Numero 4 del 2012
Obiettori. Di coscienza?
Testi pagina 21
LAIGA,
PER L'APPLICAZIONE
DELLA LEGGE 194
onoscersi, contarsi, tutelarsi. Nasce per questo l'as-
sociazione LAIGA (Libera Associazione Italiana Gi-
necologi per l’applicazione della Legge 194), crea-
ta con il lavoro di medici ormai sempre più isolati, e
il fatto stesso che esista dovrebbe far riflettere. Perché se i dati
ci raccontano di un paese in cui sfiora l’80% la percentuale dei
ginecologi obiettori di coscienza e che rifiutano di praticare IVG,
quelli che sono ancora disposti a farlo in una città come Roma
si contano sulle dita di una mano. Gli attacchi alle Legge 194
ci sono sempre stati, sin dalla sua entrata in vigore, ma quel-
lo che accade oggi è diverso, e più grave. Perché interroga il
senso civile stesso dei medici che prestano servizio presso la
sanità pubblica e, di fondo, la tutela della salute delle donne.
Se l'obiezione diventa passaggio fondamentale anche per
l'avanzamento di carriera. senza che vi siano in questo senso
tutele alla categoria medica, a farne le spese sono comunque
le donne, costrette dove possibile a recarsi all'estero, e nel peg-
giore dei casi a tornare indietro nel tempo, a pratiche rischiose
e illegali. O a cercare quei presidi ancora disposti ad assicu-
rare loro il diritto all'interruzione di gravidanza, che nel tem-
po, e nel silenzio generale, sono diventati vere e proprie “zone
di frontiera". L’Associazione Laiga nasce quindi dall’impegno
di un gruppo di ginecologi non obiettori, che dal 2008 si riu-
niscono insieme ad altri operatori del Lazio. Fondata dalle dot-
toresse Silvana Agatone e Concetta Grande, del servizio Ap-
plicazione legge 194 dell’Ospedale Sandro Pertini di Roma, e
dai dottori Franco Di Iorio e Marco Sani del Policlinico Casili-
no di Roma, esiste e resiste ad un sistema che ha ormai tra-
valicato la mera questione ideologica e valoriale, per spostarsi
nel campo dei diritti delle donne, ma soprattutto della tutela
della loro integrità fisica. L’Associazione, oltre a fornire assi-
stenza diretta alle donne che necessitino un intervento di in-
terruzione di gravidanza. presenta nel suo sito web (www.lai-
ga.it) i centri presenti sul territorio nazionale: sette in totale,
di cui cinque nel Lazio. Lo fa perché, come denuncia nelle pa-
gine web, “non vi è alcuna lista né presso la Regione Lazio, né
presso il Ministero della Salute, sulla quale risultino i centri e
gli operatori della Legge 194". E in un periodo in cui gli attacchi
alla normativa si moltiplicano, diventa necessario anche tro-
vare forme di tutela per gli operatori. Perché chi non sceglie
l’obiezione di coscienza sia protetto e non rischi l'emargina-
zione dal mercato del lavoro. In questo senso gli obiettivi di Lai-
ga sono chiari: difendere la legge 194 ma, insieme, i medici che
rendono possibile la sua applicazione, oltre alle donne che ne
usufruiscono, con particolare riguardo per chi chiede l'abor-
to terapeutico. Per questo motivo Laiga ha cercato il sostegno
di un pool di legali in grado di assistere e sostenere chiunque,
tra gli operatori sanitari, dovesse essere attaccato o discri-
minato perla propria scelta di mettersi al servizio della salu-
te delle donne.
Cecilia Dalla Negra
E OBIETTORE
OLTRE IL 70%
DEI GINECOLOGI.
SONO CONTRO
LE DONNE?
...OPPURE?
Sondaggio di marzo
SÌ. CREDO CHE SIA UN'ESPRESSIONE 15o,
DI PROFONDA MISOGINIA o
NON SONO CONTRO LE DONNE. PROBABILMENTE zelo
NON SONO INTERESSATI
E NEL LORO DIRITTO ESERCITARE L'OBIEZIONE 60/
DI COSCIENZA PER MOTIVI ETICI O RELIGIOSI o
NON CREDO CHE SIANO TlITTI OBIETTORI PER MOTIVI
ETICI O RELIGIOSI, MOLTI NON VOGLIONO 780/0
COMPROMETTERE LA CARRIERA
ECCO ALCUNE RISPOSTE ARRIVATE NEL NOSTRO SITO:
PERCHE SONO AUMENTATI COSI TANTO GLI OBIETTORI
DI COSCIENZA NEGLI OSPEDALI?
Forse in questo modo e più facile fare carriera
- Per motivi prioritariamente di carriera: sentono e si adeguano all’aria dei tempi
- Principalmente per ipocrisia e per ingraziarsi la dirigenza
- Da sempre da quando c’è la legge 194 i buoni sono gli obiettori e i cattivi sono c0-
loro che sono a fianco delle donne nella loro scelta di abortire
- È aumentata la consapevolezza circa la dignità ed i diritti del nascituro
- È evidente che non solo nel campo della legge 194, ma in generale c'è un attacco
in corso alla sanità pubblica
- Credo che insieme alle ragioni “economiche" alla base ci sia un utilizzo del corpo
femminile come fonte di reddito e non di diritti. E forse noi donne ci siamo stan-
cate di dover lottare “a favore" dell'aborto e vorremmo altro
- Sotto, sotto c'è anche una profonda misoginia che li fa sentire in pace con loro stessi
COSA VORRESTI DIRE LORO?
-Per essere coerenti non dovrebbero lavorare nel servizio pubblico
- La scelta di abortire non è loro ma della donna che per motivi molto personali ha fat-
to una scelta difficile. Di questo passo il rischio è che si torni all'aborto clandestino
- Di adoperarsi per divulgare a tutti i livelli la cultura della contraccezione e della re-
sponsabilizzazione delle donne, in particolare delle ragazze
- Ripensateci, cercate di essere veramente laici e contemporaneamente religiosi: ri-
spettate tutti e tutte
- Di avere il coraggio di “metterci la faccia", ovvero di scrivere, sotto al loro nome ne-
gli ambulatori, la parola OBIETTORE
- Che non è un diritto obiettare. Quando scegli di fare il ginecologo sai a cosa vai in-
contro
COSA DOVREBBE FARE L0 STATO PER DIMINUIRE
IL NUMERO DEGLI OBIETTORI?
-Invertire la rotta. Riqualificare la sanità pubblica
- Eliminare la possibilità di obiettare
- Rendere obbligatorio per chi è di turno operare e prestare servizio mettendo da par-
te i propri principi. Come fanno gli avvocati d’ufficio che devono difendere i violentatori
- Ammetterli in percentuale ridottissima. Chi avanza, va a lavorare altrove. l cittadi-
ni non pagano le tasse per la coscienza altrui, ma per avere servizi, diritti certi e
trasparenti
- L’obiezione è un diritto di carattere etico e religioso: non vedo perché lo Stato deb-
ba intervenire per diminuire tale diritto
- Assumere, previo rilascio di dichiarazione e impegno scritti, dietro esplicita richiesta,
solo ginecologi non obiettori. Menzionare quale clausola risolutiva espressa del rap-
porto di collaborazione la eventuale successiva obiezione di coscienza
noidonne | aprile | 2012 m