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Numero 3 del 2012

D come differenti


Foto: D come differenti
PAGINA 38

Testi pagina 38

TINA MODOTTI

PIÙ CHE
UNAVITA
UN ROMANZO

di Flavia Matitti



3' LA FOTOGRAFIA COME
STRUMENTO DI DENUNCIA
G E DI LOTTA POLITICA



ina Modotti, sorella, non dormi, no, non
dormi: forse il tuo cuore sente crescere la
rosa di ieri, l’ultima rosa di ieri, la rosa nuo-
va. Riposa dolcemente, sorella”. Sono
questi i primi versi di una lunga poesia che
Pablo Neruda dedica all’amica, grande fo-
tografa e fervente militante comunista Tina Modotti, mor-
ta 46enne nella notte tra il 5 e il 6 gennaio 1942 a Città
del Messico, in un taxi, sola, probabilmente stroncata da
un infarto, ma secondo alcuni eliminata dagli stalinisti per
evitare che dicesse la sua sull’assassinio di Trotzky. Co—
munque non sono solo le circostanze della morte ad ap-
parire misteriose, in realtà è tutta la vita di Tina Modot-
ti a essere così avventurosa da sembrare un romanzo.
Nata a Udine il 17 agosto 1896, in una famiglia proleta-
ria e socialista, nel 1913 a 17 anni si imbarca da Genova
a New York per raggiungere il padre emigrato a San Fran—
cisco. Negli Stati Uniti fa vari lavori dall’operaia tessile
all’attrice di teatro e di cinema muto. Nel 1917 sposa il
poeta e pittore Robo e va a vivere a Los Angeles. La loro
casa diviene un cenacolo bohémien dove si discute di tut-
to, dall’arte alla letteratura, dal socialismo alla psicanali-
si, dal buddhismo al libero amore. Conosce intanto il fo—
tografo Edward Weston col quale inizia una relazione. Tut-
ti loro sono attratti dal clima progressista del Messico post
rivoluzionario e il primo a partire è proprio Robo che però
muore di vaiolo a Città del Messico. Tina, che lo stava rag-
giungendo, arriva appena in tempo per il funerale. Nel





















noidonne | marzo | 2012







R.

1923 torna in Messico con Weston e inizia a fotografare.
La sua fama di fotografa sarà indissolubilmente legata a
questo paese dove negli anni venti scatta la maggior par-
te delle sue fotografie (circa 400).
Una magnifica selezione delle
sue immagini — 26 tra le sue foto
più celebri - scattate in Messico
tra il 1923 e il 1927, si può am—
mirare a Roma nella mostra
,\ \ “Tma Modotti: un nuovo sguar-
" .4 do” (fino all’11 marzo 2012), or—
ganizzata dall’Ambasciata del Messico in Italia in colla—
borazione con l’Istituto Cervantes.
Osservando queste immagini appare subito evidente l’ori—
ginalità e modernità del suo sguardo. Molte foto ritraggo-
no il popolo messicano: contadini, donne, bambini, operai,
talvolta solo le loro mani, un soggetto sul quale Tina si sof—
ferma spesso perché in grado di racchiudere l’essenza del-
la persona. La sua grandezza sta nell’aver anticipato il re-
portage sociale, per lei infatti la fotografia non è solo docu—
mentazione, ma strumento di denuncia e di lotta politica.
La mostra restituisce l’atmosfera esaltante che si respirava
negli anni venti in Messico, dove Tina stringe amicizia con
i pittori muralisti Orozco, Siqueiros, Rivera e con Frida
Kahlo. Dopo il deteriorarsi dei rapporti con Weston, che
torna negli Stati Uniti, nel 1927 Tina diventa militante co—
munista, in un momento drammatico caratterizzato da lot-
te intestine tra stalinisti, trotzkisti, anarchici. Il periodo
documentato in mostra si conclude a questa data ma la
vita di Tina prosegue intensa e tragica. Diviene la com-
pagna di Julio Antonio Mella, un rivoluzionario cubano


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