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Numero 1 del 2011

Il futuro in testa


Foto: Il futuro in testa
PAGINA 23

Testi pagina 23

versissime tra di loro possono di nuovo identificarsi indi-
pendentemente dal luogo in cui si e e si lavora”. Idea faci—
le a dirsi ma estremamente complessa nell’attuazione. Ecco
il punto cbe marca subito la diflerenza della Camusso in
quanto donna. “La mia ambizione è cbe quella figura su cui
costruire il nuovo riferimento e trovare nuove parole non
sia una figura mascbile”. Il passo avanti e epocale: un cam-
bio di prospettiva cbe, diventando strategia, può ridefini-
re i parametri. Cosi dovrebbe essere ancbe per i migranti
“La vera scommessa la giocbiamo sulle seconde generazioni.
Per rompere con le separazioni credo cbe la battaglia piiì
importante sia quella dello ius soli: cbi e nato in Italia deve
avere la cittadinanza percbé l’incontro può avvenire se c’e“
il riconoscimento di essere della stessa terra, superando l’idea
di sentirsi ospiti. È ancbe attraverso il diritto di cittadinanza
cbe deve passare l’idea cbe ci sono principi inviolabili cbe
vanno oltre le leggi. Nel rispetto delle opinioni e delle re-
ligioni dobbiamo aיִ’ermare il principio della nostra invio-
labilita, dei corpi e delle donne”. Quindi i cambiamenti piu
impellenti sono ancbe quelli cbe ricbiedono un lavoro piu
profondo, cbe incide nella cultura diיִusa e condivisa È dai
luogbi decisionali cbe si può provare ad imprimere cam-
biamenti e quindi “le donne devono prendere il potere e de-
vono provare a cambiarlo creando un diverso modello di po-
tere, un potere ‘insieme’,
basato sulla condivisione
e sull’ascolto” (Elena Mon-
ticelli, ivivivlinkromanet).
Il valore di un percorso, vis-
suto ancbe come metodo
delle relazioni in una gran-
de organizzazione sindaca—
le, è prezioso. “Il sindacato
è per definizione un’orga-
nizzazione collettiva. Con-
sidero il fatto cbe oggi una
donna diriga la CGIL non
un successo personale ma il
frutto di una lunga storia di
lavoro, ancbe complicata e
conflittuale, delle donne
nel sindacato. Poi certo, le
donne sono piu disponibi-
liall’ascolto e a mettersi in
discussione. Però non avere mai certezze è ancbe molto fa-
ticoso. Il messaggio cbe manderei alle giovani - e cbe ripe-
to spesso ancbe a mia figlia - è cbe un esercizio collettivo
e di per se un cambiamento e cbe non e vero cbe parole come
rfemminismo’ sono veccbie. Noi appariamo veccbie percbe’
vi illudono cbe non ci sono discriminazioni. Invece vi scon-
trate con gli stessi problemi con cui ci siamo misurate noi.





x

La realta non e
cambiata e ricbiede
parole gia usate e
solo apparente—
mente usurate”. In-
fatti il clima e mi-
naccioso e i passi
indietro sono tan-
gibili sul piano dei
diritti sanciti o at—
tuati (Costanza Fanelli). Parla di “vendetta sociale” Susanna,
verso le donne e verso i lavoratori, cbe aleggia nel conte-
sto europeo come r’pentimento” su questioni decisive come
il ivelfare. “Occorre fare prima di tutto un’operazione di pu-
lizia culturale e delle parole Occorre cancellare l’idea cbe
il ivelfare sia uguale ad assistenza, cbe sia costo e non cre—
scita e sviluppo. Occorre separare ciò cbe è diritto incom-
primibile e ciò cbe può essere legato alle risorse”. Entra in
gioca la politica, quella cbe dovrebbe “saper ascoltare e fare
sintesi” e cbe invece litiga e si divide (Tiziana Bartolini).
“La politica ba perso l’orgoglio di se stessa e della sua sto-
ria, impantanata in un leaderismo senza leader”. Per conv
cludere, Susanna, risponde alla domanda sul futuro, del-
l’Italia e delle donne.

“La prima idea cbe associo al futuro sono i giovani: non
esiste un domani se lasciamo dopo di noi meno opportu-
nita di quelle cbe abbiamo trovato: penso agli studi, al red-
dito, ai diritti. Il grande tema per questo Paese e per l’Eu-
ropa è di non diventare una regione per veccbi, pur nel ri-
spetto cbe dobbiamo loro. L’altra parola cbe associo al fu
turo e uguaglianza: contrastare cbi pensa cbe continuare
a dividere sia utile, in realta e un modo di uccidere ogni
prospettiva”. La Segretaria della CGIL Susanna Camus-
so e ottimista o pessimista? “L’Italia è ad un punto bas-
sissimo e, siccome penso cbe le donne sono il metro di una
democrazia, dico cbe siamo messi male. Nello stesso tem-
po ogni giorno incontro tante cose cbe mi fanno pensare
cbe tra ciò cbe viene rappresentato e la realta c’è una gran-
de distanza. Abbiamo tutti commesso un il drammatico
errore di provare a rispondere al liberismo sul piano eco—
nomico senza accorgersi degli eיִetti sociali cbe produce-
va: la logica del piu forte cbe scbiaccia il piu debole, la fur-
bizia. Senza un pensiero cbe tenesse insieme economia po-
litica e sociale si e frantumato tutto e gli egoismi banno
prevalso. Non e stato messo in conto, però, cbe c’e un li-
mite oltre il quale le persone non sono pia disposte a far—
si scbiacciare. È cominciata una parabola discendente di
un impero pericoloso, come tale in grado avere colpi di coda
molto velenosi”. I

noidonne | gennaio | 2011


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