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Numero 7 del 2012

Sportive per passione


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LEGGE 194, ADDIO

< Se il 91% è obiettore

Una ricerca di LAIGA nel Lazio spiega come alle donne sia sottratto il diritto alla scelta della
maternità libera e consapevole. Perche c'è il 91,3% di obiettori di coscienza



el Lazio ha posto obiezione di coscienza il
91,3 % dei ginecologi e ginecologhe ospe-
dalieri e le donne che decidono di fare in—
terruzione volontaria di gravidanza trova-
no le porte sbarrate in 10 delle 31 struttu-
re pubbliche o convenzionate, che quindi disattendono
quanto previsto espressamente dalla legge 194. Inoltre in
3 province su 5 (Frosinone, Rieti, Viterbo) non è possi-
bile eseguire aborti terapeutici. Questa è l’istantanea scat-
tata da LAIGA (Libera Associazione Italiana dei Gine-
cologi per l’Applicazione della legge 194), che ha moni-
torato nel Lazio lo stato reale di attuazione della norma
che regola l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG).
Quella del Lazio è una situazione emblematica circa la
drammaticità della situazione che riguarda in realtà gran
parte delle Regioni italiane, a differenza di quanto è ri-

Ospodalo Il
21:0“.

portato nelle relazioni che annualmente sono presenta-
te in Parlamento dal Ministro della Salute. “Questi dati
sono il risultato di un faticoso lavoro di rilevazione che
testimoniano lo scollamento esistente trai dati ufficiali e
la realtà negli Ospedali che le donne vivono sulla loro pel—
le”. Anna Pompili, illustrando i risultati della ricerca, ne
ha spiegato gli effetti. “Questa situazione determina una

noidonne | luglio—agosto | 2012

di Tiziana Bartolini

dilatazione dei tempi di attesa che impone alle donne di
migrare, spostandosi 0 in altre regioni oppure a Roma se
vivono nelle province che non hanno presidi dedicati. Non
è più tollerabile che in questa regione vi siano grandi strut-

ESITI DEL MONITORAGGIO OI LAIGA:
LAZIO. APPLICAZIONE DELLA LEGGE 191i

Nel Lazio in 10 strutture pubbliche su 31 (esclusi gli
ospedali religiosi e le cliniche accreditate) non si ese-
guono interruzioni di gravidanza. Tra queste, 2 sono
strutture universitarie (il Policlinico di Tor Vergata e
l'Azienda Ospedaliera S. Andrea), che dunque disatten-
dono anche il compito della formazione dei nuovi gine-
cologi, sancito dall'art.15 della legge 194.

Nel Lazio ha posto obiezione di coscienza il 91,3% dei
ginecologi ospedalieri. Se per gli aborti del I trimestre
si può fare in parte fronte alla situazione ricorrendo a me-
dici convenzionati esterni o a medici gettonati, così non
è per gli aborti terapeutici, sui quali quel 91,3% pesa come
piombo. Con il ricorso a medici convenzionati esterni e
medici “a gettone” l’obiezione scende all'84%, dato co-
munque più grave dell'80,2% riferito dal ministro, che
non considera nella sua relazione il fatto che una parte
dei non obiettoriin realtà non esegue IVG.

In 3 Province su 5 (Frosinone, Rieti. Viterbo) non è pos-
sibile eseguire aborti terapeutici, che costringe le don-
ne alla triste migrazione verso i pochi centri della capi-
tale, sempre più congestionati, o all’estero. Gli stessi cen-
tri romani che assorbono anche la gran parte delle IVG
entro il 90° giorno provenienti dal resto della Regione.
La drammaticità della situazione va considerata anche
in rapporto al dato dell'età media dei medici non obiet-
tori, molti dei quali sono alla soglia della pensione e non
verranno rimpiazzati da nuovi ginecologi, per la totale as-
senza di formazione professionale, sia sul piano pratico
che scientifico.
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