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Numero 3 del 2009

Una festa nella crisi: lotta marzo


Foto: Una festa nella crisi: lotta marzo
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Testi pagina 15

noidonne marzo 2009 15
blico e privato. Quasi ovunque, nel
mondo, sono stati diminuiti i poteri di
intervento e di regolazione dello stato:
quando ora si chiede allo stato di inter-
venire, spesso lo stato dispone di stru-
menti limitati, frutto di trent'anni di
'pensiero unico', del cosiddetto Was-
hington Consensus [espressione coniata
nel 1989 dall'economista John William-
son per descrivere un 'pacchetto di rifor-
me standard', di stampo neoliberista,de-
stinate a paesi in stato di crisi economi-
ca, indicato da Fondo Monetario Inter-
nazionale e Banca Mondiale, e resa fa-
mosa dalla critica decisiva del premio
nobel Joseph Stiglitz. NdR ]. Anche per
questo, e per l'estensione della crisi, sa-
rebbe necessario una strategia di inter-
vento concordata a livello internazio-
nale. Ma, anche limitandosi all'Europa,
mi pare che non ci sia ancora la neces-
saria determinazione.
A suo parere le teorie dell'ecofemmi-
nismo sono applicabili e possono
rappresentare un nuovo modello eco-
nomico? E il ruolo delle donne può
essere determinante nelle politiche
economiche del futuro?
Io penso che non bisogna dimentica-
re che l'emancipazione femminile è fi-
glia dell'energia elettrica. La capacità e
la possibilità di autodeterminazione e
di libertà di movimento e di pensiero
delle persone dipendono molto dalla
quantità e qualità di tempo che si può
avere a disposizione, e quello delle don-
ne si è moltiplicato grazie al progresso
tecnico applicato alla vita domestica.
Questa consapevolezza fa ormai parte
della common knowledge femminile, al-
meno nel mondo occidentale.
Le donne, tuttavia, mantengono la
capacità di anteporre la cura, rispetto
all'appropriazione.
Nell'atteggiamento femminile, preva-
le una conseguenzialità del tipo: 'io so-
no responsabile di qualcosa, e siccome
ne sono responsabile, questa cosa è
mia'. Nel pensiero maschile più spesso
avviene il contrario: 'questa cosa è mia,
quindi ne sono responsabile'. La donna
prima assume la responsabilità e attra-
verso la responsabilità acquisisce. Que-
sto approccio, nelle femministe ed eco-
femministe, si traduce in una diversa at-
tenzione e rispetto nei confronti del
mondo circostante, delle risorse, delle
persone.
Ciò non significa che non si continui-
no a utilizzare le risorse della natura,
ma cambia il modo.
Del resto, il senso di responsabilità
delle donne comincia già ad essere con-
siderato un fattore di sviluppo: pensia-
mo ad esempio al microcredito, che vie-
ne concesso prevalentemente alle don-
ne, perché lo restituiscono.
L'affidabilità delle donne nasce dalla
responsabilità: un diffuso protagonismo
delle donne può dunque rivelarsi prezio-
so in tempi di crisi, determinando nel
contempo una migliore qualità dello
sviluppo futuro.
Rita Castellani è Docente di Economia Politica presso il
Dipartimento di Economia, Finanza e Statistica
dell'Università degli Studi di Perugia. L'abbiamo
intervistata per avere le sue opinioni e alcuni chiarimenti.
Gruppi di Acquisto Solidale (GAS).
Sono gruppi di persone che, a partire da
un approccio critico al consumo, resisten-
do cioè all'impulso dell'acquisto non con-
sapevole, scelgono di acquistare prodotti
di qualità, prodotti locali, alimenti da agri-
coltura biologica o equivalenti, secondo
principi di equità e solidarietà rispetto ai
produttori, ai lavoratori, ai popoli del sud
del mondo, all'ambiente.
Regolamentati nel 2007 dalla Commissio-
ne di Bilancio del Senato sono definiti co-
me 'soggetti associativi senza scopo di lu-
cro costituiti al fine di svolgere attività di
acquisto collettivo di beni e distribuzione
dei medesimi, senza applicazione di alcun
ricarico esclusivamente agli aderenti, con
finalità etiche, di solidarietà sociale e di
sostenibilità ambientale in diretta attua-
zione degli scopi istituzionali con finalità
etiche e con esclusione di attività di som-
ministrazione e vendita'.
Impronta ecologica.
E' una 'misurazione' della domanda dell'u-
manità sulla biosfera, in termini di super-
ficie di terra e mare necessarie alla produ-
zione delle risorse utilizzate e all'assorbi-
mento dei materiali di scarto.
Valuta il nostro 'peso ambientale' sul pia-
neta.
Malsviluppo.
Termine coniato da Vandana Shiva, attivi-
sta ambientalista indiana laureata in fisica
quantistica e in economia. Il termine si ri-
ferisce al modello patriarcale per indicare
uno sviluppo 'deforme, un malfunziona-
mento del sistema' e per sottolineare il le-
game con un approccio che 'combina la
dominazione sulle donne a quella del ca-
pitale sulla natura e sugli individui' por-
tando con sé la distruzione della natura,
lo sfruttamento del 'capitale naturale', la
negazione dei bisogni fondamentali, la
crescita della povertà.
Prodotto Interno Lordo (PIL).
Valore complessivo di beni e servizi pro-
dotti all'interno di un Paese in un certo
tempo e destinati a consumi finali, inve-
stimenti, esportazioni. Molti ritengono
che il prodotto interno lordo non sia indi-
ce della qualità della vita, anche perché a
livello contabile non vengono fatte distin-
zioni tra attività pericolose (le guerre, ad
esempio) e, inversamente, molte attività
utili che non vengono nemmeno registra-
te poiché non producono flussi monetari:
il volontariato, le attività domestiche, da-
re la vita. Tra i sostenitori di questa 'revi-
sione' del PIL, Patrick Viveret, autore del
libro 'Ripensare la ricchezza.
Dalla tirannia del Pil alle nuove forme di
economia sociale'.
Spazio bioproduttivo.
È lo spazio che serve al nostro consumo,
fornendoci alimenti, energia e altre risor-
se, e a riciclare i nostri rifiuti: il pianeta ha
51 miliardi di ettari di terra, ma solo 12
miliardi di essi sono bioproduttivi. Dato
che nel mondo siamo ormai sei miliardi e
mezzo di persone, ognuno di noi avrebbe
a disposizione 1,8 ettari di spazio ripro-
duttivo'. Serge Latouche
Sviluppo sostenibile.
Il concetto di sviluppo sostenibile è abba-
stanza recente, e numerosi sono i pensie-
ri, le critiche e le regolamentazioni nazio-
nali e internazionali che possono essere
ricondotte ad esso. In generale si può dire
che sia una forma di sviluppo che, preser-
vando qualità e quantità delle riserve na-
turali e delle risorse, resti compatibile con
equità sociale ed ecosistema.
Tra le riflessioni sul concetto di 'sviluppo
sostenibile' ci sono l'idea di un equilibrio
tra economia, ecologia ed equità, la possi-
bilità delle generazioni future di soddisfa-
re i propri bisogni, la sopravvivenza e il
benessere di tutte le specie viventi.
E. R.


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