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Numero 12 del 2014

NutriAMO il mondo


Foto: NutriAMO il mondo
PAGINA 35

Testi pagina 35

33Novembre | Dicembre 2014
GR
AN
B
RE
TA
GN
A
cket, accompagnate dalle parole tene-
re di Virginia che ricorda quegli anni: “Io
e Vanessa da piccole eravamo dei veri
maschiacci!”. Poi la morte dei genitori,
l’inizio dei problemi di instabilità mentale
e la pubblicazione dei suoi primi pezzi.
Nel 1904 Virginia si trasferisce insieme ai
fratelli nella casa al numero 46 di Gordon
Square, dove nascerà il circolo lettera-
rio Bloomsbury, dal nome del quartiere
dove si trova l’abitazione dei fratelli, deci-
si a sfidare i costumi vittoriani e a portare
nella capitale inglese nuova linfa. Nel 1910
il gruppo suscita tanto clamore per via di
due mostre che contenevano i quadri di
Gaguin, Van Gogh, Cezanne, Matisse e Picasso. Nel 1912
Virginia sposa Leonard Woolf, e nel 1917 lei e il marito fon-
dano la casa editrice Hogarth Press. Questa novità le dà
coraggio, spingendola a scrivere e a misurarsi con uno
stile nuovo, abbandonando
l’estetica tradizionale del ro-
manzo dell’epoca. In poco
meno di un decennio Virginia
pubblicherà tutte le opere
che la consacreranno come
una delle più grandi scrittrici
del ventesimo secolo. Questa
voglia di innovare profonda-
mente le deriva sicuramente
dall’influenza di altri scrittori
dell’epoca, ma nei suoi diari
la scrittrice ammette di amare
molto Londra e di avere un rapporto con la città molto in-
tenso. È dunque anche merito della vita che trasuda dalla
capitale londinese se la sua voglia di sperimentare nuove
strade e di mettersi in gioco si intensifica negli anni.
Le due signore, diverse ma meno di quanto si creda, sono
due simboli potenti di questa città eccessiva e piena di vita,
e insieme colta e raffinata, in perfetto british style. Entram-
be hanno amato molto l’arte e la vita, e seppur sopraffatte,
nel finale, dalle tensioni e dalle fragilità, hanno lottato per in-
traprendere strade di libertà non convenzionali incuranti del
giudizio degli altri, pur di rimanere fedeli a se stesse. Appare
evidente un ruolo forte di Londra nelle vite di queste artiste,
inteso come centro di energia esterna all’individuo capace di
condizionarne, nel bene e nel male, l’esistenza. Quella Lon-
dra che sembra suggerire ai suoi abitanti di vivere secondo
la celebre frase di Epitteto: “Sei libero, se vuoi”. Un invito a
non conformarsi e a scegliere la propria strada. Forse non è
quella giusta, ma è almeno una strada tutta per sé. b
re le dipendenze a suo favore, raccontando
nel singolo “Rehabla” sua prima esperienza
in clinica, da cui era scappata dopo quindici
minuti. Dal 2007 al 2011 è tutto un cadere e
rialzarsi, ma sempre più debole. Più il mondo
si aspetta qualcosa da lei, più Amy sembra
fregarsene e volere inseguire soltanto i suoi
desideri. La droga piano piano spegne l’a-
more per se stessa. Lo showbiz fa il resto.
La sua immagine pubblica viene costruita
attorno a foto che la ritraggono ubriaca, fuori
controllo, con il trucco colante e sempre più
magra. Ben pochi sanno che è stata anche
una donna molto generosa e che, prima di
morire, stava per adottare una bambina ca-
raibica, sognando la maternità sin da giovanissima. Con
Londra aveva un rapporto speciale tanto che nel 2008,
quando si aggiudica ben cinque Grammy Awards dedica
la sua vittoria anche alla capitale londinese e in particolare
al suo quartiere di elezione, Camden Town. Con i suoi mer-
cati, il canale e un flusso di gente, continuo e inarrestabile,
rappresenta una delle anime più
conosciute e amate di Londra. È
lì che Amy trova se stessa e com-
pra casa al numero 30 di Camden
Square. Ed è lì che il 23 luglio
del 2011 la ritrovano senza vita.
L’autopsia rivelerà che la morte
è avvenuta a causa di un’intossi-
cazione da alcool dopo un lungo
periodo di astinenza. Muore una
donna e nasce un mito ed è come
se Amy non avesse mai lasciato il
quartiere. La si può vedere passeggiare con la sua cofana
esagerata di capelli, i suoi tatuaggi old style, il trucco mar-
cato e i deliziosi vestitini floreali. Camden parla di lei. Ci
sono suoi ritratti sui muri e nel suo pub preferito, l’Hawley
Arms, e perfino una statua opera dello scultore Scott Ea-
ton, svelata a Londra lo scorso 14 settembre, per quello
che sarebbe stato il 31esimo compleanno della cantante.
VirginiA strAordinAriA innoVAtrice

Nata nel 1882, da genitori entrambi vedovi di precedenti
nozze, visse i suoi primi anni al numero 22 di Hyde Park
Gate, nel quartiere bene di South Kensington. Ebbe due
fratelli e una sorella, Vanessa, con cui strinse un legame
fortissimo. Nella mostra “Virginia Woolf. Art, life and vi-
sion” alla National Portrait Gallery di Londra, si trovano
esposte le foto di loro due bambine che giocano a cri-
londrA sembrA
suggerire
Ai suoi AbitAnti
di ViVere secondo
lA celebre frAse
di epitteto:
“sei libero,
se Vuoi”


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