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Numero 12 del 2016

CIAO! Inserto speciale 'La nostra bella storia'


Foto: CIAO! Inserto speciale 'La nostra bella storia'
PAGINA 49

Testi pagina 49

47Dicembre 20162015—2016
po, associazione della Cia di imprenditrici agricole, insieme alle
quali abbiamo percorso tanti “sentieri”: fra benessere e burocra-
zia, paesaggi, natura, cibo, sostenibilità, turismo rurale. Insom-
ma, una vera e propria “condivisione dei saperi e dei sapori”.
A mano libera, con le detenute di Rebibbia. Fra i progetti
portati avanti da NOIDONNE, quello insieme alle detenute del
carcere femminile romano, per costruire insieme un ponte di
libertà, un canale di comunicazione fra il “dentro” e il “fuori”. Le
recluse rappresentano il 4% della popolazione carceraria, con
specifi che esigenze, fra cui quelle del contenimento della sof-
ferenza, della tutela dell’infanzia per quanto riguarda le detenu-
te madri, della prevenzione dell’autolesionismo e del reinseri-
mento nella società e nel lavoro. I racconti dal carcere raccolti
durante i laboratori settimanali parlano di famiglie, di tempo,
del carcere giorno per giorno, di quotidianità, di possibilità di
“uscire fuori” e di sperimentare tante “liberazioni” attraverso le
parole, la musica, i sogni, le memorie.
Cultura, sostanza e costanza femminile. Sfogliando i numeri
del 2015 e 2016 ci si perde e ci si ritrova nelle suggestioni, ci-
tazioni e recensioni che riguardano il cinema, la musica, l’arte,
la danza, la fotografi a, i libri, la poesia, la pittura, le fi abe, le
riviste, gli archivi, i congressi e i concorsi come ad esempio il
premio Immagini Amiche (UDI). Moltissime pagine e fi nestre si
sono aperte sulla produzione artistica e letteraria delle donne,
sempre più numerose sia come fruitrici sia come soggetti attivi
di divulgazione, ideazione e creazione. ?
IL MONDO.
ANZI I MONDI
di Nadia Angelucci*
SEMPRE ALTA L’ATTENZIONE SU QUANTO
ACCADE NEL RESTO DEL PIANETA PERCHÉ
LA SORELLANZA È UNIVERSALE
U
n’eroina dei fumetti che indossa l’hijab, le ucraine
donne soldato armate di kalashnikov, i diritti civili in
Slovenia, la vicenda di Clara Banya che in Malawi
ha contratto l’HIV e si è salvata. Queste e moltissime
altre sono le storie a cui NOIDONNE ha dato voce e corpo
sulle pagine del giornale negli ultimi due anni. Un caleidosco-
pio di vite che si intrecciano con la Storia e affrontano con
coraggio l’avventura della realtà. Donne che stanno in alto,
come Hillary Clinton candidata alla presidenza degli Stati Uniti
d’America giunta “all’appuntamento con la storia”, e che la-
vorano dal basso, come Magda Adly, direttrice del Centro El
Nadeem che da anni in Egitto “si occupa della riabilitazione
fi sica e psicologica di chi subisce violenza”. Donne sentinelle
ambientali come accade in Mali, “attente ai particolari sono le
prime a monitorare il territorio perché sono loro da sempre a
cercare cibo e acqua per la famiglia” ed eroine come la curda
Sakine Cansiz, fondatrice del Pkk, imprigionata e torturata per
dieci anni e uccisa in un attentato. Ed ancora donne asiatiche
che si confrontano con i loro governi sulla loro salute sessuale
perché “in paesi come la Thailandia, l’Indonesia, la Cambo-
gia, dove i turisti vanno e trovano tutto e tutto a un prezzo risi-
bile, il corpo delle donne diventa arma e campo di battaglia:
il mercato del sesso è vasto e diverso, tutto si può provare e
tutto si può avere, e spesso a pagarne le conseguenze sono
26 Aprile-Maggio 2015
UC
RA
IN
A
di Cristina Carpinelli
In Ucraina, anche le donne sono state partecipi della guerra. Tolti gli abiti civili, hanno imparato a costruire barricate, lanciare bombe molotov, mattoni e granate contro miliziani, poliziotti e
“ribelli”. Alcune hanno combattuto per difendere l’Ucraina
delle rivolte di Maidan, altre a fianco dei separatisti ucraini
russofoni. Sarebbero diverse miglia-
ia quelle che hanno deciso di com-
battere. Chi era al loro fianco è stato
testimone del coraggio, resistenza e
determinazione che hanno dimostra-
to, superando in taluni casi gli uomini.
Tra loro c’è anche chi si è distinta
per la ferocia con la quale ha por-
tato a compimento le azioni militari.
È il caso, ad esempio, di Irma Krat,
giovane reporter (29 anni), capore-
dattrice di Hidden Truth Tv, e leader
di un’unità di “Autodifesa femminile”,
rapita a Slavjansk, città della regione
di Donetsk, nella russofona Ucraina
orientale, con l’accusa di aver tortu-
rato e ucciso diversi oppositori alla
giunta golpista di Kiev. Non è un se-
greto che la lotta ai separatisti ucraini
filorussi sia stata portata avanti da battaglioni come l’unità
d’assalto Aidar, formata inizialmente da volontari, in se-
guito passata sotto il controllo del ministero della Difesa,
che ha recentemente deciso di scioglierla nel tentativo di
riorganizzare le forze militari.
Molte reclute, che hanno militato in questa unità d’assal-
to, provengono da ambienti nazisti
e dell’estrema destra. Accusato da
Amnesty International di violazioni
dei diritti umani e dall’OSCE di vio-
lenze contro la popolazione civile,
questo battaglione para-militare ha
tra i suoi volontari diverse donne, al-
cune impegnate come personale me-
dico o di supporto, altre in ruoli attivi
di combattimento. Sono tutte giova-
nissime e alla loro prima esperienza
di guerra, tranne mama Tanja, che
ha già partecipato ad altri conflitti.
È stata medico di guerra durante il
conflitto del Nagorno-Karabach (pic-
colo fazzoletto di terra del Caucaso
meridionale) nei primi anni Novanta.
Fatta prigioniera e picchiata dalle mi-
lizie cecene (le c.d. “unità della mor-
SORELLE MA IN GUERRA
Donne presenti
anche nelle unità
D’assalto AidAr
accusato
Da amnesty
international Di
violazioni Dei Diritti
umani e Dall’osce
Di violenze contro
la popolazione civile
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un Inserto speCIale
Scritto dalle detenute del carcere femminile di Rebibbia (Roma).
È speciale perché con queste pagine si vuole aprire un canale di comunicazione tra il ‘dentro’ e il ‘fuori’ sui sentimenti, sul dolore, sui problemi
quotidiani - grandi e piccoli - di chi vive la detenzione. È speciale perché vorremmo che le parole delle detenute possano giungere ad altre donne
interessate ad avere con loro un dialogo. È un cammino che inizia e che speriamo possa continuare, prima di tutto per un interesse che deve
manifestarsi reciprocamente - tra il ‘dentro’ e il ‘fuori’ - e di cui NOIDONNE si fa ‘ponte’ per dare gambe ai pensieri che nasc no in un luogo chiuso
e di sofferenza. Pensiamo che anche l’ascolto sia una forma di libertà. Scrivere a redazione@noidonne.org
Questo inserto è reso possibile grazie al progetto ‘a mano libera’ dell’associazione l’isola di ula e opp
fi nanziato dalla regione lazio (Assessorato Pari Opportunità e Sicurezza)
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