Numero 1 del 2012
Il meglio di noi
Testi pagina 3
TRA MERCATO
E LIBERA
INFORMAZIONE
Italia che verrà , dopo lo tsunami della
’ crisi economica e finanziaria che stiamo
attraversando, sarà un paese molto di-
verso da quello che abbiamo provato a
costruire a partire dal dopoguerra. L’idea
di una convivenza civile fondata su equilibri istituzionali
e sociali è stata logorata da un progressivo e sempre più
aggressivo individualismo. I limiti di un sistema fondato
sugli egoismi di singoli o di gruppi sono più che evidenti
e i danni, gravissimi, che riguardano milioni di per-
sone non saranno facilmente riparabili. Il sistema non
funziona più, ma altri mondi possibili non li scopriamo
ancora. Dunque siamo costrette/i a continuare una
corsa tanto forsennata quanto priva di sbocchi. La ma—
novra finanziaria del Governo Monti salverà l’Italia, o
meglio, dovrebbe mettere in sicurezza i conti pubblici.
Ma che ne sarà dei diritti degli italiani e delle italiane?
I tagli alla spesa pubblica incideranno profondamente
nel welfare, modificando il sistema di assistenza e di re-
lazioni sociali. Ci sarà molto più ‘mercato’ nella vita di
ciascuno/a, anche se la limitazione o l’esclusione di so-
stegni pubblici in alcuni settori equivale ad eliminare
servizio a ridurre spazi di libertà e di democrazia. È il
caso della sanità , dei trasporti, della scuola. E anche del
sistema dell’informazione. Dire che i giornali devono
stare sul ‘mercato’ è una affermazione propagandistica
che equivale agli insulti generici dell’antipolitica. Que-
sto anche perché le condizioni di partenza non sono
uguali: enormi conflitti di interesse non permettono a
tanti giornali di ottenere pubblicità e impediscono lo
sviluppo di imprese editoriali ‘pure’. I tagli - enormi -
del contributo pubblico all’editoria si collocano in un
contesto sociale e politico sempre più verticistico e oli-
garchico, tendenzialmente poco propenso al dialogo.
Assottigliare la conoscenza attraverso la limitazione
delle fonti di informazione è funzionale all’obiettivo di
scoraggiare una cittadinanza attiva e consapevole. Si cal-
cola che i tagli all’editoria provocheranno la chiusura di
circa 100 testate con la perdita di almeno 4000 posti di
lavoro, senza considerare l’indotto. È chiaro che i gior-
nali costretti alla chiusura non saranno quelli dei grandi
gruppi editoriali, che hanno pubblicità e contributi
pubblici, ma solo le piccole testate libere, linfa Vitale di
un sistema informativo e culturale diffuso e plurale, che
fanno controinformazione, quelle su cui si trovano no-
tizie che per i grandi media non sono notizie. ‘noi-
donne’ è uno di quei giornali, e oltre ad essere una voce
libera è anche, nel suo genere, l’unico spazio delle e per
le donne. Saranno le donne a decidere di mantenere
aperto questo flusso di incontro e scambio, attraverso
gli abbonamenti che rinnoveranno o che regaleranno,
grazie alle parole che spenderanno per chiedere alle
amiche e alle vicine di abbonarsi a ‘noidonne’. Con
l’impegno di ciascuna dimostreremo al ‘mercato’ che si
può vivere anche senza dipendere dal ‘mercato’. È
un’impresa difficile, ma è un’impresa per e con le
donne, quindi possibile.
Grazie per quanto ciascuna potrà e vorrà fare. I
Tiziana Bartolz'm'
noidonne | gennaio | 2012 n
DVÉ