Numero 3 del 2012
D come differenti
Testi pagina 48
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0WD MARZO
IN ALTA QUOTA
di Paola Lanzon
eve UISP è la manifestazione di
N punta dell'Area neve dell'associa-
zione, una settimana di montagna,
ciaspolate, piste da sci, gare, feste.
La carta dei diritti delle donne nello sport,
presentata al Parlamento europeo l'anno
scorso, è un lavoro di ricerca di altissimo
profilo a livello europeo e che ci ha visto
capofila.
L'incrocio tra questi due “pezzi “ di UISP
dimostra che lo sport è cultura, opportu-
nità di riflessione e approfondimento.
L'importante è scegliere cosa si vuole
essere.
Bruno Chiavacci (Presidente nazionale
area neve) e Cristina Bonatti (Presidente
del Comitato di Trento) non si sono fatti
sfuggire l'occasione e hanno scelto di
dare significato alla festa dell'otto marzo
e dì portare sulla neve il tema dei diritti
delle donne, che declinato nel mondo
sportivo si arricchisce - come è naturale -
di connotati molto particolari.
Questa preziosa ricerca europea ha
messo in evidenza alcuni aspetti che coin-
cidono perfettamente con quanto accade
nel mondo non sportivo e che dimostrano
ancora una volta che la società riproduce
nel particolare la cultura dominante, pur-
troppo senza eccezioni. Solo per citarne
alcuni: mancanza di dirigenti donne nelle
posizioni di vertice, diversità di retribu-
zione a parità di ruolo professionale, uso
dell'immagine del corpo della donna nella
comunicazione e nei sistemi di vendita del
“prodotto" sportivo, tratta delle donne e
della prostituzione minorile in occasione
dei grandi eventi sportivi.
Portare un tema come questo all’interno
di una “settimana bianca" è forse un
modo per riavvicinare la politica ai citta-
dini e alle cittadine, che magari non sa-
rebbero stati attratti da un convegno dal
titolo impegnativo, affogati come siamo
tutti e tutte dai ritmi di una vita sempre
più incalzanti.
Lo sport avvicina ogni giorno milioni di
ï¬umi»
spoflpedufli
persone e I'UISP ha scelto in ogni mo-
mento della sua storia di fondare sul tema
dei diritti il rapporto con i propri soci e
socie.
Diritti, ambiente, solidarietà . Un vecchio
slogan drammaticamente attuale.
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SENTIAMO L'AWOCATA
ASSEGNO PER LA CASALINGA
di Simona Napolitani
Se la moglie si è solo occupata dei lavori di cura del marito, dei figli e della casa,
e la sua capacità di produrre reddito è pari allo zero, ha diritto al mantenimento
anche se sussistono dubbi sulla sua fedeltà .
I Lui ha un patrimonio di circa 4 milioni di euro, lei è intestataria di una Fiat Punto
e poche centinaia di euro sul conto. La difesa del marito ha sostenuto e chiesto condizioni meno pena-
lizzati per il mantenimento (determinato in euro 1.200,00 mensili), considerato che la donna, per età e con-
dizioni fisiche era in grado di Iavorare.Tesi non accolta dai Giudici della Suprema Corte, secondo i quali la donna non era capace di produrre
reddito dal momento che, perventi anni di matrimonio, non aveva avuto altra occupazione che la cura del marito e delle bambine. A nulla
sono valse le insinuazioni sollevate sulla "esclusività †dell’interesse della moglie nei confronti del marito. La fine del matrimonio era infatti
arrivata con il fallimento di un tentativo di riconciliazione, dopo la rottura per una relazione della donna. Le prova del tradimento fornita
dal ricorrente riguardavano però solo il periodo precedente il perdono mentre mancavano gli elementi dell’adulterio nel corso della "rin-
novata comunione fisica e spirituale" tra i coniugi, durata circa un anno e mezzo. Quindi, i Giudici di legittimità hanno confermato la con-
danna del marito al pagamento dell’assegno per la moglie determinato in euro 1.200,00, oltre 1.000,00 euro per ciascuna delle figlie, in
totale 4.200,00 mensili. La Suprema Corte ha confermato il principio della notevole differenza di reddito e di patrimonio, tale da non fare
pesare nel calcolo del suindicato importo mensile neanche l'assegnazione della casa coniugale. | Giudici della Cassazione hanno espresso
importanti principi, a tutela della moglie e dei figli: la presenza del cospicuo patrimonio del marito consente di desumere che la famiglia
abbia goduto di un elevato tenore di vita, anche in assenza di specifiche prove al riguardo. Non solo, i redditi del padre Iegittimano un’aspi-
razione delle figlie a uno stile di vita elevato. Non si possono valutare solo i bisogni essenziali, ma è anche necessario considerare le pro-
spettive di vita che nascono in riferimento all’ambiente socio-economico dei genitori e della famiglia di origine.
Scrivi a: simonanapolitani@Iiberoit
noidonne | marzo I 2012