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Numero 6 del 2012

Un fiore per Melissa


Foto: Un fiore per Melissa
PAGINA 9

Testi pagina 9

to matrimoniale. Come? No al rap—
porto orale, anale, con la moglie so-
pra il marito. Quando? Tralasciando
il tempo delle mestruazioni, dell’al—
lattamento (il sesso rovina il latte ma- , i 7‘

terno), il rapporto era vietato nei V) ,

“tempi sacri”: le domeniche, i qua— 4 É i i

ranta giorni di Quaresima, venti giorni prima di Natale
(e in alcuni luoghi prima di Pentecoste), durante le festività
religiose (un tempo numerosissime), tre giorni prima di
fare la comunione. Per un totale di cinque mesi. Di fron-
te alle lamentele la Chiesa reagiva col metodo abituale ed
infallibile della paura: i trasgressori avrebbero avuto fi—
gli malati o posseduti dal demonio. Ma la rigorosa rego-
lamentazione dei tempi venne progressivamente addol-
cita e nel 1556 il Concilio di Trento si limitò ad esortare
i fedeli alla continenza, anche se rimase viva fino al XX
secolo la raccomandazione ai coniugi di non accostarsi alla
comunione dopo il rapporto sessuale. D’accordo, queste
norme, e molte altre discutibilissime, vanno considerate



e studiate nel loro contesto storico,
ma possiamo trascurare quale in-
fluenza hanno avuto nel formare un
diffuso modo di pensare e di senti—
re? Ma ormai nessuno le ricorda più,
‘ così come ci si è dimenticati di cosa
c’era dietro alla caccia alle streghe
che si fondava sul disprezzo della donna e, insieme, lo ali-
mentava e giustificava. Ma perdere la memoria storica non
aiuterà la Chiesa cattolica ad emanciparsi da quei linea—
menti culturali retrogradi che penalizzano in primo luo-
go le donne. Perché nella storia della Chiesa l’atteggia-
mento verso il sesso (e dunque verso la donna!) si è espres—
so non solo nelle enunciazioni teologiche ma anche nel—
la predicazione capillare sul territorio, radicando nel-
l’opinione pubblica una mentalità e un senso comune in—
trisi di cultura sessuofobica e misogina. Da cui è lecito de-
durre che se nel futuro un gay potrebbe diventare papa
(ce ne sono già stati nel passato), mai una donna potrebbe
diventare papa. I

O
1 E di Catia lori

VIOLENZA,

ALLA RADICE DEL MALE

bbiamo organizzato un interes-
Asante seminario sul tema della

aumentata violenza domestica ai
danni delle donne. Risultato: pubblico fol-
to e interessato ma esclusivamente fem-
minile. A un certo punto un’amica gene-
rosa e intelligente si è alzata e ha fatto pre-
sente l'assurdità di questo uditorio. Perché
questo silenzio assordante da parte ma-
schile per la dignità femminile violata?
Si è come alzata un'assenza di indigna-
zione corale. Quasi una resa. Al sultano e
alla mentalità di cui l'uomo è il disgusto-
so emblema. Con rare eccezioni al silen-
zio. Una su tutte, vorrei ricordare per de-
bito di amicizia personale, la voce ostina-
ta, per grazia ostinata, di Gad Lerner, per
il corpo delle donne.
C'è un involgarimento collettivo che at-
tinge anche i vertici, non solo laici ma an-

che ecclesiastici: a Parigi il cosiddetto Co-
mité de la Jupe, Comitato della gonna, ha
convocato per una marcia non solo don-
ne ma anche uomini. E non solo laici ma
anche vescovi e religiosi e preti. Per una
marcia che gridasse il disagio dell'offesa
alla dignità delle donne, nella consape-
volezza però che il problema del posto del-
la donna nella Chiesa è emblematico di
molti altri problemi attuali: la mancanza di
rappresentanza dei laici, la discriminazione
verso certi gruppi, l'impossibilità di far sen-
tire la propria voce.

Perché non sento alzarsi voci scandaliz-
zate del corpo della donna, quando l'abu-
so è nelle strade e perché non scandaliz-
zarsi e insorgere quando l'abuso -e non di
un giorno - è nei media, è nel costume e
nella vita politica?

Sento l'amarezza per una società che si



riempie la bocca di proclami sulla rag-
giunta parità delle donne e, davanti al gri-
do, all'urlo degli abusi, altro sembra non
sappia fare se non invocare misure re-
pressive, senza mai o quasi mai aggredi-
re il male alle radici. Strano indecoroso fa-
riseismo di una società che non insorge
contro una mentalità, ampiamente, supi-
namente sposata, che è il vero bacino di
cultura dei fenomeni che stanno sotto i no-
stri occhi. Educare al volto dell'altro, ai sen-
timenti, alla tenerezza, al rispetto sempre
e comunque, in un mondo che celebra il
primato dell'io arrogante e prevaricatore,
sembra ormai arte improponibile, da can-
cellare dai codici, strumenti vecchi, fuori
uso, arrugginiti dal tempo.

noidonne | giugno | 2012



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