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Numero 9 del 2015

Diritto di famiglia 40 anni dopo


Foto: Diritto di famiglia 40 anni dopo
PAGINA 26

Testi pagina 26

24 DONNE IN CAMPO/SPECIALE EXPOSettembre 2015
“Quando vedo un terreno incolto sto male, è un’espressione di incuria per il nostro am-biente, una mancanza di rispetto”. Pina Te-
renzi è una ‘donna del vino’ cresciuta tra i vigneti dell’a-
zienda di famiglia che porta il nome del papà, Giovanni
Terenzi (www.viniterenzi.com). In occasione della terza
giornata CIA in Expo, il 24 luglio scorso, Donne in Campo
ha celebrato l’Assemblea annuale e Pina è stata eletta
vicepresidente nazionale . L’abbiamo intervistata a Mi-
lano, poche ore dopo la nomina. “L’adesione a Donne in
Campo è venuta naturale, perché nella nostra azienda
le donne hanno sempre avuto un ruolo importante, per
esempio era mia nonna che gestiva le persone in vigna e
lo stesso ha fatto mia madre. La consuetudine è sempre
stata quella di discutere in famiglia le decisioni, di condi-
videre le scelte, di avere rispetto per i ruoli. Per questo
non vedo la differenza tra uomini e donne in azienda”.
Solide radici, quelle che legano Pina Terenzi alla terra,
alla sua terra. “La nostra azienda è nata per scelta, se-
guendo le orme di mio nonno che subito dopo la guerra
ha iniziato a fare il vino per passione. Alla fine degli anni
Sessanta mamma è papà prendono la grande decisione
di dedicarsi all’agricoltura in modo professionale, era-
no in controtendenza per quel tempo”. L’azienda è a
Serrone, in provincia di Frosinone, e il boom industriale,
arrivato in Ciociaria, ha spopolato le campagne perché
alle fatiche dell’agricoltura le persone preferivano i sa-
lari sicuri delle fabbriche e meno ore di lavoro. “I miei
genitori, invece, hanno creduto nell’azienda, hanno dato
valore alle loro radici contadine e hanno impiantato viti-
gni autoctoni delle nostre zone: il cesanese e la passe-
rina”. Ora siete alla terza generazione e la prospettiva è
quella di consolidare questa tradizione di famiglia. “Io e i
miei due fratelli siamo cresciuti in questa realtà e abbia-
mo fatto la scelta di rimanerci, anche utilizzando gli studi
che ciascuno di noi ha fatto. La ragione? Penso che una
leva potente è stata la passione e l’amore che abbiamo
visto nei nostri genitori, che ci hanno insegnato l’umiltà
e il senso di appartenenza. Sono stati un grande model-
lo per noi figli. Oggi la nostra azienda è un bel mix tra
innovazione e tradizione”. Infatti in casa Terenzi la tra-
dizione del buon vino si è sposata con una nuova visione
del grande patrimonio rappresentato dal vigneto, ben al
di là della produzione stessa e delle nuove tecnologie
in cantina. “La nostra è stata la prima azienda in Cio-
ciaria ad aprire le porte della sua cantina organizzando
visite e degustazioni. All’inizio ci criticavano, poi hanno
capito il senso di quella scelta, che ha precorso i tempi.
I visitatori colgono l’occasione delle degustazioni anche
per passeggiare tra i filari, per conoscere le lavorazioni,
sono intessute del piacere dell’ascolto e del racconto”.
Pina Terenzi è sommelier ed è lei che segue questa at-
tività, preziosa opportunità per chiederle se è cambiato
negli anni il modo di bere il vino. “Sì, c’è una crescita
della cultura del vino e del buon bere, c’è più attenzio-
ne e anche noi curiamo meglio questi incontri. Lasciamo
che le persone capiscano l’importanza del lavoro che c’è
dietro al vino. Devo dire che dopo aver soddisfatto le
curiosità senza l’assillo dell’orologio, i visitatori sono ri-
lassati e persino il sapore del vino è diverso!” E da Donna
in Campo, cosa vede tra le priorità che l’associazione
deve affrontare? “Occorre fare rete e darci forza reci-
procamente, perché lavorare in solitudine rende tutto
più difficile. Occorre farlo tenendo sempre un occhio di
riguardo alla terra, unica fonte di vita”. ?
RISPETTO
PER LA TERRA
UNICA
FONTE DI VITA
IN OCCASIONE DELLA GIORNATA
DI DONNE IN CAMPO-CIA ALL’ExPO
DI MILANO, UNA CONVERSAzIONE CON
PINA TERENZI, IMPRENDITRICE AGRICOLA
NEL LAzIO E VICEPRESIDENTE NAzIONALE
DELL’ASSOCIAzIONE
di Tiziana Bartolini
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