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Numero 1 del 2012

Il meglio di noi


Foto: Il meglio di noi
PAGINA 38

Testi pagina 38

GEORGIA O'KEEFFE

DIPINGENDO
FIORI

di Flavia Matitti



"HA CONTRIBUITO A FONDARE

UN LINGUAGGIO ARTISTICO NUOVO,

li INDIPENDENTE DAI MODELLI EUROPEI
E HA INCARNATO UNO DEI MITI
AMERICANI PIÙ DURATURI,

QUELLO DELLA FRONTIERA"



icono che le donne non possono essere
grandi pittrici. Io non l’ho mai pensato. Io
dipingevo e basta”. Sono parole di Geor-
gia O’Keeffe (1887-1986) considerata
oggi tra i grandi protagonisti dell’arte
moderna americana, una delle icone più ce-
lebrate del suo paese, un simbolo, come Frida Kahlo in
Messico. O’Keeffe infatti con i suoi dipinti raffiguranti
grandi fiori sensuali o austeri paesaggi desertici, dominati
da teschi animali, non solo ha contribuito a fondare un
linguaggio artistico nuovo, indipendente dai modelli eu-
ropei, ma ha anche incarnato uno dei miti americani più
duraturi, quello della frontiera. Chi l’andava a trovare nei
territori desertici del sud—ovest, dove ha trascorso gran par—
te della sua lunga esistenza, restava colpito dal suo stile
di vita semplice, fatto di solitudine ma anche di intima co—
munione con la natura.
E in occasione della retrospettiva allestita nel 1970 al \X/hit-
ney Museum of American Art di New York quest’im-
magine di donna forte, di pioniera intrepida e solitaria,
entusiasmo il movimento femminista.
L’occasione di tornare a riflettere su Georgia O’Keeffe è
offerta in questi giorni da una mostra importante aperta
a Roma nelle sale della Fondazione Roma Museo, Palazzo
Cipolla (Roma - Via del Corso, 320), curata da Barbara
Buhler Lynes, massima esperta dell’artista (fino al 22 gen—
naio, catalogo Skira). L’esposizione, che dopo la sede ro-





















noidonne | gennaio | 2012

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mana andrà a Monaco e poi a Helsinki, riu-
nisce più di sessanta opere provenienti dal
Georgia O’Keeffe Museum di Santa Fe
(New Mexico), oltre ad altri prestigiosi pre-
stiti da musei internazionali. Il percorso
espositivo, diviso in quattro sezioni, riper-
corre l’intera carriera dell’artista ed è scan-
dito da un allestimento suggestivo che ne
sottolinea le tappe principali. In mostra per-
ciò si attraversano ambienti che ricreano e

suggeriscono prima la Fifth Avenue, con la
celebre Galleria 291 di Alfred Stieglitz, poi



la casa di famiglia a Lake George, quindi le abitazioni mo-
dellate in argilla tipiche dei villaggi del New Mexico, in-
fine la ricostruzione di parti della casa di Ghost Ranch e
dello studio di Abiquiu.

Nata nel 1887 nel Wisconsin, a trent’anni O’Keeffe atti-
ra l’attenzione della comunità artistica newyorkese con la
sua prima personale organizzata da Alfred Stieglitz
(1864-1946), paladino del modernismo e fotografo di fama
internazionale. Nel 1918 si trasferisce a New York e ini—
zia con Stieglitz una relazione e una stretta collaborazione
professionale. Si sposeranno nel 1924 e Stieglitz sarà, fino
alla morte, il principale sostenitore della sua opera, or-
ganizzandole una mostra l’anno, parlando a tutti del suo
lavoro, curando la diffusione delle foto che la ritraggono.
A quell’epoca O’Keeffe dipingeva opere quasi astratte, in—
terpretate dalla critica in chiave sessuale. L’artista però non
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