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Numero 3 del 2009

Una festa nella crisi: lotta marzo


Foto: Una festa nella crisi: lotta marzo
PAGINA 47

Testi pagina 47

noidonne marzo 2009 47
dinanza -, uno di volontariato - perché
crediamo che ogni cittadino debba la-
vorare per la propria comunità - e un al-
tro di controllo cittadino - in un paese
così corrotto gli stessi cittadini devono
esercitare un controllo sul pubblico. A
questo, prossimamente, si unirà una di-
rezione che si occuperà di proposte pro-
venienti dalla gente comune per aiutare
le persone o le associazioni a realizzare
progetti di miglioramento del paese.
Un'altra parte del nostro lavoro riguar-
da il rafforzamento istituzionale e con-
siste nell'appoggiare i gruppi e le comu-
nità. L'obiettivo di fondo è quello di co-
ordinare e rafforzare le organizzazioni.
Vi è stata mossa la critica di voler, in
questo modo, manipolare il consenso...
Se volessimo potremmo manipolare
la popolazione. Ma credo, ed è quello
che cerco di fare, che abbiamo invece il
dovere di risvegliare le coscienze e far si
che le decisioni siano prese dagli indivi-
dui; e questa è la vera rivoluzione. A me
non interessa il potere e non mi candi-
derò alle prossime elezioni; mi interessa
il lavoro dal basso e per questo ho il do-
vere di mantenere una visione più am-
pia possibile e aprire la porta a tutti. Il
nostro paese ha bisogno di cultura e di
conoscersi. Abbiamo creato una linea
di fumetti che affronta il tema impor-
tantissimo dell'identità nazionale: dob-
biamo avere la forza di rompere con il
colonialismo, anche quello culturale,
che fa sì che il nostro popolo resti a te-
sta bassa. Anche il movimento indigeno
ha le sue colpe in questo quando cerca
di far risalire la storia dell'Ecuador al-
l'arrivo degli Inca che, in realtà, furono
i primi colonizzatori di questo paese.
E le donne?
Da sempre ho avuto una personalità
molto definita, forte e indipendente. In
questo è stata fondamentale la figura di
mia madre che, al contrario di mio pa-
dre, viene da una classe sociale molto
popolare e ha sempre dovuto confron-
tarsi con problemi economici ed essere
indipendente sin dall'infanzia. Si è lau-
reata nel primo gruppo di infermiere in
Ecuador. E' stata una persona molto for-
te che con la sua vita mi ha fatto com-
prendere che essere donna non è una de-
bolezza. Le problematiche legate al ruo-
lo e alla posizione della donna nella so-
cietà le ho apprese da sola durante il
mio processo politico personale. Non
credo in tutto ciò che è verticale e pa-
triarcale e per questo ritengo sacrosanta
ogni lotta, non solo delle donne, ma de-
gli individui, per i diritti e la libertà del-
la persona. Penso però che i cambia-
menti si fanno nella strada, nell'azione,
che bisogna cambiare la società dal
basso. Sono per la rivoluzione perma-
nente e questo è tanto più vero per le
donne. Devo però muovere una critica
ad alcune organizzazioni femminili, in
particolare il CONAMU (Consejo Na-
cional de Mujeres) che invece sono di-
ventate apparati burocratici e non fan-
no un buon servizio alla parte femmini-
le di questo paese.
La nuova Costituzione dell'Ecuador
è stata chiamata del 'sumak kaw-
say', concetto indigeno traducibile
come buon vivere che non ha lo stes-
so significato di benessere ...
Quando l'ho letta per la prima volta
interamente mi è sembrata un libro me-
raviglioso malgrado le ovvie imprecisio-
ne che contiene. Il benessere è un con-
cetto che possiamo riportare alla socie-
tà capitalista e che ha a che vedere con
il consumo. Il buon vivere invece è lega-
to al concetto di felicità, di armonia, di
solidarietà, di relazione con la natura,
di coscienza di vivere in una società che
funziona. Molti giuristi hanno detto che
siamo pazzi ma io penso che la legge
debba essere fatta per le persone e non
sulle persone.
intervista a Manuela Gallegos Anda, 'Cittadina Ministra', che difende gli emigranti
ecuadoriani e ha rifiutato la limitazione della sovranità del suo paese esercitata con
intromissioni nella politica interna e con basi militari. "Ho vissuto l'emozione di vedere il
risveglio della conoscenza negli occhi del popolo"


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