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Numero 9 del 2010

Dove vanno i consultori?


Foto: Dove vanno i consultori?
PAGINA 21

Testi pagina 21

19noidonne | settembre | 2010
FOCUS
[ SONDAGGIO DI LUGLIO E AGOSTO ]
CONSULTORI:
UTILI O INUTILI?
di Rosa M. Amorevole
Istituiti con la legge sui Consultori Familiari del 1975, a cui
hanno fatto seguito le leggi attuative regionali, sono sta-
ti poi inseriti nel Servizio Sanitario Nazionale effettivamente
dal 1980.
Furono proprio le leggi regionali, attraverso una maggio-
re sottolineatura della dimensione psicosociale dell’azio-
ne consultoriale e l’invito alla costituzione di forme di par-
tecipazione delle utenti e delle associazioni della società
civile per la promozione, programmazione e controllo del-
l’attività consultoriale, a descriverne l’innovatività. Il con-
sultorio familiare veniva collocato alla frontiera tra istitu-
zioni e società civile, dalla pur variegata legislazione re-
gionale.
I primi organici consultoriali furono costituiti da quelle pro-
fessioniste che avevano partecipato alle battaglie nella so-
cietà civile sui temi della sessualità, del punto di vista di ge-
nere, della soggettività, della complessità, contro il ridu-
zionismo biologico. Misero in discussione il modello diret-
tivo tradizionale e dettero risalto al momento dell’acco-
glienza e dell’ascolto, posero l’esigenza cardinale di ope-
rare in un contesto di multidisciplinarietà (il cosiddetto la-
voro di équipe) scomponendo le gerarchie verticali delle co-
noscenze e delle organizzazioni, in dimensioni orizzonta-
li e pluridisciplinari, dove il sapere delle varie professionalità
avesse pari dignità.
Al Sud questo processo fu drammaticamente lento: alla fine
del 1979, a 4 anni dalla legge istitutiva, meno di 650 con-
sultori erano stati attivati su tutto il territorio nazionale, la
maggior parte nel Centro Nord, contro una previsione com-
plessiva di 2200. Agli inizi degli anni ’80, il tentativo di ef-
fettuare una valutazione sul tipo di prestazioni erogate, mise
in evidenza la difficoltà del confronto fra le varie attività
data l’assoluta disomogeneità delle caratteristiche con-
sultoriali e la notevole
mutevolezza della disponibilità delle risorse umane. I con-
sultori familiari sono stati spesso accusati di non fare mol-
to per la prevenzione dell’aborto. Le statistiche rivelano che
ciò non è vero, visto che nelle regioni dove era maggiore
la presenza consultoriale si è avuta una più rapida dimi-
nuzione del fenomeno abortivo.
Tutto questo fa da sfondo alle risposte pervenute al son-
daggio. I consultori appaiono utili per il 97% delle risposte
pervenute: sono uti-
lissimi per il 30%, la
loro utilità/efficacia
varia da regione a
regione per l’11%,
sono utili e dovreb-
bero essere incenti-
vati con maggiori
fondi per il 56%. Chi
si è rivolto a loro lo
ha fatto per svariati
motivi: contracce-
zione, nascita, menopausa, problemi con adolescenti, pro-
blemi psicologici, ed altro. Li conosce bene, e per questo
motivo suggerisce di riorganizzarli, renderli meno buro-
cratici e più flessibili negli orari, aperti e soprattutto attenti
anche a nuovi bisogni come quello degli adolescenti e del-
le donne immigrate.
Se il consultorio si colloca nell’area della prevenzione, chi
in esso opera dovrà preoccuparsi di rag-
giungere chi è a rischio, e le persone più
difficili da raggiungere sono quelle più a
rischio. Per leggere la prevenzione come
opportunità di vivere meglio, anche al Sud.
I consultori sono assolutamente inutili.
I consultori sono utilissimi.
Dipende da regione a regione.
Si dovrebbe incentivarli con maggiori fondi.
Non so cosa siano.
30%
4%
56%
0%
11%
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