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Numero 3 del 2012

D come differenti


Foto: D come differenti
PAGINA 22

Testi pagina 22

FOCUS %%/%W



tre quelli tipicamente femminili sembravano più al riparo. A rie-
quilibrare la distribuzione delle sventure sono intervenute un po'
dappertutto le politiche pubbliche attraverso piani di austerità
generalizzati che hanno colpito l'occupazione statale, dove per
Io più sono impiegate donne, e |a capacità di comprare servizi da
parte delle famiglie, servizi, ancora una volta, tipicamente svol-
ti da donne. Su inGenere abbiamo dedicato un intero dossier alla
comprensione di come tutto ciò si sia realizzato in Europa.
Siamo anche scese in piazza, con SNOO l'11 dicembre, per proporre
una nostra via per uscire dalla crisi, chiedendo a tutte le forze po-
litiche di siglare un pink new deal - un nuovo patto per lo sviluppo.
Tra i tanti temi sul tappeto vorrei ricordarne alcuni.

1. Bisogna cambiare, secondo noi, l'organizzazione del lavoro in-
troducendo più flessibilità. Finora abbiamo conosciuto solo la
flessibilità “cattiva" che ha voluto dire precariato e salari bas-
si. Non è questa la flessibilità che fa crescere i| paese. Ci vuo-
le una flessibilità positiva, una nuova organizzazione del lavo-
ro che guardi a| prodotto e alla qualità del risultato e non alla
presenza e alla fedeltà all'impresa: orari flessibili, telelavoro, part-
time temporaneo e così via. Le donne non vogliono lavorare di
meno, vogliono lavorare meglio. Bisogna aiutare le imprese, so—
prattutto le piccole imprese, a sostenere i costi di questa nuo-
va e migliore flessibilità, con strumenti idonei.

2. Flessibilità nel lavoro quotidiano implica anche flessibilità nei tem-
pi della vita: l'età di pensionamento dovrebbe essere resa va-
riabile, come nel modello scandinavo, perché chi vuole possa Ia-
vorare più a lungo, tenendo conto che, guardando ai dati INPS,
sono soprattutto le donne che vogliono lavorare di più per po-
ter compensare le interruzioni lavorative. È però importante che
i risparmi ottenuti lavorando più a lungo debbano andare ad a|-
leggerire il costo del lavoro e a favorire nuova occupazione, al-
trimenti avremo lavoratori anziani, sfiduciati e stanchi, che so-
gnano i| riposo e giovani senza lavoro che del riposo non san-
no che farsene.

3. La condivisione del lavoro all’interno della coppia è troppo sbi-
lanciata. Una parte del lavoro può essere scaricata sul merca-
to o sullo Stato, ma anche gli uomini devono fare la loro parte
e spesso la vogliono fare. Bisogna dare segnali forti, direi co-
raggiosi, che crescere figli è un compito di tutti. I| congedo di pa-
ternità obbligatorio, anche se breve, è per noi un passo obbli-
gato in questa direzione.

Per concludere, vorrei ricordare che la crisi può essere una gran-
de opportunità di cambiamento. Tutta la politica economica ha
finora ignorato le disuguaglianze di genere e potrebbe tendere
ancora di più ad ignorarle, considerando occuparsene un lusso
da tempi prosperi e non di crisi.

Sta perciò a noi, come cittadine attive, pretendere che ogni am-
ministrazione debba dichiarare che cosa vuole fare contro la di-
suguaglianza di genere e, soprattutto, quanto vuole spenderci;
nelle politiche di tagli che ci aspettano dobbiamo sapere se le ri-
duzioni di spese incideranno di più sulle donne che sugli uomi-
ni. Se le politiche di austerità devono essere eque, anche questa
è una forma di equità. I

w noidonne | marzo | 2012



NON RUBIAMO
IL FUTURO
ALLE GIOVANI

ma Mimma Ferruzza è una
f‘ mamma di 53 anni. Vive

a Castellana Sicula, pa-
tria di Maria Domina e
Antonietta Profita, im-
pegnate in prima linea
nelle lotte contadine
degli anni '40 e '50.
Mimma è stata asses-
sora all’Ambiente, al
Territorio e all'Ecologia
negli anni '80 e con Nina Di Gangi, allora Vice sindaca, è stata tra
le prime amministratrici del territorio madonita.

Camusso, Fornero, Marceqaqlia. Che effetto ti fa vedere tre

donne così in alto?
Per me è un trio più vicino alla gente che comunica bene con la

gente. Le nostre tre donne parlano un linguaggio comprensibile a
tutti. L’effetto di vedere tre donne ai vertici, è una cosa bellissima!
La loro presenza dimostra che le donne non sono soggetti inferiori,
nella fattispecie all'interno del gruppo dirigente, ma sono compe-
tenti e competitive, al pari o in certi casi superiore agli uomini.

Dei loro provvedimenti, delle loro decisioni o proposte che va-

lutazione dai?
Vedo Camusso, che proviene dalle esperienze delle lotte e delle

conquiste sociali, coerente e determinata, tenendo presente che
il sociale e i deboli sono al centro di ogni scelta da fare. Marcega-
glia mi sembra meno propositiva, ma non so se i| mio è un pre-
giudizio o una mancanza di conoscenza reale di lei. Di Fornero
non mi è piaciuto il pianto, comunque mi sembra sicura e deter-
minata ma una sua valutazione mi pare ancora prematura, men-
tre delle altre posso esprimere una valutazione positiva. É
evidente che portano avanti le loro scelte con determinazione e
competenza, non scendendo mai a compromessi e dando una im-
magine di donne forti, sicure e reali allo stesso tempo, esse fanno

la differenza con gli uomini.

Che messaggio vorresti mandare loro?
Penso che tra i loro doveri ci sia quello di pensare alle giovani ge-

nerazioni, di trovare delle proposte serie e attuabili per il loro fu-
turo perché la scarsa occupazione è un dramma. Non so come,
ma credo che per il lavoro e la politica urgono soluzioni senza le
quali il futuro è impossibile per tutti. Dico a loro: “Ricordatevi in
ogni momento che ci sono giovani che attendono risposte con-
crete e di speranza! Non rubiamogli ancora i| futuro e con esso i|
presente!"

Mirella Mascellino


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