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Numero 12 del 2016

CIAO! Inserto speciale 'La nostra bella storia'


Foto: CIAO! Inserto speciale 'La nostra bella storia'
PAGINA 37

Testi pagina 37

È
una mattina di sole quando Anita Pa-
squali apre la sua casa nel cuore di Roma,
nella stessa strada che ospitava la storica
sede di Noi Donne. Quadri, foto, ricordi
appesi alle pareti e sparpagliati in giro,
una casa che contiene la memoria di una vita in politi-
ca. Anita, ex-dirigente del PCI, ha speso i suoi anni nel
partito, e nell’UDI, quell’Unione delle Donne Italiane
che, negli anni d’oro, è arrivata a contare oltre 200mila
iscritte. Prima di trasferirsi a Roma Anita, nella sua Ve-
rona, è stata diffonditrice di Noi Donne. Lei come tante
altre era uno di quei minuscoli fi li che crearono attorno
alla rivista una rete immensa capace di farla vivere nei
suoi primi quarant’anni. Ad occuparsi di quel mondo,
di quella organizzazione alternativa e complementare
che erano le diffonditrici e le lettrici di Noi Donne, è
stata un’altra splen-
dida donna, di nome
Renata Muliari,
che le siede accan-
to in questo salotto
antico e pieno di ri-
cordi. È Renata che
fi no al 1982 cura le
campagne abbona-
menti della rivista.
“Le collettrici erano
in grado di trovare
continuamente nuove abbonate. Erano oltre mille e
trecento e lavoravano moltissimo durante le campagne
abbonamenti a differenza delle diffonditrici che porta-
vano Noi Donne in giro tutto l’anno. E per conoscere
meglio le donne della rete, noi dell’uffi cio abbonamenti
preparammo e inviammo delle schede in cui chiedeva-
mo età, professione e interessi delle lettrici, delle abbo-
nate, delle collettrici. Questo ha permesso a tutti i set-
tori di lavoro - abbonamenti, diffusione e redazione - di
conoscere da vicino le abbonate e di capire quali temi
raccontare e come farlo. Il rapporto con loro era uno
scambio umano vivo e costruttivo, fatto di vera parteci-
pazione alla costruzione dei contenuti della rivista. Ad
un certo punto, abbiamo anche pensato che bisognasse
premiare le collettrici per riconoscere il lavoro straor-
dinario che facevano sui territori. Organizzammo dei
viaggi: il primo fu nel 1968 in Jugoslavia”. Anita ricorda
bene quegli anni e il suo impegno con la rivista. “Io ero
la responsabile femminile del PCI di Verona e avevo
un grande registro con oltre mille nomi, quelle erano
‘le mie donne’. Le chiamavo per le fare le riunioni nelle
case, ed essendo iscritta all’UDI, mi facevo dare un cer-
to numero di giornali, poi prendevo le buste gialle per
lettera, le aprivo, le arrotolavo intorno a Noi Donne e li
portavo in giro. La nota dolente arrivava al momento del
pagamento: era diffi cile riscuotere i soldi delle lettrici
da consegnare all’UDI! Ma il giornale aveva davvero un
ruolo importantissimo, rappresentando l’unico modo
per far arrivare alle donne del PCI i temi dell’emanci-
pazione femminile, raggiungendo anche posti isolati
e lontanissimi e rompendo schemi e preconcetti della
morale comune dell’epoca”. Le storie dell’UDI e di Noi
Donne vanno avanti di pari passo, alimentandosi a vi-
cenda, almeno fi no agli anni settanta. Dopo la battaglia
comune per la legge che riconosce lo stupro come un re-
ato contro la persona e non contro la morale, durante la
quale il femminismo romano e l’UDI lavorano intensa-
mente insieme, le cose cambiano. Il femminismo porta
degli scossoni all’interno questa macchina organizza-
tiva così perfetta: sorgono nuovi centri di elaborazione
del pensiero femminile e femminista e l’UDI dopo il
congresso del 1982 cambia forma. Il rapporto con il mo-
vimento lesbico e femminista non è semplice, perché
il pubblico di Noi Donne non è abituato a questi temi,
ma a un racconto e a una visione più tradizionale della
realtà. E invece il giornale decide di parlarne, seguendo
l’evoluzione del pensiero e delle pratiche femministe.
Tutte partono da sé, ed è così che l’UDI si rifonda a li-
vello territoriale. A Roma nel 1984 nasce l’UDI romana
La Goccia, di cui Renata e Anita - oggi due splendide ul-
traottantenni - fanno parte, felici di poter dare ancora il
loro contributo alla causa femminile.
da 70 anni NOIDONNE guarda al futuro
Una rete attorno
a Noi Donne
Viaggio con
le collettrici in
Jugoslavia, 1968
Anita Pasquali (a sinistra)
e Renata Muliari
durante l’intervista.
Il tegame al centro è stato
un premio per la diffusione
di Noi Donne che ha vinto
Pasquali
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