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Numero 6 del 2012

Un fiore per Melissa


Foto: Un fiore per Melissa
PAGINA 19

Testi pagina 19

| PADRI, OGGI/ 2

DALL'AUTORITÀ

ALL'AUTOREVOLEZZA

Le vecchie imposizioni lasciano il posto al dialogo
e a una nuova disciplina fondata sul rispetto

di Emanuela Irace

quando una sera decise di non farsi addormentare.

Mia moglie era stremata, era così tenace quel pian-

to, Eugenio stava provando Ia sua forza. Entrai in ca-
mera sua e per più di mezz'ora gli sussurrai una ninna nanna. Non
lo presi in braccio né Io portai nel lettone e alla fine lui si ad-
dormentò. Mi ero opposto al suo pianto, ero stato fermo e gli ave-
vo trasmesso la mia autorità". In psicologia si dice “contenere",
quel modo di governare la debolezza senza manipolare.
Alessandro Politi è un padre fermo, autorevole e autorita-
rio. Cinquant'anni, analista politico con il gusto dell’arte, lavo-
ra a quegli impianti geopolitici che costruiscono la sicurezza de-
gli stati. Ha un figlio di dieci anni e Ia consapevolezza di quan-
to sia difficile il ruolo di educatore. “L'autorevolezza è un ma-
teriale composito che ha bisogno di tante componenti. La ca-
pacità di comando fa parte di queste. Comandare significa sa-
per far rispettare le regole. E un figlio deve capire subito che
a casa sua è un principe e non un re. Sono convinto che per edu-
care bisogna anche essere costrittivi. Non sempre le cose che
servono piacciono ai bambini". Attenzione per le regole e leal-
tà nello scambio, Alessandro è il primo ad osservare i divieti che
impone al figlio. Una questione di coerenza e una abitudine alla
vita per la quale servono anche scapaccioni. “Ne ho ricevuti da
mio padre e ne ho dati, oggi non servono più, basta uno sguar-
do o una sgridata. C’è una base di empatia con mio figlio che
ho costruito negli anni. Anche attraverso la riscoperta della mia
fanciullezza. Quando si è padri si scoprono tante cose ma so-
prattutto si ha l'opportunità di riscrivere la propria storia di fi-
glio. Con una bambina sarebbe stato diverso. I maschi devono
essere accolti dal proprio padre, le bambine riconosciute". Re-
gistri diversi legano maschile e femminile. La seduzione fem-
minile, evidentissima nel rapporto col padre, segue nel maschio
un percorso diverso. Fatto di giochi e sfide intellettuali. Una re-
lazione centrata sulla lealtà. “Il rispetto della parola data è fon-
damentale, così come la trasparenza, non bisogna deviare con
scuse che possono confondere il bambino, se non voglio com-
prargli un giocattolo glielo dico direttamente senza racconta-
re balle. Noi maschi siamo meno complessi. Anche le nevrosi che
si hanno col padre sono più esplicite, ovvie, rivelabili. Con la ma-
dre è tutto più sottile, sotto traccia, non detto. I maschi vivono

I l I | primo confronto con mio figlio l'ho avuto a 14 mesi,

per decenni senza aver capito la parte oscura della propria ma-
dre o senza volerla riconoscere, con un padre è il contrario. I|
fantasma della madre è più persistente perché si nasconde nel-
Ie pieghe di una relazione forte fisicamente ma meno esplici-
ta intellettualmente". Presenze familiari che incidono fortemente
sulla crescita del figlio, fantasmi di antenati che condizionano
la centralità del ruolo maschile, è la tesi di Ottavio Rosati,
psicanalista, allievo di Moreno - fondatore dello psicodramma,
base della psicoterapia dei gruppi - che ha elaborato per Ia fa-
miglia un approccio trans-generazionale, centrato sulla sindrome
degli antenati. “Uno dei fattori della crisi della paternità è do-
vuto allo strisciante rifiuto della figura maschile nell'inconscio
della donna. È la madre che fa il padre, consentendo col suo com-
portamento, nel bene o nel male, l'avvicinamento del figlio alla
figura paterna. Spesso, nel passato di famiglie problematiche,
ci sono i fantasmi degli antenati: segreti non detti, abusi sessuali,
furti, omicidi, violenze che inconsciamente pesano sul presen-
te della coppia genitoriale. I| femminile ha sempre usato un sot-
topotere latente di manipolazione e influenza all'interno della



famiglia. Spesso l’abuso di potere esercitato dalle madri a dan-
no dei figli passa attraverso il discredito del padre, esautorato
dal proprio ruolo per ragioni che a volte non hanno niente a che
vedere con quell'uomo o quella donna ma che vengono dal pas-
sato". È un'aria che si respira, una modalità di ragionamento e
un senso di essere al mondo che investe la relazione paterna.
Se per Ottavio Rosati è l'inconscio familiare a pesare sul futu-

noidonne | giugno | 2012 0


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