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Numero 3 del 2012

D come differenti


Foto: D come differenti
PAGINA 11

Testi pagina 11

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al di Barbara Bruni I—

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PELLE DI RETTILI

Secondo Traffic Italia, il commercio di pelli di rettili dopo la tra-
sformazione e lavorazione, vale - solo a livello europeo - diversi
miliardi l'anno. E il nostro Paese pare essere il primo importato-
re, con la sua industria conciaria e le case di moda che produco-
no accessori di lusso.

Le specie di pitone che rischiano di diventare “a rischio estinzio-
ne” sono le asiatiche, mentre i pitoni africani continuano ad essere
più associati al commercio di animali da compagnia (di gran moda
negli Usa). A livello globale, infine, è Singapore il principale cen-
tro di smistamento in termini di import-export di questi animali e
delle loro pelli.

ARNO IN SECCA

Secondo le Autorità di bacino dell'Arno, a causa della forte sicci-
tà degli ultimi mesi, se non arriveranno presto precipitazioni con-
sistenti, la prossima estate occorrerà effettuare riduzioni e ra-
zionamenti a fascia oraria nella distribuzione dell'acqua in tutto
l'invaso fiorentino. Sembra, infatti, che i| bacino del fiume Tosca-
no stia attraversando “la più grave siccità degli ultimi cento anni".
Ecco perché è stata istituita una task-torce permanente, formata
da esperti incaricati di monitorare costantemente i livelli di por-
tata del corso d'acqua.

SAPONE MAGNETICO

L'Università di Bristol ha realizzato un prototipo di “sapone ma-
gnetico" in grado di catturare il petrolio sversato in mare.
Secondo la ricerca pubblicata su Angewandte Chemie, i ricercatori
avrebbero prodotto il sapone dissolvendo il ferro in una serie di com-
posti ionici di cloro e bromo, molto simili a quelli utilizzati nei den-
tifrici. L'aggiunta del metallo avrebbe creato delle nanostrutture
di ferro circondate da particelle di sapone. I| detergente così ot-
tenuto. testato in una provetta, sarebbe riuscito a spostarsi spin-
to solo dalla forza di un magnete, ripulendo il contenuto della pro-
vetta.

RISOLLEVARE VENEZIA

La città di Venezia sta sprofondando, sia per cause naturali sia per
il prelievo d'acqua dolce fatto tra 60 e 150 metri di profondità.
Per risollevare Venezia di 30 centimetri occorrerebbe pompare ac-
qua nel sottosuolo: si parla di circa 150 milioni di metri cubi d’ac-
qua salata iniettati a 650-1000 metri di profondità.

Lo ha rivelato uno studio pubblicato su Water Resources Research
in cui viene descritto che una simile applicazione si è già vista nei
pozzi petroliferi; per effettuare misurazioni veniva, infatti, iniettata
acqua in profondità ottenendo come effetto collaterale proprio l'in-
nalzamento del terreno. Dopo questo pompaggio - continua lo stu-
dio - sarebbero necessarie altre piccole iniezioni d'acqua, dal mo-
mento che con il tempo l’acqua nel sottosuolo si diffonde attraverso
le rocce.

LE FORESTE AFRICANE
E I CAMBIAMENTI CLIMATICI

Le foreste africane resistono più di ogni altro “polmone verde" del
Pianeta ai cambiamenti climatici. L'analisi, condotta dall'Univer-
sità di Oxford e riportata dalla BBC, ha rivelato come, negli ultimi
4000 anni, gli alberi della foresta tropicale sono riusciti a so-
pravvivere a catastrofi naturali molto più violente rispetto a
quelle del Sud-est asiatico o dell’Amazzonia.





vidanza. La se—
conda: le gravi—
danze dopo il
cancro sono non
solo possibili, ma
addirittura racco-

LE GRAVIDANZE
DOPO IL CANCRO
SONO NON SOLO

POSSIBILI, mandate, poiché
MA AD D I RI TTU RA sembrano rivelare
un effetto protet-

RAC C O MAN DATE tivo sulle recidive

\

(in ogni caso, e

certo, male non

fanno).
Come si vede, i problemi per la donna giovane sono tan—
ti. Cosa si può fare, allora, per contenerne il maggior peso?
Come si sa, non siamo in grado - almeno oggi - di preve-
nire i tumori al seno (in qualsiasi fascia d’età). Ci dobbia-
mo “accontentare” di una diagnosi precoce, cioè di andare
a cercare attivamente il tumore quando ancora è di piccole
dimensioni, dun-
que guaribile.
Proprio qui sta il
problema. Se
questa strategia è

NON POSSIAMO
PREVENIRE I TUMORI

AL SENO. facilmente appli-

cabile alla donna

CI DOBBIAMO più matura (non
“ACCONTENTARE” solo inclusa negli
DI UNA DIAGNOSI ZÎZZÎZÈÌÌÎ ,33:
PRECOCE che più attenta e

disponibile a sot-

toporsi agli esa-

mi consigliati), la
questione cambia con la donna giovane. La quale, proprio
perché nessuno si preoccupa di mandarle a casa un pro-
memoria per ricordarle di sorvegliarsi periodicamente, è
indotta a credere di essere immune dalla malattia, di es—
serne in qualche modo esentata: “se non mi avvertono” -
così pensa - “allora vuol dire che non mi riguarda”. Il prin-
cipale intervento da fare, dunque, è di ordine comunica-
tivo e psicologico: non bisogna terrorizzare (tutto sommato,
il carcinoma mammario nella giovane resta poco frequente),
ma informare con chiarezza si. E allora il consiglio è sem-
plice: a partire dai 30 anni è raccomandata un’ecografia in-
sieme a una visita senologica, con una cadenza annuale o,
al massimo, biennale; dai 40 in poi si dovrà aggiungere una
mammografia.
In questo sforzo comunicativo e di vicinanza con le don—
ne giovani, tuttavia, i medici non possono lavorare da soli:
anche la collettività, le istituzioni e i media debbono far-
si carico di questa campagna di sensibilizzazione, magari
anche con il semplice strumento della sollecitazione, diretta
e capillare, del porta-a-porta.

*Dlretf0re Unità Operativa di Senologia, Azienda USL di Piacenza

noidonne | marzo | 2012

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