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Numero 12 del 2014

NutriAMO il mondo


Foto: NutriAMO il mondo
PAGINA 50

Testi pagina 50

48 2014Novembre | Dicembre
Ci sono poesie che non fanno sconti, che non si prostrano ai
troni degli accademici né ai cor-
teggiamenti di chi dirige collane
e riviste di letteratura, che non si
concedono al pubblico che vuole
la faciloneria dell’immagine a effet-
to, la sonorità scontata, la moda del
momento. Ci sono poesie che rifiu-
tano l’ideologia a priori, la stitichez-
za della scrittura contemporanea,
la recensione banale, l’apparenza
mediatica dell’oggi che già prelude
all’oblio di domani. Ci sono poesie
che sono schiaffi dolcissimi e lame
che hanno il gusto del dolce appe-
na tagliato, poesie che feriscono e
curano, poesie che sono succo e
anima. Cinzia Demi ha il dono raro
di questa poesia, capace di rac-
contarci le esperienze più crudeli,
la ferocia di un’umanità devastata,
con versi di limpidezza e purezza
cristalline. “Ero Maddalena”, pub-
blicato da puntoacapo editore nel
2013 è un poemetto che racconta la
vicenda di una donna violentata nel-
la Bologna del ventunesimo secolo,
che osserva e vive l’universo civile
che la circonda dal punto di vista di
chi ha subìto l’umiliazione di un’inti-
mità rubata, macchiata di violenza e
dolore. Questa figura, senza nome
né vissuto, della quale il poemetto
esalta la sensibilità ulcerata dal so-
pruso, si specchia con la Maddale-
na evangelica, come un archetipo
del peccato e della redenzione,
che nel rapporto fisico e spirituale
con il divino trova un’ipotesi di sal-
vezza. Della Maddalena vengono
ripercorse le scarne vicende nuovo
testamentarie e quelle iconografi-
che e più articolate della tradizione
successiva, che la identifica di volta
in volta con Maria di Betania o con
la peccatrice che unge i capelli del
Cristo e gli asciuga i piedi con ca-
pelli, fino a vederla santa e venerata
in Provenza. Di Maria di Magdala,
al di là delle questioni storiche e
agiografiche, interessa il percorso
di vita, che da un’esistenza vissuta
al margine, dove la libertà è pecca-
to e lo stupro la sua conseguenza,
arriva all’amore e alla consapevo-
lezza della redenzione. Cinzia Demi
costruisce il suo poemetto con un
ritmo serrato, portato avanti con
una fitta rete di rime, assonanze, im-
magini che si richiamano le une alle
altre, pescando dalla tradizione del-
la narrazione in versi, in particolare
in terzine, per innovarla con una
lingua dura, rastremata, tagliente.
I testi scorrono come sotto l’effetto
di una cinghia di trasmissione che
non lascia scampo, non consente
pause, cedimenti. Maddalena e l’i-
gnota ragazza bolognese si parlano
e si specchiano, e in questo dialogo
che annulla secoli e civiltà, coinvol-
gono chi legge mostrando l’asso-
lutezza dell’esperienza umana del
dolore e della rinascita.
Bologna mi accoglie
potente nelle sue strade
a quest’ora quasi senza gente
un vento di ponente
deciso mi ha spinto
nella sua direzione
scalza come un bambino
nuda di consolazione
cerco l’antro di un portone
o la fredda scala
la balaustra di una chiesa
il riparo di una prigione
~
un bacio sì un bacio
sulla bocca me l’ha dato
un saluto una carezza
io buttata per la strada
aggrappata alla ringhiera
di una scala ormai in disuso
con le mani sanguinanti
tremolanti le membra e il cuore
l’ho scambiato per amore
il sudore nella schiena
mi bagnava infradiciava
una marea che non si arresta
Cinzia
Demi
La paroLa
che non cede
aL doLore
ci sono poesie
che feriscono e curano,
che sono succo e anima
di Luca Benassi


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