province, Prefetture, Procure, Forze dell’Ordine, ASL e
Aziende ospedaliere, Uffici scolastici, Ordini profes-
sionali, centri di formazione, Centri anti-violenza e al-
tre associazioni di promozione sociale. Tali intese im-
pegnano ognuno dei soggetti coinvolti a far converge-
re le rispettive competenze e risorse sul comune obiet-
tivo della prevenzione, perseguito con modalità con-
cordate. Uno dei punti qualificanti dei protocolli è infatti
l’opportunità di una formazione speciיִca rivolta agli ope-
ratori che, nelle Forze dell’ordine o nelle scuole, negli
studi professionali o agli sportelli socio-sanitari, entrano
in contatto con persone in difיִcoltà, siano donne po-
tenziali vittime o uomini potenziali aggressori. Mette-
re in rete e formare adeguatamente tutte le realtà isti-
tuzionali e sociali è il primo determinante passo verso
un’efficace prevenzione, vale a dire la capacità di in-
tercettare i disagi prima che esplodano, di penetrare il
muro intimo e domestico che cela il conflitto.

Gli incontri che la Commissione ha tenuto con ciascu-
no dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna, fulcro
operativo e assieme culturale di questa strategia, ci han-
no dimostrato la validità dell’approccio trasversale e in-
tegrato che la Regione sta promuovendo. Fondamentale
è il contributo che le reti locali già stanno dando e da-
ranno al nostro progetto di legge regionale “quadro” sul-
le politiche di genere, volto a rafforzare i diritti delle don-
ne in tutti i campi, ad affermare una cultura paritaria con-
tro ogni forma di discriminazione, marginalità e violenza.


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