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Numero 6 del 2012

Un fiore per Melissa


Foto: Un fiore per Melissa
PAGINA 50

Testi pagina 50

CREDERE
NELLE PAROLE

.— GIOVANNA
IORIO



n occasione di alcuni testi pubblicati sul sito di Rainews24,
a cura di Luigia Sorrentino, Giovanna Iorio così ebbe a
definire la propria scrittura: “Io scrivo e scriverò sempre
per un motivo soprattutto: far rivivere quello che rischia di

UNA POESIA AFFILATA E TAGLIENTE COME
VETRO, CAPACE DI DIRE L'INDICIBILE

di Luca Benassi

dalle parole di Pasolini: Giovanna Iorio fa proprio questo
monito regalando versi di straordinaria, umana intensità.

Giovanna Iorio ha pubblicato “Dopo Lungo Silenzio” (1997)
antologia di poesia irlandese contemporanea al femminile,

00 scomparire o è già scomparso. [...
]. Credo nelle parole: dense, piene
come pietre. Credo nelle voci che si
uniscono e formano letti di fiumi
sassosi dove chi legge non possa
evitare di nuotare tra i sassi. Credo

nella poesia, e forse questa è la cosa
G più importante”. Vi è in queste
parole la coscienza che le parole





DONNA DI CARTA
Questa notte non ho voglia di farmi
calpestare sul marciapiede come un

giornale

sono stanca di fermarmi sono
stanca di passeggiare

voglio essere un sasso voglio

“Voci della Palude” (1997), “Hugo Hamilton:
Lo scoppiato” (romanzo, 2000), “Antonia Byatt:
La vergine nel giardino” (romanzo, 2002). Per
le edizioni Via del Vento ha curato e tradotto i

7“

volumetti: “Eavan Boland”, “Falene’ , Acqua-
marina n. 6”; “Medbh McGuckian”, “Scene da
un bordello”, “Acquamarina n. 11”. “La memoria
dell’acqua” è la sua terza raccolta poetica. Le
altre sono “Mare Nostrum (Retrobottega 2012)





























possono essere pietre, come diceva
Carlo Levi, possono ferire, nascon-
dere o svelare verità, possono co-
struire relazioni quando messe le
une su le altre in un testo, come un
muro a secco. Ed in effetti la poesia
di Giovanna Iorio possiede una sua
secca petrosità, una capacità tutta
peculiare di giocare con i silenzi
bianchi della pagina, alternandosi
in distici o strofe di uno o pochi
versi. Insomma questa poetessa cerca una densità della lingua
capace di dire l’indicibile o ciò che sembra essere destinato
all’oblio, cerca una parola come una materia da plasmare per
far rivivere emozioni e desideri, ma anche dolori, perdite,
sconfitte. Questa capacità di lavorare sulla densità del
linguaggio si manifesta anche in “La memoria dell’acqua”
(Davide Ghaleb Editore, 2012), dal quale sono tratti i testi
qui pubblicati. È questo un testo curato nei dettagli, dove
alle poesie vengono abbinati i disegni e le immagini dell’artista
e poeta Carlo Vincenti. Ne risulta un magma di suono e vi—
sionarietà, nel quale la parola si staglia affilata e tagliente
come vetro, creando vertigini di senso. L’Io si frantuma in un
prisma, nelle tante donne dei titoli dei testi, per poi raggrumarsi
nuovamente in situazioni e stati d’animo che diventano im-
mediatamente nostri, universali. Questo testo racconta e ci
racconta, assume toni civili, composti eppure vibranti. “Chi
non parla è dimenticato”, recita l’epigrafe del libro, tratta

andarmi a posare

perché non cantate?

la coda e le squame.

dove tutto è iniziato.

noidonne I giugno I 2012

Voglio provare a trascinare un
uomo sul fondo nel fuoco

e “La forza delle parole” (a cura di Alessandro
Ramberti, Fara Editore 2012).

sul fondo del mare. Che fate sirene

Prendetevi le gambe e la rete datemi

LA CONTRORA

Ho trascorso

ore roventi in quel letto tra ferro e ricami
ad esplorare macchie sui muri

fuori i rumori di case accarezzate
dallo scirocco.

DONNA SENZ’OMBRA

I0 sono il bianco che si spande
che si allarga sul muro.

Io sono la luce che dilata le pupille sono
carne bianca davanti a me il buio della
notte indietreggia.

Sono bianca pietra caduta in un lago
fiore di marmo che galleggia.

Sono una donna
senz’ombra.
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