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Numero 1 del 2012

Il meglio di noi


Foto: Il meglio di noi
PAGINA 44

Testi pagina 44

ATUTTO SCHERMO

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proprio lavoro e sulla condizione femminile.

VISIT INDIA

di Patrizia Santanqeli

noidonne | gennaio | 2012

a quinta edizione del Visioni Fuori Raccordo
Film Festival, una manifestazione che esplora i tan-
ti temi legati alle periferie nel nostro Paese — in sen-
so concreto e metaforico - e che si svolge a Roma
presso il Nuovo Cinema Aquila, ha presentato, fra
le altre opere, due documentari di grande impat-
to, realizzati da intraprendenti e talentuose registe che trat-
tano temi diversamente connessi al tema del confine e del-
la marginalità, tra intercultura e politica, in Italia e nel mon—
do. Ad entrambe abbiamo rivolto domande analoghe sul

Frequentando il litorale di Sabaudia e dintorni, da qual-
che anno a questa parte è impossibile non notare i tanti
indiani con turbanti dai vivaci colori che si spostano in
bicicletta lungo le strade principali: appartengono alla co-
munità Sil bilita nella zona dell’agro pontino, e lavorano come brac—
cianti nelle serre o in altri lavori agricoli, con salari da fame

(2-4 euro l’ora per 12 ore di lavoro), raggiungendo oggi
circa le 10mila persone. Dall’osservazione di questa re—
alta è nata l’idea del bel documentario Visit India, della
regista sarda Patrizia Santangeli, documentarista, diret-
tore creativo, copywriter, oggi regista a tempo pieno (fra
le sue opere Allegro moderato, filmati web, videoclip), da
sempre interessata ai temi dell’alterità, del sociale e del-
l’integrazione: la regista si avvicina con sguardo discre—

to ma grande intensità a

eppure vicinissimo, den-
so di bellezza e speranza
ma irto di difficoltà,
esplorando la quotidia—
nità del lavoro e della vita
familiare, dei tanti in-
diani Sikh che hanno
portato con sé, dal lon-
tano Punjab (India del
Nord), fino al cuore del—
la provincia di Latina,
tradizioni, culti religiosi
ed un’antica cultura.

questo mondo, lontano
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COM'E NATA L'IDEA DEL DOCUMENTARIO VISIT INDIA E CHE
COSA TI E RIMASTO DI IMPORTANTE DOPO IL CONTATTO CON
LA CULTURA SIKH TRAPIANTATA IN PROVINCIA DI LATINA?
Tutto è nato percorrendo la strada che porta al mare a Sa-
baudia. Ci passo spesso e mi piace molto perché costeg-
gia il Parco del Circeo, i campi, le serre luccicanti d’esta-
te, le case costruite durante la bonifica. Una bella atmo-
sfera che da un po’ di anni ha cambiato sapore perché a
percorrerla ci sono anche gli indiani sikh che, con tanto
di turbante, vanno al lavoro o al tempio in bicicletta. Mi
è scattata naturale la curiosità di conoscerli e da lì alla vo-
glia di farne documentario il passo è stato breve.

HAI AVUTO PROBLEMI COME DONNA REGISTA AD ENTRARE IN
CONTATTO CON IL MONDO CHE RACCONTI?

Non li chiamerei problemi, ma curiosità e qualche timi—
dezza in più. Spiegare che stavo facendo un documentario
era praticamente impossibile perché sono pochi i sikh che
parlano italiano. Certo, se e quando vedranno il docu-
mentario temo che rimarranno un po’ delusi dal mio la—
voro: mi hanno visto fare le riprese per tanto tempo e si
aspettano sicuramente un film di ore e ore, come da loro
abitudine, invece Visit India dura 55 minuti. Ad ogni modo
vedere una donna che riprendeva non era del tutto con-
sueto per loro e la presenza dei miei compagni di viaggio,
il fotografo Gabriele Rossi e il sociologo Marco Omizzolo,
è stata un ottimo lasciapassare per vincere le loro timidezze.
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