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Numero 4 del 2012

Obiettori. Di coscienza?


Foto: Obiettori. Di coscienza?
PAGINA 50

Testi pagina 50

ROSA
SALVIA



osa Salvia ha pubblicato i ro—

manzi brevi “La parabola di

Elsa” e “Fermagli”. Nel 2003,
con Aletti Editore, ha esordito in
poesia pubblicando la raccolta poetica
“Intermittenze” e nel 2005 la raccolta
“Luce e polvere”. Nel 2007 ha pubblicato la plaquette
“Le parole del mare” (edizioni Lietocolle). Presente in
diverse antologie, vincitrice di numerosi premi, Rosa Salvia
si occupa anche di critica letteraria su riviste e in rete.
Per il prestigioso editore La vita Felice, con la curatela di
Gabriela Fantato, sta per uscire la raccolta inedita “Mi sta
a cuore la trasparenza dell’aria”. Si tratta di un testo
cesellato con pazienza, finissimo nel dettato e ricco di im-
magini, un testo che regala poesie di un’incandescenza in-
quieta e stupefatta, saturato di candore e bellezza. Rosa
Salvia si mostra poetessa vera, capace di cantare lo
splendore dei tramonti, della pioggia, del mare, del cielo,
del sole rosso di Parigi. Vi è in questi versi uno stupore dai
tratti mistici, religioso in senso etimologico, per quella ca-
pacità di legare il mondo dello spirito all’universo materiale
dell’esperienza, attraverso una paziente, decantata medi—
tazione. Il risultato è una lirica pura, onesta come la
intendeva Umberto Saba, aderente Cioè alla verità di se
stessi e del proprio cuore, musicale, liquida, limpida. Si
vedano i versi dedicati al mare e al tema dell’acqua, che si
mostra di volta in volta pioggia, mare, rugiada, marea, no-
stalgia dell’acqua di parto — e che sembra contrapporsi
alla pesantezza rocciosa della pietra, alla materialità, alla
cristallizzazione feroce di ogni cosa del quotidiano: l’acqua
partecipe dei cicli della natura è complemento al cielo, ne
condivide il colore, la lucida trasparenza; è capace di
adattarsi alla forma e farsi essenza della parola. Non
mancano poesie di struggente sensualità: è il canto
dell’amore, quello fisico, carnale, passionale verso la
persona amata, ma anche quello filiale, fraterno e amicale:
si vedano i testi dedicati alla madre, al padre, al nipote
Francesco. Vi è anche qui la ricerca di un’altezza che è
tensione, palpito, riunendo il profondo del sentimento e

noidonne I aprile I 2012

Mi sta a cuore la trasparenza dell’aria.
È dolce raccoglierla come la porzione
estrema di un destino comune
quando il mare gonfia lento,

si pavoneggiano le vele

e il giorno si fa più leggero.

LA TRASPARENZA
DELLA PAROLA

VERSI CAPACI DI LEGARE IL MONDO
DELLO SPIRITO ALL'UNIVERSO MATERIALE
DELL'ESPERIENZA

di Luca Benassi

la leggerezza della passione, come fa il
canto della voce umana quando in una
frase musicale varia timbro, intensità e
durata delle sillabe. Rosa Salvia possiede
questa tessitura ampia, che è capace di
colorarsi di toni a tratti indignati per i

diritti calpestati, i

La parola è un’argentea coppa: soprusi, le Vittime

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è un movimento d’acqua cui è stata la guerra. E uno
data forma, schierarsi coraggio-

un diagramma,

. , . . samente, nelle ul-
un disegno d aria sottile —

time pagine della
raccolta, dalla parte
degli umili, degli
oppressi, delle don—
ne violate e umi-
liate. Vi è dunque
una componente
civile di vibrante
intensità in questa
poesia: la lirica si
riappropria di un
ruolo politico, educativo (la poetessa è insegnante), si
accende di luce fra tante pagine spente, nebbiose del pa—
norama letterario odierno; trasmette valori, regala bellezza
ed emozione, è dono “puro/ come il canto di Orfeo/ che
nelle terre di Tracia/ ammansiva le fiere.”

È armonia dei contrari,
alchimia della somiglianza —

Oltre, il pensiero muore,

e tuttavia resta incorrotto

come un animale pietrificato, o meglio,
come il cristallo

corpo luminoso che brilla,

fermo orizzonte dell’immagine,
all’incrocio del tempo e dell’eterno,
enigma del vero.

Isabella

La dall'onda arrabbiata i pescatori tornano a riva
con le loro vele gonfie di vento

i volti arsi dal sole.

Tirano in secco una barca che si chiama

Isabella,

la corda bagnata scorre fra le loro dita e cade
sulla sabbia lambita dalla schiuma

formando misteriosi disegni che fissano lontano
come lo sguardo di Isabella simile

all’aria senza respiro accesa dalle stelle

che il mare mescola alla matassa della sua penombra.

Alla poetessa lucana Isabella Morra
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