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Numero 6 del 2012

Un fiore per Melissa


Foto: Un fiore per Melissa
PAGINA 8

Testi pagina 8

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à

ATTUALITA



6

< Se le teologhe
alzano la voce

Per la Chiesa le donne non possono assumere ruoli di responsabilità,

ma devono solo pregare ed ascoltare i maestri

a “Eunuchi per il regno dei cieli”, della teo-
loga Uta Ranke Heinemann, che offre una
sterminata ed ineccepibile miniera di do—
cumentazione, si apprende che nelle “Co-
stituzioni apostoliche (un testo del IV secolo
che ebbe grande diffusione ed influsso perché si crede—
va scritto dagli apostoli) sta scritto : “Noi non concedia-
mo che le donne esercitino nella Chiesa il ministero del-
l’insegnamento, esse devono solo pregare ed ascoltare i
maestri. Poiché il nostro maestro e signore Gesù Cristo
ha inviato soltanto noi dodici per amministrare il popo-
lo e i pagani”. Sulla misoginia della chiesa primitiva, espres—
sione di un clima culturale storicamente e socialmente ar-
caico, si è cementata nei secoli una tradizione inossida-
bile e ancora recentemente Benedetto XVI ha negato alla
donna il diritto di accedere al sacerdozio ripetendo con
accenti più diplomatici le motivazioni delle “Costituzio-
ni”. Ma la fondatezza e la validità sul piano teologico di
questa secolare tradizione comincia ad incrinarsi: insie-
me alla rivendicazione della loro autonomia e dignità le
donne, e le teologhe in prima fila, chiedono al
magistero di aprirsi e di rigenerarsi: ci sono
momenti storici in cui le agenzie formative del
senso comune sono chiamate ad assolvere una
funzione storica di progresso, di promozio-
ne sociale, di civilizzazione. Perché se le don-
ne potessero assumere ruoli di responsabili—
tà e di prestigio anche all’interno della Chie-
sa cattolica, il messaggio sicuramente an-
drebbe a modificare l’immaginario collettivo
diffuso nelle società patriarcali. La misoginia
non ha alcuna giustificazione nel Vangelo, ma
si è formata e cristallizzata nel tempo attraverso
la suggestione nefasta dei Padri della Chiesa influenzati
dalla cultura dell’area mediorientale e greca (in primo luo—

noidonne | giugno | 2012



di Stefania Friggeri

go Aristotele). Ad esem-
pio, se per Aristotele il
seme femminile è ac—
quoso e dunque ina-
datto alla procreazio-
ne, Alberto Magno ne
deduce che il seme di
donna riceve la forma
da quello maschile; se la forma sarà perfetta nascerà un
maschio, se imperfetta nascerà una femmina. Cioè un es-
sere che “ha in sé più liquidità dell’uomo. . .Il liquido è un
elemento facilmente mutevole. Perciò le donne sono vo-
lubili e curiose”. Alla base della diffamazione della don-
na sta il meccanismo noto e ben descritto dagli psicoanalisti
secondo cui, per liberarci dal senso di colpa ispirato da
un desiderio che giudichiamo peccaminoso, colpevoliz-
ziamo la figura che ce lo ispira: qui è la donna, attraente
e desiderabile, che, come testimoniato dal peccato ori-
ginale, è più debole del maschio ma, a sua volta, ha il po-
tere di indurlo in tentazione e di trascinarlo alla rovina.

E infatti astutamente il demonio si è rivolto pri-
ma ad Eva “alla parte inferiore della coppia
umana” (Agostino). Opinione confermata
da San Tommaso alla cui autorità indiscussa
di teologo dobbiamo la credenza che il de-
monio esercitasse il suo influsso soprattutto
in campo sessuale, e questo dava conto del per—
ché le donne, essendo lascive più dei maschi,
si univano al demonio negli atti di stregone-
ria. Quale rimedio al peccato della lascivia?
Il matrimonio riscattato dall’intenzione di dare
un figlio a Dio e nel rispetto delle regole: la

desessualizzazione della vita cristiana ha im-
pegnato i teologi fino a tutta l’età moderna, stabilendo
quando e come i coniugi potevano consumare il rappor-
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