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Numero 7 del 2012

Sportive per passione


Foto: Sportive per passione
PAGINA 27

Testi pagina 27

Per continuare a sopravvivere non ci si può fermare a di-
sperarsi, ma si è dovuto subito recuperare tutto ciò che era
salvabile: stanno lavorando giorno e notte nelle zone del
modenese, del reggiano e del mantovano per ripristinare
le celle di conservazione del formaggio e continuare nel



lavoro dei campi, a governare gli animali negli allevamenti,
perchè la terra trema, ti odia e ti ama, ma non aspetta, pro-
segue nel suo ciclo naturale delle stagioni.

Le donne e gli uomini di questa terra scura, ricca, amata
lo sanno benissimo: è la loro forza!

Non erano però preparati alle nuove scosse del 29 maggio,
che hanno ulteriormente peggiorato una situazione già dram-
matica; non erano preparati agli atti di sciacallaggio sui loro
beni, non erano preparati alle azioni discutibili di personaggi
lugubri che hanno cercato e che cercano di speculare eco-
nomicamente sulla situazione di emergenza.

Siamo una Regione ricca, dicono tutti. Siamo gente fiera ed
orgogliosa, ci dicono altri. Siamo grandi lavoratori, cerniera
economica del Paese Italia, eccellenza mondiale, ci ripetono.
Noi rispondiamo che lo sappiamo, ma questo non ci basta!
Non vorremmo mai che questi discorsi fossero alibi per altri
per evitare le responsabilità, l'impegno di solidarietà nazio-
nale per quello che è avvenuto, non per causa umana ma come
evento eccezionale, che necessita interventi straordinari.

Si potrebbero scrivere tante altre cose, ma per pudore non
mi sento di dire altro se non che dopo il passaggio di que-
sto terremoto sono crollati edifici, si è aperta la terra a metà
con una lunga ferita visibile da tutti, ma ciò che rimane in-
tatta è l’identità della nostra terra produttiva, che produ-
ce frutti sotto la maestria professionale degli agricoltori
e agricoltrici, che ci sorride nella gradazione dei verdi del-
le diverse colture che brillano all'orizzonte alla luce del sole,
nei gialli del grano maturo, nei rossi delle ciliegie, delle pe-
sche, sotto un cielo azzurro che accompagna le nostre gior-

nate nei campi. I

* Presidente Donne in Campo [CIA] Emilia Romagna
Foto gentilmente concesse da Claudio Ferri, Direttore AGRIMPRESA



CHE COSA VOLETE
DA UN TERREMOTO

| terremoto mi scombussola. I| terremoto mi zittisce, e non
I è facile. Questo è il primo articolo che scrivo a riguardo, e

non so da dove cominciare. Vorrei parlare della strage dei
lavoratori, operai e datori di lavoro, rimasti sotto le macerie
che ora stanno lì, ai lati della strada che percorro quotidia-
namente. Del destino che di nascosto accompagna le fami-
glie, in maniera ignota, sì che l'una deve piangere e l’altra
ringraziare i propri santi. Sì che certi figli muoiano per un
boato, altri si salvino per un soffio. Tutto in silenzio, perché
le urla spaventose riempiono le strade senza parlare. Ma per
uno come me è difficile tacere certe reazioni agli eventi. Mi
dovessi scrivere una lettera, descriverei una punta di fastidio
e sconforto nel vedere quanto siamo e saremo sempre ma-
nipolabili dalle emozioni imposte. Nel senso che iI “wannabe-
terremotato"dei nostri paesotti è figlio del sensazionalismo
e della società dello spettacolo. Che sembrano così diversi e
distanti dalla vita tutta chiesa, fabbrica e campagna. Di rea-
zioni scomposte, spesso eccessive, che scimmiottano gli slo-
gan faciloni della tv nelle ultime settimane se ne sono viste
parecchie. Io che mi incazzo per iI positivismo scientista della

0'
,

nostra società mi ritrovo nel bel mezzo di in una crisi emo-
zionale collettiva. Le cose non esistono perché le raccon-
tiamo. Le cose accadono e noi le percepiamo in modi del
tutto personali, e non è vero che tutti meritano lo stesso ri-
spetto. Alle istituzioni e alle dirigenze in generale occorre un
temperamento saldo e logico per analizzare bene i problemi
prima di prestare il fianco ai catastrofismi. L’adagio secondo
il quale “l'Emilia si rialzerà perché la sua gente affronta
l'emergenza con grande dignità", con tutte le declinazioni
del caso (compreso il paragone con il Friuli del ‘76), è fasti-
dioso. L’Emilia si rialzerà perché in un tessuto sociale, poli-
tico ed economico abbastanza coeso e sviluppato come
quello dei nostri comuni non può che essere altrimenti. L'or-
ganismo, quando è vivo, rimargina le ferite in maniera natu-
rale. Ed è così che voglio pensare a questo terremoto: come
a un brutto trauma che, pur avendo lesionato organi e tes-
suti importanti, viene superato da un corpo forte, unito e so-
lidale. In silenzio.

Giacomo Vincenzi, redattore di ’mumble'

Foto gentilmente concessa da Sandra Calzolari
Palestra gestita dal volontari a Camposanto

noidonne | luglio—agosto | 2012


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