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Numero 9 del 2010

Dove vanno i consultori?


Foto: Dove vanno i consultori?
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Testi pagina 34

si tratta di armi non convenzionali, di fatto sconosciute
o di cui si sa veramente molto poco, soprattutto i cui ef-
fetti sono ancora in fase di accertamento e di studio.
Già nel 2006 i medici libanesi e di Gaza ci avevano con-
tattato perchè riscontravano ferite in assenza di fram-
menti o schegge: per esempio, i pazienti venivano
trattati come casi simili a ferite amputanti ma spesso se-
guivano esiti sconosciuti, in alcuni casi anche la morte
del paziente. Nel caso in cui si sono effettuate autopsie
si sono riscontrati danni ad organi interni, soprattutto
al fegato. In questa ultima ricerca, abbiamo scoperto
che queste armi non convenzionali lasciano dei metalli
all’interno delle ferite, metalli che si depositano sulla
pelle e all’interno del derma.
Da una analisi per misurare la presenza di 32 me-
talli nelle biopsie, si dimostra la presenza in dosi più
o meno elevate, ma sempre maggiori che nei tes-
suti normali, di sostanze altamente carcinogene
(come il mercurio, l’arsenico, l’uranio), di altre po-
tenzialmente carcinogene (ad esempio il cobalto),
altre tossiche per il feto (come ad esempio allumi-
nio, rame). Per gli effetti dei metalli vi siete basati
su una letteratura medico-scientifica già esistente?
La nostra indagine si è basata su una letteratura medico-
scientifica già esistente, ovviamente. Ma le conoscenze ri-
spetto allo spettro di agenti che abbiamo individuato
sono relativamente limitate. Si conosce l’effetto della as-
sunzione di alcuni di questi metalli, se assunti singolar-
mente, come ad esempio nel caso di lavoratori coinvolti
in processi che li usano. Ma non si conoscono gli effetti
che i metalli possono avere se assunti in associazione e si
conosce ancora poco sulla modalità con cui ogni metallo
è più o meno in grado di interferire con diversi meccani-
smi all’interno dell’organismo. Non solo: l’effetto dell’as-
sunzione in eccesso di un metallo può modulare la
capacità di trattenere o di espellere un altro metallo,
quindi scientificamente ci sono delle conoscenze base ma
c’è ancora tanto da fare.
Alcuni dei metalli individuati sono in grado di pro-
durre mutazioni genetiche, che cosa si intende esat-
tamente?
Innanzitutto si possono causare gravi danni all’organi-
smo, anche se non si provocano mutazioni genetiche.
Detto questo, alcuni di questi metalli sono noti carcino-
geni: è stato cioè dimostrato che possono provocare tu-
mori, il che significa che possono anche provocare
mutazioni genetiche. Questi stessi metalli carcinogeni
possono anche causare un grave malfuzionamento a li-
vello cellulare, quindi dare luogo a patologie.
Altri dei metalli individuati sono metalli noti perché as-
sociati a malattie croniche o in grado di indurre malattie
o malformazioni in particolari comparti durante lo svi-
luppo dell’embrione. In questo caso non si può parlare di
mutazione genetica ma di uno sbilanciamento comples-
sivo, un malfunzionamento ereditabile anche se non c’è
un danno al DNA. Quindi questi metalli pur non com-
portando una mutazione genetica diretta comportano
una alterazione funzionale, che può anche essere eredi-
tabile e quindi altrettanto grave.
Puoi farci qualche esempio di metalli e degli effet-
ti tossici o patologie provocate?
Abbiamo trovato alte percentuali di alluminio, per
esempio, che è un tossicante, è associato a malattie
dell’apparato nervoso e all’alzheimer e anche all’in-
cidenza di malformazioni infantili. È un metallo che
viene anche assorbito dalla pelle e quindi è in grado
di oltrepassare la placenta e danneggiare l’embrione.
Anche il molibdeno è assorbito dalla pelle, è fetotos-
sico e può provocare patologie croniche nell’appa-
rato riproduttivo.
Si può quantificare quanto a lungo le sostanze ri-
lasciate dalle armi rimangono nel derma?
Non abbiamo alcuna certezza sul raggio di diffusione nel
corpo di queste sostanze.
32 noidonne | settembre | 2010
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