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Numero 12 del 2014

NutriAMO il mondo


Foto: NutriAMO il mondo
PAGINA 22

Testi pagina 22

20 Novembre | Dicembre 2014
A MANGIARE
INTELLIGENTE
C’È PIÙ GUSTO
di Tiziana Bartolini
MICAELA MARZOLI, FORMATRICE
DI SLOW FOOD, SPIEGA COME E
PERCHÉ È MEGLIO MANGIARE SANO
NUTRIAMO IL MONDO | 3
“Sono tre i principi per imparare a fare una buo-na spesa: buono (organoletticamente secondo natura e stagione), pulito (biologico, se possi-
bile, o almeno cercando di conoscere il contadino e come
lavora la terra), giusto (che non sia il prodotto di sfrutta-
mento delle persone e dell’e-
cosistema). Insomma, equo e
solidale. Un po’ di impegno ci
vuole, neppure troppo, ma cer-
tamente vale la pena conosce-
re quello che mangiamo”. Mi-
caela Marzoli è una formatrice
di Slow Food e ci contamina
con il sorriso e la grazia con cui
porge la saggezza, la cultura e
i saperi che l’organizzazione
fondata da Carlo Petrini diffon-
de. “Rispettiamo il lavoro che
ha la cura di un territorio, che
tutela un ecosistema. Rispet-
tiamo il contadino che coltiva
per noi un terreno pulito. Re-
cuperiamo i Mercati della terra,
torniamo dai contadini a com-
prare la frutta e la verdura”. Ma
i morsi della crisi economica si
fanno sentire e i supermerca-
ti aiutano a risparmiare. Anche il tempo è merce rara e i
contadini non si trovano sotto casa, soprattutto se abiti in
città. “Slow Food è sensibile a questo tema e infatti tra le
nostre attività includiamo la lotta allo spreco di cibo, inse-
gnando ad usare gli avanzi preparandoci piatti gustosi, ma
anche organizzando e promuovendo le reti di scambio di
cibo. Produco pomodori e li scambio
con le tue zucchine. Se non produco
nulla possa mettere a disposizione il
pane che faccio o la pasta madre. Poi
insegniamo come farsi un orto in casa,
sul balcone, in giardino”. Insomma le vie
del risparmio e della salute sono infi nite! “E ci si
diverte, anche. Penso al progetto che sollecita a fare eating
in piazza, social street”. Sarebbe a dire? “Ci si trova nel
proprio quartiere con gli avanzi della dispensa e del frigo-
rifero. C’è lo scambio e c’è la conoscenza. Imperativo: non
usare stoviglie di plastica. Alla fi ne ognuno se le riporta a
casa e le lava. Tutto questo vuol dire tornare al buon senso
e ad un’idea di fratellanza. Poi c’è un altro aspetto legato
al risparmio, parlando di cibo. I prodotti di qualità sono più
nutrienti e, a differenza degli altri, ne possiamo mangiare di
meno. Il pane fatto secondo i nostri criteri - buono, pulito,
giusto, fatto con ingredienti di qualità - costa il doppio ma
dura di più ed è ottimo anche quando è raffermo”. Il dub-
bio viene: non è che a Slow Food piacciono le donne rele-
gate in casa a fare marmellate e biscotti? “Per Slow Food
le donne sono le custodi delle
buone tradizioni antiche, sono
la vera creatività e anche il fu-
turo perché sono state in grado
di cavarsela in tutte le situazio-
ni di diffi coltà”. Ci convince Mi-
caela, anche perché cita più e
più volte la Terra Madre, arche-
tipo di un femminile autorevole,
poi Vandana Shiva, notissima,
e Alice Water, che negli anni
settanta in America ha iniziato
la guerra al ‘cibo spazzatura’
portando nelle scuole l’idea
degli orti. L’attenzione alle don-
ne è confermata anche nelle
numerose iniziative editoriali e
nei progetti che aiutano nella
quotidianità. Il sito www.slowfo-
od.it è ricchissimo di materiali
accessibili gratuitamente, di
informazioni sui territori dove è
possibile conoscersi e incontrarsi. C’è la Rete degli spac-
ciatori di pasta madre e le ricette di recupero, ci sono le
indicazioni per saper leggere le etichette per capire se la
gallina che le ha prodotte è allevata a terra o in gabbia. Un
particolare che cambia, e molto, quell’uovo che mangia-
mo, con cautela, non più di una o due volte a settimana. ?


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