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Numero 1 del 2015

Forti e fragili come adolescenti - Speciale Rebibbia


Foto: Forti e fragili come adolescenti - Speciale Rebibbia
PAGINA 46

Testi pagina 46

44 Gennaio 2015
Cara Bruna,
a 52 anni, mi sono trovata in grave diffi coltà perché nella mia vita
ho sempre anteposto il bene degli altri piuttosto che il mio. Ora alle
donne direi: prima di amare gli altri, amate voi stesse!
Per mio marito ho rinunciato a una vita VIVA dedicandomi solo
a lui, ai miei due fi gli, alla casa e contemporaneamente ai miei
genitori malati incurabili per molto tempo. Mai avrei pensato, però,
di collezionare negli anni ferite molto più dolorose rispetto ai lutti
vissuti… Cosa leggi dal mio albero?
Milva
Cara Milva,
l’albero che hai disegnato narra il tuo dolore, ma pur condividendo
ovviamente il messaggio diretto alle donne, mi sento di dirti che
amando tutti i tuoi cari hai certamente amato anche una parte di
te stessa, forse non proprio come sognavi di fare. Le ferite più
dolorose degli stessi lutti fanno parte di quello scenario di vita che
defi nisci “viva”. La dimensione della coscienza ci fa sentire il dolo-
re ancora più forte di quanto si possa mai immaginare, ma proprio
per la presenza di un Io cosciente possiamo scegliere fi nalmente
di essere signore della nostra vita, della nostra storia biografi ca.
Andiamo oltre le ferite e soffermiamoci non tanto sui vecchi sche-
mi, ma su nuovi ritmi di vita. Il cuore diventa simbolicamente l’or-
gano della nostra coscienza e proprio con il cuore ci stai narrando
l’entità delle tue ferite. La “fase etico-morale”, come viene defi nita
questa parte della vita fi no ai 56 anni, richiede un atteggiamento
benevolo su tutto l’agire, sentire e volere della persona e soprat-
tutto un’autentica ricerca di nuovi valori. Il tuo albero ci parla di te,
della tua essenzialità e della ricerca di copertura, di protezione,
nonostante il tuo anelare verso una nuova indipendenza. Ci parla
dei tuoi modi di persona che ama il bello e allo stesso tempo è
oppressa dal peso delle prove. Ci suggerisce le tue esperienze
che hanno inciso nella tua vita, a 24, 41, e a circa 45 anni. Una
tendenza al sogno che può trasformarsi in eccessive difese anche
autopunitive e che spesso non permette di vivere pienamente la
realtà nei suoi aspetti dignitosi e gratifi canti.
aMare GLI ALTRI
e ANCHE se stesse
leGGere l’ALBERO
di BrUna Baldassarre
La violenza in famiglia può assumere diverse forme ma, a prescindere da come si manifesta, è sempre deva-stante, sia per le donne, sia per i fi gli. Purtroppo non
sempre i giudici rispondono al fenomeno in maniera coesa,
i loro punti di vista sono a volte diversi e danno purtroppo
luogo a pronunce contrastanti che possono offrire il fi anco al
reiterarsi di condotte dannose, perché non censurate.
Il punto della questione è se il minore ha per forza bisogno di
confrontarsi con due genitori se il padre, posto che sia violen-
to, è indispensabile; come questo padre può esercitare la sua
genitorialità? Incontri protetti a vita? Oppure c’è un margine
di recupero per l’uomo violento? Domande che a volta non
trovano risposte, a volte le risposte sono diverse. Un recente
titolo di giornale “Firenze, lui condannato per pugni all’ex mo-
glie, ma il Giudice impone gli incontri col papà ‘vanno garan-
titi i rapporti con i due genitori’”.
Ma è sempre vero? Di diverso avviso il Giudice penale di
Roma, nella sua ordinanza si legge che il padre del minore si
reca sotto casa e suona incessantemente al citofono dell’ap-
partamento ove vive il bambino; telefona continuamente ed
invia alla ex compagna sms molesti e minacciosi; minaccia
l’ex compagna dicendole “vuoi vedere che ti ammazzo” alla
presenza del fi glio. Il Giudice, considerate tali condotte, pro-
trattesi nel tempo senza alcuna remora a fronte del coinvol-
gimento del fi glio minore, nonché caratterizzate da un’allar-
mante escalation ed intensità (culminata con un episodio di
pesanti percosse alla donna davanti al bambino che piange-
va inorridito), prescrive il divieto al padre di avvicinamento
alla persona offesa e al fi glio minore, con l’ulteriore prescri-
zione di non comunicare attraverso qualsiasi mezzo con l’ex
compagna e con il minore.
Una decisione del Giudice civile, una del Giudice penale,
contrapposte ed inconciliabili: un padre violento allontanato,
un padre violento imposto al minore che non desiderava ave-
re contatti con lui.
Forse ci vorrebbe un po’ di ordine e capire che un fi glio mal-
trattato, un fi glio testimone di violenza perpetrata ai danni di
sua madre subisce danni, a volta irreversibili. È possibile tu-
telarlo? Occorre chiarire tanti dubbi, fare luce su molti aspetti,
per poter dare indicazioni chiare ai soggetti deboli che ne-
cessitano di tutela.
il padre Violento
e i Minori
sentenZe a ConFronto
FaMiGlia
Sentiamo
l’Avvocata
di Simona Napolitani
mail: simonanapolitani@libero.it
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