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Numero 12 del 2016

CIAO! Inserto speciale 'La nostra bella storia'


Foto: CIAO! Inserto speciale 'La nostra bella storia'
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Testi pagina 40

di farsi un’immagine egualitarista. Per la parte che
riguarda la difesa delle donne dalle discriminazioni
vedo invece grande confusione…”.
Passa qualche anno e le pari opportunità diventano
materia di una vera e propria riforma. Noi Donne da
conto della discussione, riportando le opinioni di po-
litiche di vari schieramenti. Si discute accanitamente
in tutte le sedi. La proposta della ministra Finocchia-
ro non fa altro che ‘mettere su carta’ un’esigenza co-
mune a tutte. Ovviamente con toni, proposte, punti
di vista anche molto diversi gli uni dagli altri. La cosa
più importante, però, è quello che c’è dietro, ovvero la
profonda necessità di ridefi nizione e risignifi cazione
di tutte le politiche delle donne e non soltanto delle
Pari Opportunità. Francesca Izzo, all’epoca respon-
sabile nazionale donne Pds, è convinta che “nono-
stante tutti gli strumenti di parità dovranno essere ri-
visti per adeguarli alle trasformazioni di questi anni,
rimane un punto fermo: la presenza nell’esecutivo di
un luogo che abbia come compito lo sviluppo delle
politiche di Pari Opportunità”.
In contemporanea con le
discussioni politiche e istituzionali
sull’importanza di creare,
all’interno delle Istituzioni, luoghi
e fi gure deputati all’empowerment
femminile, nel 1992 si apre un
dibattito sul linguaggio,
a partire dal un articolo del giornalista Francesco
Merlo sul Corriere della Sera. “Sta succedendo che,
in un quotidiano di partito, l’Unità, delle giornaliste
femministe stanno ‘purifi cando’ la lingua. Queste
giornaliste scrivono avvocata, magistrata, ministra;
si fanno chiamare inviata e rifi utano il maschile
come neutro. Insomma, per declinare al femmini-
le i nomi che indicano le professioni ab orriscono il
suffi sso in –essa perché è un accrescitivo ed è sta-
to introdotto solo per sbeffeggiare le prime donne
approdate all’emancipazione. Rifi utano inoltre il
termine maschile esteso alle professioniste perché
vogliono ribadire che non sono uomini mascherati”.
Tutto questo, secondo Merlo, non è che l’ennesimo
esempio di revanchismo e totalitarismo femmini-
le che ormai la fa da padrone nel mondo. In realtà,
come vedremo, anche moltissime donne fanno re-
sistenza alla femminilizzazione degli appellativi
Copertina,
n.11, novembre 1995
Copertina,
n.4, aprile 1992
Emma Bonino,
n. 5, maggio 1997
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