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Numero 9 del 2010

Dove vanno i consultori?


Foto: Dove vanno i consultori?
PAGINA 41

Testi pagina 41

39noidonne | settembre | 2010
APPRODI
appresentanti e dirigenti di 8 regioni (Marche,
Sardegna, Emilia Romagna, Piemonte, Trentino,
Toscana, Lazio, Lombardia) hanno dedicato le
giornate di un caldo fine settimana (25, 26, 27 giu-
gno) allo studio, allo scambio di esperienze, alla
condivisione e soprattutto ad immaginare e disegnare un
futuro diverso. Per le donne, per la società, anche attra-
verso lo sport.
Stiamo parlando ovviamente delle donne, del loro ruo-
lo oggi nella società in tutti suoi ambiti; Monica Lan-
franco, docente e giornalista, ha condotto per mano il
gruppo per tre giornate, durante le quali le ore sono vo-
late via, come la sabbia sulla spiaggia quando il vento ar-
riva all’improvviso.
Cosa possiamo fare per riaccendere il fuoco delle tante
battaglie per i diritti delle donne, che in fondo non chie-
devano altro che rispetto, dignità, pari opportunità?
Perché in Italia, a differenza del resto dell’Europa, l’im-
magine e il ruolo delle donne viene trascinato ogni giorno
indietro nel tempo senza che nessuno si indigni? Dove è
la politica?
Cosa fare affinché le donne italiane possano essere orgo-
gliose di essere donne nel loro Paese?
Cosa possono fare le donne dell’Uisp per riattualizzare il
tema dei diritti delle donne nella società italiana, della loro
immagine, del loro posto nel mondo?
Anche sui temi che riguardano le donne è fondamentale
ricostruire il ruolo della politica. È necessario condividere
tra donne di generazioni diverse la consapevolezza dei di-
ritti acquisiti e la conoscenza del percorso difficile e arti-
colato dei movimenti femministi e delle donne che hanno
condotto anche per noi quelle battaglie.
Quello che è accaduto ad Imola è stato prezioso anche
per questo motivo: le diverse generazioni, le diverse cul-
ture di provenienza, i diversi mestieri rappresentati hanno
arricchito la sostanza del percorso formativo, permet-
tendo la costruzione di un sapere collettivo che rappre-
senta un mattone che ognuna di noi ha portato a casa.
Chi vuole può da questo momento iniziare a costruire
qualcosa. Partiamo dalla politica. Partiamo dai saperi. In-
cidiamo sulla cultura.
La Uisp nei suoi sessant’anni di storia è sempre stata
un’avanguardia nelle battaglie per i diritti.
Da oggi per la Uisp un ulteriore impegno, in un momento
in cui anche quei diritti che sembravano acquisiti sem-
brano essere messi in discussione.
Ogni regione, ogni gruppo sportivo, ogni educatore della
UISP sarà portatore della cultura del rispetto tra i generi.
Ogni educatore della UISP saprà che frasi del tipo “non
piangere come una femminuccia, o comportati come un
uomo!” (quante volte abbiamo sentito questo luogo co-
mune?) producono diseducazione e condizionano la cul-
tura profonda di una intera società.
Parliamo, studiamo, condividiamo, attiviamoci affinché
anche una Associazione grande e diffusa come la Uisp,
che incontra nelle proprie attività, nelle piscine, nei campi
di calcio, nelle palestre, giovani, uomini, donne, famiglie,
istituzioni, possa seminare cultura positiva, e nello speci-
fico, cultura positiva per le donne, quotidianamente, in
ogni luogo in cui è presente, come una goccia che giorno
dopo giorno scava nella roccia. n
* Responsabile nazionale Coordinamento Donne Uisp
UISP SI È TENUTO AD IMOLA
IL PRIMO SEMINARIO NAZIONALE
POLITICHE DI GENERE SPORT
E UN’IDEA DIVERSA
DI FUTURO
di Paola Lanzon*
R
Partecipare al Seminario nazionale dell’UISP è stato anche un modo per ringraziare una associazione alla
quale mio marito ha dedicato il suo tempo libero, attraverso la Lega calcio, ed in particolare nei confronti
dei bambini e delle bambine tra i 6 e 10 anni per contribuire ad affermare il valore dello sport come ele-
mento di crescita individuale. Alla sua morte (1993) l’UISP gli ha dedicato un memorial, che ancora coin-
volge migliaia di giovani. “Sport per tutti - ripeteva spesso Danilo - non soltanto per crescere sani, ma
soprattutto per arricchirsi sul piano sociale e culturale”. Insisteva spesso sul rispetto delle regole, sul-
l’amicizia e sull’importanza di una sana competizione. Una cosa amava ripetere ai bambini\bambine (ma anche
ai loro genitori e soprattutto agli allenatori): ”Ricordate: lo sport è cosa diversa dal tifo. Il tifo, come ci ri-
corda il dizionario italiano è il nome di diverse malattie infettive, mentre lo sport deve essere divertimento”.
Isa Ferraguti
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