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Numero 1 del 2012

Il meglio di noi


Foto: Il meglio di noi
PAGINA 21

Testi pagina 21

nelle motivazioni di ognuno; ho visto più differenze generazio-
nali o di provenienza politica, che non di genere. In giro per l'Ita-
lia ci sono tante attiviste anche con ruoli di coordinamento, che,
come i loro “colleghi" maschi, fanno di tutto: dai rapporti con la
stampa, con le istituzioni, fino al volantinaggio.

Insomma nei movimenti dal basso c'è la parità?

Bè, l’impressione è proprio questa, che nelle lotte dal basso fi-
nalmente le questioni di genere siano risolte in nome della pra-
ticità e degli obiettivi comuni...

Quante donne attiviste ci sono nel movimento?

Molto difficile dirlo... noi non sappiamo quanti attivisti ci sono! È un
continuo, una realtà carsica, poi abbiamo visto il risultato del refe-
rendum. In generale, guardando la lista dei referenti territoriali,
penso di poter dire con sufficiente sicurezza che siamo al 50 e 50 [...]

Quanto è riconosciuto l'impegno delle donne in queste qran-
di battaglie per i beni comuni?

Molto molto meno di quanto meriterebbe. C'è paura di affron-
tare il tema “beni comuni" in modo serio: viene citato oppure
osteggiato, poi diventa una moda e ne parlano tutti, ma un ra-
gionamento serio a livello istituzionale è rifiutato in nome di una
politica basata sul controllo del potere, cioè esattamente l'op-
posto di quel che dovrebbe essere. || referendum è un esempio
lampante di questo scollamento fra istituzioni e società civile.
Abbiamo raggiunto il quorum dopo decenni, novità assoluta nel
panorama politico sia per dimensioni sia per natura: i giovani

foto di Massimo Lupo

sono tornati a votare. [...] I| fenomeno è stato ignorato a tal
punto che sui giornali, meno di un mese dopo, quel che si leg-
geva su acqua e servizi pubblici era uguale a prima, come se non
fosse successo nulla... c'è da dire che il tema “politica dal basso"
mette in forte crisi chi detiene il potere.

Nel referendum 27 milioni di italiani hanno espresso una vo-
lontà chiara. In cosa il movimento per l'acqua non si sente
ancora di aver vinto? Quali sono le battaglie di domani?

C'è un tentativo di stravolgimento dell'esito referendario, pen-
siamo all'articolo 4 della manovra di agosto, ripreso a novembre
con la legge di stabilità per cui i comuni che non privatizzano entro
marzo 2012 possono essere commissariati. [...] Stiamo promuo-
vendo un ricorso in corte costituzionale sull'esito referendario del
primo quesito ad esempio. C'è poi la battaglia da portare avanti
territorio per territorio: i comuni, con la stretta economica e fi-
nanziaria, sono spinti a vendere per fare cassa. Ouello che vo-
gliamo spiegare loro è che così facendo non solo ignorano la
volontà popolare, ma in più non risolvono i loro problemi finan-
ziari a lungo periodo. Insieme potremmo ricanalizzare i bilanci e
trovare delle strategie che permettano ai comuni di gestire questi
servizi in economia e come fonte di introito al posto dei privati.
D'altronde, se la gestione dell’acqua non fosse una fonte di pro-
fitto, perché i privati la acquisterebbero? Per la stessa ragione

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* “Morì.



stiamo lanciando ora la campagna di OBBEDIENZA CIVILE, di ob-
bedienza all'esito referendario, per cui invitiamo a eliminare dalla
prossima bolletta la quota di profitto delle aziende di gestione del-
l'acqua. Il servizio Io paghiamo e su questo siamo d'accordo. Ma
l’acqua non è una merce. [...] Noi non vogliamo pagare la voce “re-
munerazione" (indicata nel piano d'ambito), che incide molto più
del 7%, ma oscilla tra il IO e il 20%, con punte del 25%. È una bat-
taglia sia sulla bolletta che sul principio.

Perché ai comuni converrebbe praticare strade alternative
alle privatizzazioni dei servizi?

Le gestioni pubbliche non esistono quasi più: i servizi di gestione
sono delle spa, enti di diritto privato che spesso fanno ricorso a
credito privato entrando nel meccanismo finanziario che si trova
a fronteggiare problemi della borsa internazionale, degli au-
menti interessi, ecc [...] le aziende avrebbero meno costi (pen-
siamo al regime fiscale) e [...] potrebbero, anzi dovrebbero,
disporre di prestiti a tasso agevolato, e potrebbero così affran-
carsi dalla logica delle banche...l

Leggi la versione integrale dell'intervista su www.noidonne.org

noidonne | gennaio | 2012 m


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