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Numero 11 del 2015

Not in my name - contro il terrorismo


Foto: Not in my name - contro il terrorismo
PAGINA 34

Testi pagina 34

32 Novembre-Dicembre 2015
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continuano a scandire il ritmo della loro esistenza, la voglia di tra-
sformazione delle nuove e delle vecchie generazioni. Ecco per-
ché vogliamo rendere omaggio ad alcuni dei fi lm che hanno vinto
descrivendoli brevemente”, della regista afgana è stato premiato
come. È un fi lm autobiografi co che narra una storia di solitudine e
di disperazione legata all’impossibilità di una madre di continuare
a vivere accanto al proprio fi glio. Sabela, sposa bambina, all’età di
15 anni diventa madre. Appena ventenne decide di separarsi dal
marito violento. Il fi glio è affi dato al padre anche se incapace di
crescerlo. La giovane donna cerca sostegno legale dalle avvocate
Poche settimane fa si è concluso, in Afghanistan, il Festival Internazionale del cinema delle donne che si è tenuto dall’11 al 13 ottobre. Il festival ha avuto luogo nella splendida ed an-
tica città di Herat, una cornice ideale per le immagini e le parole di
coloro che hanno voluto raccontare frammenti di un mondo fatto di
realtà, drammi quotidiani e speranze. La rassegna cinematografi -
ca per la sezione Afghanistan ha trattato quest’anno il tema delle
discriminazioni e della violenza alle donne e alle bambine. Questa
è la terza edizione del festival ed è stato realizzato grazie alla ca-
parbietà di Roya e Alka Sadat, due sorelle registe che NOIDONNE
ha conosciuto anni fa e ha dedicato loro il progetto .
È proprio grazie a NOIDONNE che , attivista per i diritti umani
(componente GREVIO per la convenzione di Istanbul) e parte di
, le ha conosciute. Lei lavora in questo paese dal 2003 con il per
promuovere l’empowerment economico e sociale delle donne e
per contrastare le violenze. Simona Lanzoni, che ha fatto parte del-
la giuria internazionale del Festival insieme ad altre tre persone,
racconta la sua esperienza.
“Spesso si tende a credere, erroneamente, che un paese povero
abbia persone poco interessate all’arte e che la sua produzione
cinematografi ca sia, di conseguenza, di bassa qualità. In realtà
questo festival ha messo in luce l’alta qualità e la professionalità,
l’impegno e la dedizione di donne e uomini che hanno presentato
cortometraggi e documentari molto coraggiosi e ben fatti. Questi
giovani registi e registe, sceneggiatori, attori e attrici, hanno sapu-
to magistralmente raccontare la società afghana, le tradizioni che
ROYA, ALKA
E IL LORO FESTIVAL
UN MESSAGGIO DI SPERANZA
LE AVEVAMO CONOSCIUTE NEL 2008. GIOVANI DETERMINATE A FARE LE REGISTE, UN LAVORO IMPENSABILE IN AFGHANISTAN PER LE
DONNE. NOIDONNE LE HA SOSTENUTE CON IL PROGETTO ‘IL SOGNO DI ROYA E ALKA’, CHE MOLTE NOSTRE LETTRICI RICORDANO.
IL SOGNO HA CONTAMINATO LA REALTÀ E DOPO ANNI LE INCONTRIAMO DI NUOVO E GUIDANO UN LORO PROGETTO:
UN FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL CINEMA DELLE DONNE. ENTRAMBE SONO DIVENTATE MADRI E SONO CRESCIUTE
PROFESSIONALMENTE, NONOSTANTE LE CONDIZIONI DEL LORO PAESE E DELLE DONNE NEL LORO PAESE. NONOSTANTE TUTTO.
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