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Numero 11 del 2015

Not in my name - contro il terrorismo


Foto: Not in my name - contro il terrorismo
PAGINA 38

Testi pagina 38

36 Novembre-Dicembre 2015
ST
AT
I U
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TI Non è certo casuale che il Papa menzioni questa “serva
di Dio”, pentita di aver commesso il peccato di aborto, ora
che in occasione dell’Anno Giubilare straordinario, che
mette al suo centro la misericordia di Dio, il Papa stesso ha
deciso di concedere a tutti i sacerdoti la facoltà di assolvere
dal peccato di aborto le donne veramente pentite, poiché
“il perdono non può essere negato a nessuno, soprattutto
quando con cuore sincero si accosta al sacramento della
confessione per ottenere la riconciliazione con il Padre”.
Quella di Dorothy Day è una storia complessa e con-
traddittoria. La sua ardente fede religiosa ispira e permea
le sue azioni: nel ‘41 fonda la Lega degli obiettori di coscien-
za cattolici. La sua lotta pacifista dura per tutti gli anni ‘50 e
‘60, soprattutto col rifiuto di partecipare alle esercitazioni per
simulazione d’allarme atomico e con l’astensione dal paga-
mento delle tasse destinate alla guerra. Non si esime, neppu-
re, dalla critica alle autorità ecclesiastiche, per esempio allo
scoppio della guerra civile spagnola, quando la gerarchia
parteggia per le forze franchiste, e successivamente dal con-
dannare l’intervento americano in Vietnam. Ricorre sovente
allo sciopero della fame nel corso delle sue battaglie. Ma il
suo spirito antiautoritario, antimperialista, così come la sua di-
fesa dei diritti delle donne e dei neri si coniugheranno sempre
più con un vero attaccamento alla tradizione religiosa. Ecco
perché Dorothy non si troverà in sintonia col movimento del
Sessantotto, giudicandolo una vera e propria manifestazione
di permissivismo assoluto, nella quale individua un disordine
preoccupante e deprecabile. Si opporrà decisamente alla ri-
voluzione sessuale degli anni ‘60 e sul divorzio indicherà sem-
pre a tutti l’insegnamento della Chiesa.
Dorothy Day piace a Bergoglio per il suo conserva-
torismo sui valori della fede (contro l’aborto, il divorzio
e i matrimoni gay - anche se il Pontefice è più aperto su
sessualità e bioetica) e rivoluzionarismo nel sociale. Pro-
prio ripartendo dal Vangelo, il Pontefice sta cercando di
portare aria nuova e pulizia, ridare vigore alla fede e rende-
re la Chiesa un punto di riferimento sostanziale per quanti
vogliano costruire un futuro diverso da quello che i potenti
hanno immaginato.
Ma per realizzare la sua missione, dettata anche dalle cir-
costanze storiche, ci vuole sia il rispetto della tradizione sia
la tempra dell’innovatore. b
I DITTATORI
non AMAno
LA PoeSIA
la poetessa siriana MArAM AL-MASrI parla
del popolo oppresso, della condizione
delle donne, di chi fUgge e di chi mUore
nel sUo paese d’origine. È accadUto
a settemBre ad agrigento, nella valle dei
templi, per iniziativa della fidapa
di Ester Rizzo
Le ho viste. / Loro, / i loro volti dai lividi celati. /
Loro, / Gli ematomi nascosti tra le cosce / Loro,
/ i loro sogni rapiti, le loro parole azzittite / Loro,
/ i loro sorrisi affaticati. / Le ho viste / tutte /
passare in strada / anime scalze, / che si guardano
dietro, / temendo di essere seguite / dai piedi
della tempesta, / ladre di luna / attraversano, /
camuffate da donne normali. / Nessuno le può
riconoscere / tranne quelle / che somigliano a loro.
Sono i versi della poetessa siriana Maram Al-Masri, dedicati a tutte le profughe, alle “donne sommerse”, alle vittime di violenza.
Maram nasce a Lattakia, una città bagnata dalle onde
del Mediterraneo, molto vicina all’isola di Cipro, l’isola
di Afrodite, dea della bellezza e dell’amore, e lì trascor-
re i suoi primi vent’anni. Ma Maram è una “ribelle”, si
oppone al regime dittatoriale di Assad ed è quindi co-
stretta a fuggire, a rifugiarsi in Francia, a Parigi. Que-
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