Numero 4 del 2012
Obiettori. Di coscienza?
Testi pagina 28
REDAZIONALE
Emilia-Romagna
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Quando l’economia non va e la crescita è pari a zero, il primo a farne le spese è il sistema di welfare.
Dall’Emilia-Romagna iniziative e riflessioni per non rinunciare alla solidarietà sociale, in casa nostra come nei
territori più poveri del mondo, perché le disuguaglianze non hanno confini.
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RISORSA SOCIALE
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a “cura†è quel sostegno quoti-
diano di carattere fisico, psicolo-
gico, emotivo, sociale, che viene ri-
volto a persone non autosufï¬-
s cienti o fragili. La lingua anglo-
sassone, più pragmatica della nostra, de-
ï¬nisce “caregiver†chi svolge questa attività . Ebbene, i caregiver
familiari in Italia sono stimati dall’ISTAT in 9 milioni di persone, per
ben il 90% donne, che ogni giorno assistono un proprio congiun-
to anziano, malato o disabile. Si calcola che prestino circa venti mi—
lioni di ore al giorno di assistenza, pari ad oltre sette miliardi di ore
di assistenza all’anno, per una media di 8-10 anni.
Di fronte a questi numeri è del tutto evidente che parliamo di una
risorsa inestimabile per le famiglie e le comunità e di un valore so-
ciale più ampio che investe tutto il nostro sistema di welfare, de-
terminandone in parte la qualità , i costi, la tenuta. Chi si prende cura
di un familiare subisce serie ripercussioni sulla propria vita priva—
ta e a farne le spese sono la salute, le relazioni sociali, la profes-
sione e attività lavorativa. I caregiver, tuttavia, non ricevono un com-
penso e non vedono riconosciuto in alcun modo il proprio ruolo di
solidarietà sociale. Pur mantenendo i diritti e la dignità di altri, non
sono minimamente tutelati nei propri.
Tutto ciò è inaccettabile se si pensa alla crescita prevista nei pros—
simi anni della non autosufï¬cienza nella popolazione anziana e al
fatto che tante donne saranno ancor più deprivate del loro potenziale
sociale ed economico.
Per restare in Emilia-Romagna, già oggi le persone ultra 64enni con
limitazioni in almeno un’attività strumentale della vita quotidiana
sono il 42% e tra queste il 94% riceve aiuto, principalmente dai fa—
miliari (78%) 0 da persone a pagamento (21%). La stima è che en-
tro il 2030 gli over 65 aumenteranno de120% con un incremento
del 29% concentrato sui grandi anziani, tanto che circa un terzo de-
gli anziani residenti in regione avrà oltre 80 anni. In sintesi, già in
questo periodo di ristrettezze dovute alla crisi sono numerose le
famiglie che non riescono più a pagare aiuti esterni, dunque l’at-
tività di cura familiare e le ore di assistenza continueranno a cre-
scere, così come le ï¬glie, nipoti e nuore che la presteranno a sca-
pito del loro lavoro e della vita privata.
Non c’è dubbio, occorre un sostegno concreto che guardi all’oggi
e alle prospettive. Noi in Emilia-Romagna abbiamo mantenuto ri-
sorse sul fondo pubblico per la non autosufï¬cienza, azzerato dal
governo Berlusconi a livello nazionale, eppure la situazione impone
anche qui un’iniziativa politica, che poniamo all’attenzione del g0-
verno Monti. Abbiamo perciò presentato un atto di indirizzo che im-
pegna la Giunta regionale a sostenere le persone con responsa-
bilità di cura, riconoscendo il valore del loro contributo e coinvol-
gendole nella progettazione di servizi locali e nella pianiï¬cazione
di pacchetti di cura individuali. Al caregiver va data la possibilitÃ
di conciliare l’impegno di cura con quello sociale e lavorativo e for-
nito un supporto formativo anche per l’aspetto peculiare di dato-
re di lavoro di assistenza. La nostra Regione proporrà al governo
nazionale di riconoscere il sostegno al caregiver familiare quale Li-
vello essenziale delle prestazioni sociali (LEPS) e sanitarie (LEA) per
le patologie croniche, nonché di introdurre misure di deducibilitÃ
ï¬scale e di credito d’imposta dei costi sostenuti per la cura del fa-
miliare assistito. Nessuno va lasciato solo in un impegno così im-
portante che va a vantaggio del benessere di tutti.