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Numero 9 del 2015

Diritto di famiglia 40 anni dopo


Foto: Diritto di famiglia 40 anni dopo
PAGINA 41

Testi pagina 41

39Settembre 2015
Tu, voi giovani come percepite
la donna in Dante?
Nell’opera di Dante ogni personag-
gio femminile ha una vicenda esem-
plare ed uno degli aspetti che più mi
incanta della Commedia è l’estrema
forza evocativa delle sue parole. Le
donne che ci presenta sono esseri di
una forza straordinaria, tale da esse-
re il centro propulsore del viaggio di Dante: l’intera vicenda
narrata attraverso cento canti parte da una donna, Beatrice.
E dirò di più: la Commedia non inizia con il fatidico verso
Nel mezzo del cammin di nostra vita, ma dalla Vita Nova,
quando il nostro autore riporta la sua personale vicenda
amorosa con Beatrice dicendoci di averla vista per la prima
volta a nove anni provocando in lui uno sconvolgimento tale
da fargli dire che quell’amore ha reso la sua vita “nova”.
In uno dei sonetti più famosi di tutti i tempi Tanto gentile e
tanto onesta pare, Dante ci dice che la sua donna par che
sia una cosa venuta / da cielo in terra a miracol mostrare,
è una creatura miracolosa, che può condurre l’uomo alla
“salute”, alla salvezza eterna, perché mediatrice tra cielo e
terra. Dopo la morte prematura di Beatrice, Dante si inna-
mora di altre donne; queste però non rappresentano nem-
meno un barlume sbiadito di tutto ciò che rappresentava lei.
A questa conclusione giunse dopo un lunghissimo periodo
di riflessione e di studio testimoniato dal giuramento di do-
ver più degnamente tractare di lei, di dire di lei quello che
mai non fu detto d’alcuna, di scrivere per quella sua donna
amata non più un “libello” di poesie, bensì un intero poema!
Una giovane della mia età, ma anche un ragazzo di sedi-
ci anni che si avvicina per la prima volta allo studio della
Commedia a scuola non può rimanere indifferente ad una
simile storia d’amore: tutti si sentono tirati in ballo quando si
parla dell’amore e del bisogno di amare ed essere amati. La
Commedia può essere letta come un’intensa storia d’amo-
re lunga cento canti dove un uomo affronta mille difficoltà
e pericoli per ritrovare proprio lei, Beatrice il cui amore la
spinge a chiamare Virgilio e le fa scombinare mezzo para-
diso perché Dante inizi e porti a conclusione il suo viaggio.
Beatrice è una delle donne più potenti della Commedia.
Torniamo alla modernità di Dante…
Le vicende presentate da Dante sono sempre singolari ed
esemplari. Oggi basta accendere la televisione e sentire il
telegiornale: non c’è giorno in cui non passi la notizia di un
delitto passionale, di una storia d’amore finita in tragedia.
Nel canto V del Purgatorio ci propone la storia di un femmi-
nicidio: Pia de’ Tolomei. Il suo dialogo con il poeta dura sola-
mente cinque endecasillabi, ma in soli cinque versi il poeta
delinea i contorni di questa tragica vicenda senza rancore
né violenza alcuna. Pia nacque a Siena e morì in Marem-
ma, e ciò lo sa bene colui che ‘nnanellata pria / disposan-
do m’avea con la sua gemma, cioè colui che la prese in
sposa, il marito, un certo Nello dei Pannocchieschi. Anche
questo quinto canto si conclude con
una dissolvenza di detto e non detto
che avvolge il personaggio stesso in
un alone di mistero. Poco importa se
Nello abbia ucciso Pia per punire la
sua infedeltà oppure per passare a
nuove nozze; ciò che conta è rac-
contare quella storia, lasciare traccia
di quella donna affinché tutti possa-
no ricordarla. Ed anch’io, lettrice degli anni duemila mi ren-
do conto di quanto sia fondamentale raccontare una storia
del genere, quasi che settecento anni fa Dante avesse già
voluto sensibilizzare i suoi lettori al tema del femminicidio
dando voce ad una donna che chiede semplicemente di
non essere dimenticata. Tra le tante figure femminili la più
potente in assoluto è la Madonna, la Regina del Cielo, così
benigna e misericordiosa da concedere qualsiasi grazia
non solo a chi la richiede. E lei la concederà anche a Dante,
facendogli conoscere Dio e portando così a compimento il
suo pellegrinaggio iniziato per amore per Beatrice.
Concludendo?
Se all’inizio dell’Inferno Beatrice si presenta a Virgilio dicen-
do amor mi mosse, che mi fa parlare, il Paradiso e l’intera
Commedia si conclude con l’amor che move ‘l sole e l’al-
tre stelle. L’amore è il sentimento più potente che riesce a
muovere ogni cosa. E ognuno di noi può prendere questo
verso conclusivo come vero:
l’amore per un figlio porta
un genitore a fare tantissimi
sacrifici per assicurargli una
vita felice; il sentimento d’a-
more per una persona spin-
ge due innamorati a percor-
rere tantissimi chilometri per
riabbracciarsi; l’amore per lo
studio fa sì che un ragazzo
di diciotto anni lasci la fami-
glia per andare ad abitare
in una città che non è la sua
per studiare all’università; l’a-
more per un autore come Dante può portare centinaia di
persone provenienti da tutta Italia ad incontrarsi a Firenze
per partecipare ad una maratona di lettura; e potrei ancora
continuare. Ognuno di noi potrebbe continuare questa lista!
E la tua Commedia?
Anch’io ho trovato “la mia perla” : è un endecasillabo e
mezzo tratto dal canto XV dell’Inferno in cui Dante incon-
tra Brunetto Latini. Dopo che Dante ha sintetizzato la sua
vicenda l’anima dell’antico maestro dice se tu segui tua
stella / non puoi fallire a glorïoso porto. Se tu hai un obiet-
tivo, un sogno nel cassetto che vuoi realizzare con tutte le
tue forze, se tu segui lo scintillio di quella stella, allora non
potrai fallire nel tuo intento. Voglio credere che sia così. b
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