Numero 12 del 2016
CIAO! Inserto speciale 'La nostra bella storia'
Testi pagina 11
Iniziano ad apparire sulla rivista le prime rubriche fi sse come “15 giorni in Italia e nel mondo” che proponeva un riassunto delle notizie più calde, “Mia moglie” con le confessioni di un marito sul menage familiare, “Torino Trapani/Trapani Tori-
no” con le segnalazioni che venivano da Nord a Sud dai vari circoli
UDI. Poi le pagine dedicate alla moda, alle ricette e al cinema con
la rubrica “Colpi di obiettivo”. Il tema chiave era il lavoro e le lotte
affi nché tutte avessero diritto a un impiego pagato equamente e
che desse loro soddisfazione. È grande la felicità per una prima
importante conquista: la “deputatessa” Teresa Noce da dirigente
sindacale della Federazione Italiana degli operai tessili era riu-
scita a far ottenere alla categoria il primo contratto nazionale in
cui diminuiva il differenziale salariale tra operai uomini (100mila
circa) e le donne (oltre 400mila) e l’indennità per la maternità,
stabilita in 3 mesi prima del parto e 6 settimane dopo il parto, pas-
sava dal 66 al 75% della retribuzione. Ma molte sono le denunce,
pubblicate in quegli anni su Noi Donne, delle condizioni di lavoro
massacranti delle domestiche (spesso suicide), delle mondine,
delle gelsominaie, delle contadine e delle operaie.
Le redattrici di Noi Donne, quasi sempre impegnate in prima
persona nella battaglia politica, entrano nelle fabbriche e ne rac-
contano le pessime condizioni igieniche nonché i cattivi rapporti
con i datori di lavoro pronti a licenziare chi tra le operaie alzava la
testa chiedendo maggiore dignità. È il 1948 e le donne del Fronte
Democratico Popolare entrano in Senato (saranno 4 mentre la
Democrazia Cristiana non eleggerà nessuna senatrice) e alla Ca-
mera (ventuno le elette contro le quattordici della DC). Le donne
della sinistra sono forti e si sentono maggiormente rappresentate
in Parlamento. Noi Donne non manca di dare loro sostengo e voce
e attraverso duri attacchi al Governo De Gasperi, accusato di non
riuscire ad aiutare le famiglie, gli anziani e i disoccupati. “La mi-
seria è un fatto di cronaca? Si chiedono commentando i suicidi e
i gesti disperati compiuti da cittadini senza lavoro: “I giornali ‘in-
dipendenti’ si limitano a considerare questi tragici episodi come
dei semplici e insignifi canti fatti di cronaca quotidiana”. La critica
è pungente e mai velata e gli obiettivi sono il Governo, le deputate
democristiane “ben vestite ma impreparate” e la Polizia, accusata
di utilizzare metodi repressivi e squadristi per reprimere le giuste
lotte per la tutela del lavoro e le riforme. Il 1950 si chiude dunque
con un po’ di amarezza per quello che in Italia era stato salutato
come il ‘governo della ricostruzione’. Le donne però hanno ormai
preso la parola e possiedono uno strumento diffuso su tutto il ter-
ritorio nazionale, che dialoga con loro per sostenerne la parteci-
pazione politica e la tutela dei diritti.
UNA CURIOSITÀ:
LA TIPOGRAFIA
Quando nel 1944 la redazione
di Noi Donne si spostò da
Napoli a Roma bisognava
trovare uno stampatore.
Nessuna delle redattrici
dell’epoca se ne intendeva
essendo tutte attiviste politiche.
Il tipografo che ebbe la
ventura di incontrare questo
gruppo di giovani combattenti
improvvisate alla guida di un
giornale fu Alcide Mengarelli,
che aveva la sua bottega in
uno scantinato nel quartiere
Prati. Si racconta che spesso
si arrabbiasse con le donne
che non capivano proprio nulla
di come andasse utilizzato il
piombo e scrivevano titoli e
pezzi lunghissimi che lui, uomo
di mestiere, cercava di riportare
a giusta misura per poter
impaginare la rivista. Entrambi
hanno avuto un lungo futuro: a
distanza di settanta anni, anche
la tipografi a Mengarelli esiste
ancora e nello stesso quartiere
della Capitale!
da 70 anni NOIDONNE guarda al futuro
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