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Numero 3 del 2012

D come differenti


Foto: D come differenti
PAGINA 24

Testi pagina 24

OTTO DONNE SPECIALI

NUOVI TRATTI DI LEADERSHIP

di Cristina Melchiorri

OLTRE GLI STEREOTIPI, ESEMPI E NON MODELLI

“Effetto D", scritto da Luciana d'Ambrosio
Marri e Marcella Mallen, edito da Franco An-
geli, è un bel libro che affronta il tema del-
la leadership al femminile attraverso il rac-
conto di vita di donne normali. Donne di va-
lore, semplici ma al tempo stesso speciali.
Sono storie che vanno oltre lo stereotipo del-
la donna-leader di successo e disegnano
nuovi tratti di leadership, attraverso esem-
pi positivi di valore creato, che possono di-
ventare un riferimento non solo per le gio-
vani donne che cercano modelli non con-
venzionali cui ispirarsi, ma anche per gli uo-
mini che desiderano uscire dalla gabbia de-
gli stereotipi che la cultura corrente con-
segna loro come modello cui tendere. Ab-
biamo intervistato Marcella Mallen.

Come è nata la scelta di intervistare que-
ste otto “donne speciali"?

Abbiamo individuato volutamente donne di
successo ma non famose, non ancora, cer-
candole in territori tipicamente maschili. Sia-
mo andate a trovarle a casa loro o nel loro
ambiente di lavoro e siamo rimaste colpite
dalla loro naturalezza, semplicità, autenti-
cità. Abbiamo trovato donne non appiatti-
te su comportamenti maschili, abbiamo ri-
percorso Ia loro vita personale, scritto in-

STRATEGIE

CREDITO ALLE DONNE!

sieme il loro ritratto e cercato di capire gli
elementi chiave della loro riuscita di im-
prenditrici, di professioniste e di donne. Il li-
bro è quindi il racconto di questi otto ritratti,
preceduto da una parte più teorica sulla vi-
sione del potere e delle differenze di gene-
re, sul lato F e sul lato M della leadership.

Emerge dal vostro libro un nuovo model-
lo di leadership?

Abbiamo scelto di far emergere esempi e
non modelli, perché riteniamo che l'esem-
pio di vita restituisca e offra a chi la guar-
da la bellezza e la ricchezza della realtà e ri-
teniamo inoltre che sia anche trasmissibile.
Abbiamo raccontato storie di donne che, gra-
zie al Ioro talento e alla loro passione, sono
state in grado di coinvolgere anche perso-
ne un po’ deluse dalla propria esperienza e
restituire loro nuovi stimoli. In altri termini,
|| modello a mio parere imprigiona, l'esem-
pio, invece, valorizza.

È un modo diverso di trattare la “que-
stione femminile", quindi?

Ritengo che la questione femminile non sia
solo una questione di pari opportunità né
di giustizia sociale, è questione priorita-
riamente economica. La Banca d'Italia

di Cristina Melchiorri

Luciana d’Ambrosio Marri
Marcella Mallen

Effetto D

Se la leadership è al femminile:
storie speciali di dnnne normali



FrananngeIi/Trend

sostiene che se ci fosse piena occupazio-
ne femminile, il PIL italiano sarebbe più alto
di 9 punti.

Nel libro si cita la sindrome di Mary Pop-
pins. Cosa intendete con questo termine?
Intendiamo lo stereotipo della perfezione
femminile, cioè essere sempre le prime
della classe, eccellenti nel lavoro, in famiglia,
in ogni manifestazione di sé, in altri termi-
ni, adeguarsi ai modelli maschili di femmi-
nilità. Quello che noi proponiamo è ricono-
scere e accettare la propria diversità di don-
ne e identificare aree di apprendimento re-
ciproco tra generi. Una gestione più fem-
minile delle aziende significherebbe ridur-
re lo spreco dei tempi, puntare ad una mag-
giore flessibilità nell'organizzazione del la-
voro. Nella situazione economica attuale, c'è
bisogno di una forte discontinuità e di so-
luzioni più sostenibili nell'organizzazione del
proprio tempo di lavoro e tempo di vita. Alle
aziende farebbe molto bene uno sguardo
femminile: l’uomo guarda davanti a sé, la
donna guarda intorno.















Sono un'imprendîtrice di quarantadue anni, vendo soluzioni informatiche. Ho
lavorato per quindici anni come dipendente e, quando la mia azienda ha perso
un grosso cliente, ridotto il personale e mi ha licenziato ho pensato: “Perché non
provare a sbagliare da sola?" Mi sono trovata così a destreggiarmi in una giun-
gla di grandi e piccole società concorrenti, ma mi ha aiutato la mia competenza
professionale e la mia grinta. Chi invece non mi aiuta per nulla è la mia banca
che, per darmi cinquantamila euro di credito per gestire i tempi di pagamento
dei clienti, mi ha chiesto di ipotecare la casa. Che laccio?

Claudia Di Gregorio (Ml/ano)

Cara Claudia, il ricorso al credito bancario è uno dei tasti più dolenti della pic-
cola impresa italiana nell'attuale situazione di mercato. Le banche prendono

noidonne | marzo | 2012

denaro al 2-3% e vendono denaro al 9%, richiedendo ai clienti fideiussioni
personali e ipoteche, sottoscritte dagli imprenditori e dalle imprenditrici che
hanno beni immobili da mettere a garanzia. Quale sviluppo economico può es-
serci in un paese che non sostiene la piccola impresa, l’autoimprenditorialità,
che è una delle risposte più efficaci alla disoccupazione? In primo luogo, cerca
di informarti presso le Associazioni di categoria, come CNA ed altre, per uti-
lizzare possibili agevolazioni all'imprenditoria femminile e presso i Consorzi
di Credito Cooperativo. Non cedere alla richiesta di accendere un'ipoteca sulla
casa e gestisci i fornitori diluendo i tempi di pagamento, per quanto possibile,
come ormai tutte le imprese sono costrette a fare.

Non è un grande consiglio, lo so, è solo il male minore.

E cambia banca appena puoi. In bocca al lupo!


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