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Numero 3 del 2012

D come differenti


Foto: D come differenti
PAGINA 35

Testi pagina 35

A piccoli passi

di Simona Lanzoni e Claudia Sìgnoretti

A trenta anni di distanza,
la Convenzione è ancora poco
conosciuta in Italia

ssere società civile e lavorare in rete tra realtà estre—
mamente diverse nelle pratiche, nei contenuti e
nella forma, non è facile; forse rappresenta una
scommessa e un obbiettivo in sé, ma il risultato
sarà comune a tutte: l’accesso ed il godimento ai diritti
umani e l’eliminazione delle discriminazioni che in ogni
ambito, ancora oggi, limitano la partecipazione ad una vita
piena ed attiva delle donne in Italia. Questo è ciò che uni-
sce la piattaforma “Lavori in corsa: 30 anni CEDAW”.

ofl l“
Laiotsa

anni CEDAW

XXX Anniversario
della Convenzmne per l‘EIImInazlone
delle DISCrImmaZlOnl contro 1e Donne



Il lavoro della piattaforma sulla CEDAW è iniziato nel
2009, per celebrare i 30 anni di questa Convenzione, pur-
troppo ancora quasi semisconosciuta in Italia. In segui-
to, a luglio 2011, Fondazione Pangea e Giuristi Demo-
cratici, in rappresentanza della Piattaforma, hanno pre-
sentato il Rapporto Ombra alle Nazioni Unite, alla 49° ses-
sione di valutazione del Comitato CEDAW sull’operato
del Governo italiano.

Il 17 Gennaio 2011 Fondazione Pangea ha organizzato,
presso la Camera dei Deputati, la presentazione del sun-
to del Rapporto Ombra1 e delle ultime raccomandazio-

ni rivolte dal Comitato CEDAW all’Italia, affinché i con-
tenuti potessero essere condivisi anche all’interno delle

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istituzioni che sono maggiormente responsabili dell’at—
tuazione della Convenzione (o che sono l’espressione più
alta della democrazia).

Il lavoro che ora ci aspetta come piattaforma è quello di
osservatorio e di monitoraggio rispetto alle raccoman-
dazioni che il Comitato ha fatto all’Italia.

Sono diversi i temi su cui ci concentreremo, dal lavoro alla
salute, ma in particolare due sono le priorità individuate nel—
le raccomandazioni, come Violeta N eubauer, membro del
Comitato CEDAW sottolineava alla conferenza del 17 gen—
naio: “Il Comitato ha rivol-
to all’Italia due raccoman-
dazioni ritenute di particq
lare importanza, con riferi-
mento alle quali entro luglio
2013 dovranno essere pre—
sentate informazioni speci-
fiche. Le raccomandazioni riguardano gli stereotipi di ge-
nere e la violenza maschile nei confronti delle donne (. . .).
L’articolo 5 della Convenzione obbliga lo Stato parte ad eli-
minare gli stereotipi di genere nella vita sociale e cultura-
le, tanto in ambito legislativo che nelle politiche e da par—
te delle istituzioni (. . .). La Violenza maschile nei confron-
ti delle donne e delle bambine non è un fenomeno occa-
sionale in Italia, e come evidenziato dal Comitato CEDAW
sono richiesti ulteriori interventi per contrastarla in ogni sua
forma e per prevenirla. . .”

L’impegno della società civile sulla CEDAW non si fer-
merà qui: è fondamentale continuare a lavorare affinché
i principi e le raccomandazioni della CEDAW non ri-
mangano un insieme di regole astratte ed inefficaci ma tro—
vino piena attuazione e incidano efficacemente sul siste-
ma politico e legislativo. I meccanismi e gli strumenti in-
ternazionali a disposizione sono molteplici; tra questi c’è
il Protocollo Opzionale, adottato nel 2000 per permettere
alle donne di rivolgersi direttamente all’ONU per re-
clamare e tutelare i propri diritti, qualora i singoli governi
si siano resi responsabili o abbiano tollerato forme di di-
scriminazione ai danni delle donne. Gli spazi e gli stru-
menti offerti alle donne sono tanti: diamoci da fare! I la—
vori sono in corsa! I

Pangea

la vita riparte da una Donna

‘htîp://WWW.pangeaonlus.org/download/progetti/advocacy/cedaW/SlntesLRapportOÎOme
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Tranne xl ritratto dw Lizt Alfonso, le altre foto sono dw Nadia Angeluccw.

www.noidonne.org



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