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Numero 1 del 2011

Il futuro in testa


Foto: Il futuro in testa
PAGINA 6

Testi pagina 6

S/BILANCIAMENTI

‘ LA GIUSTIZIA

DI GENERE

di Giancarla COdrignani

L'HABEAS CORPUS,
LA NEUTRALITÀ

E LA CITTADINANZA
DA OMOLOGARE

AL MODELLO UNICO
TRADIZIONALM ENTE
MASCHILE

ome mi piace questa foto che inquadra, sullo sfon-

do di arcaici parrucconi, la baronessa Brenda

Marjorie Hale, unica donna fra i dodici giudici

della Corte suprema del Regno unito. Mi piace

anche perché la lady sorridente ha posto la do—

manda scomodissima sull’imparzialità del/ della
giudice: investe anche la questione di genere. Il Guardian
ha pubblicato la sua domanda sul-
la neutralità della norma patendo
da un libro recente di Rosemary
Hunter, Clare McGlynn ed Erica
Rackley, che, sulla “giurispru-
denza femminista” - teoria e pra-
tica -, sembra mettere in crisi la tradizionale richiesta fat-
ta ai giudici di applicare la legge senza parzialità. Infat-
ti, per il senso comune, il giudice è al di sopra delle par-
ti: non è accettabile “parteggiare” nel momento del giu—
dizio, dal momento che già accusa e difesa hanno pre-
sentato tutte le ragioni a favore e contro. Per esempio, po-
teva essere repubblicano, ma se Felice Orsini aveva cer-
cato di ammazzare il re, chilo giudicava aveva davanti un
regicida e doveva seguire le leggi. La responsabilità del
giudizio è una cosa seria, ma sappiamo anche che non sem—
pre nelle controversie giudiziarie c’è unanimità e, in par-

noidonne I gennaio I 2011



ticolare in Inghilterra - dove non si seguono i codici di Giu-
stiniano — il personale senso di giustizia (che non è 0g—
gettivamente uguale per tutti) ha la sua parte nella sen-
tenza.

E per le ragioni di genere? come - dice lady Brenda - il
giudice (himselfor herself) deve essere “fedele al giura-
mento” e contemporaneamente “osservatore neutrale
del mondo”? Lasciate le casistiche anglosassoni all’In—
ghilterra, pensiamo all’Italia per ricordare quante volte
sono stati maschilisti, cioè parziali a favore del proprio
sesso, i legislatori e i giudici. Vi sembra neutra la legge
che consente alla donna di fare un figlio con il primo che
passa e non con la fecondazione assistita? O è imparziale
il giudice che ritiene che le botte o lo stupro sono meno
gravi se agite dal marito? Sull’imparzialità, dunque, c’è
molto da ridire: il limite umano che - fortunatamente -
evita che il giudice sia sostituibile da un robot compute-
rizzato, incrocia il genere in forme del tutto diverse dai
preconcetti culturali introiettati o dalle tendenze politi-
che. L’accusa rivolta a un giudice del lavoro di essere co—
munista non ha nulla a che vedere con la lettura
falsamente neutra dei reati commessi dagli uomini con-
tro le donne (e, per quel che è possibile pensare, vice-
versa).

Oggi la biopolitica, coltivata prevalentemente da giuristi
e pensatori maschi, dovrebbe modificare la concezione
stessa del diritto, se è vero che il corpo è chiamato ad in-
tegrare la persona ben diversamente da come si è mai
dato nelle più umane teorie personalistiche. Ma il corpo
è sessuato; e l’umanità conosce nel corpo non neutro, ma
in quello dell’uomo e della donna, la prima delle diffe-
renze che costituiscono la vita. Quando studiamo l’ha—
beas corpus, riconosciamo uno dei fondamenti dei diritti
umani, ma la lettura antica ci sembra monca: oggi l’ha-
beas corpus si deve estendere a rifondare la norma. Il
corpo è neutro solo nel vocabolo latino, mentre nella di-
fesa della dignità che sancisce l’inviolabiità non a parole,
si ricollega a donne oltre che ad uomini, ambedue por—
tatori di un senso del vivere non zoologico. Infatti ve-
niamo scoprendo la “biopolitica”, non la zoopolitica
(anche se non escludiamo il rispetto dei nostri fratelli
mammiferi e del continuum di quel mondo che vor-
remmo fosse non solo energia fisica da conoscere e usare
senza violenza).

Intanto il corpo delle leggi resta “scorporato” e la bio-
politica pura teoria. Restiamo sempre al “corpo del
reato”. Non mi piace parlare del mio paese in questo
momento né per le leggi né, tanto meno, per la politica.
Penso al Brasile, dove è stata eletta alla Presidenza Dilma
Roussef, che ha sulle spalle l’eredità scomoda di Lula,
uno di cui la stampa ha detto che era “come avvolto da


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